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Terapia e prognosi dei disturbi pervasivi dello sviluppo


Gli obiettivi principali dell’intervento terapeutico sono:
-sollecitare l’interazione sociale, la comunicazione verbale e non verbale, le tappe di acquisizione di sviluppo;
-ridurre le componenti ripetitive e stereotipate;
-contrastare i comportamenti disadattavi;
-sostenere e guidare la famiglia.
Dunque stimolare la comunicazione in tutte le sue componenti verbali, gestuali, mediante immagini, allo scopo di affrontare i deficit di base dell’autismo;
per controllare alcuni aspetti sintomatici vi sono terapie farmacologiche; la farmacoterapia ha dei sintomi bersaglio suddivisi secondo l’età
-età prescolare, iperattività, comportamenti auto aggressivi, crisi di ansia;
-età scolare, oltre ai precedenti, si aggiungono disturbi ossessivi e reazioni depressive;
-età adolescenziale, aggressività e crisi di agitazione psicomotoria;
tra i farmaci più usati ci sono i:
-neurolettici atipici per contrastare l’aggressività, i movimenti ripetitivi e i tic;
-inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina per attenuare i tratti ossessivi e depressivi;
-antiepilettici stabilizzatori dell’umore per controllare l’agitazione e l’irrequietezza.

PROGNOSI DEI DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO
Circa i due terzi, rimane in una condizione di dipendenza e di necessità di assistenza continuativa, solo il 10% raggiunge l’autonomia sociale; l’assenza di linguaggio permane nel 50% dei casi; le capacità sociale solitamente migliorano, si attenuano i tratti di isolamento, l’evitamento visivo diminuisce, l’iniziativa aumenta.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA INFANTILE di Anna Battista
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