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Thomas Hobbes, Il leviatano (1651)

THOMAS HOBBES, IL LEVIATANO (1651)


Fa riferimento ad un mostro biblico: Il leviatano – 1651. Il leviatano è un mostro inarrestabile; questa creatura artificiale che si viene a creare dall’alienazione dei diritti dei consociati non ha limiti nei confronti degli stessi: tale potere si estende a qualunque aspetto della vita delle persone (il leviatano può scegliere anche il significato delle parole, usa la religione per tenere sottocontrollo i consociati). Quello del leviatano è il potere positivo perfetto (molto simile a quello che qualche anno dopo pretenderà di avere Luigi XVI). 
I consociati demandano a qualcun altro le proprie libertà (termine usato da Hobbes: liberty e non freedom).
La tripartizione dei poteri tipica dello Stato di Montesquieu (legislativo, giudiziario, esecutivo) è esplicitamente respinta da Hobbes, perché il potere del leviatano deve essere assoluto (in senso etimologico, quindi sciolto). Se si demanda a qualcuno un potere, allora si crea un limite al proprio potere: perciò il leviatano non può fare altro che avere tutti e tre i poteri.
Formalmente il potere del leviatano non ha limiti, ma in realtà c’è il limite di garantire la sicurezza (il motivo per cui lo Stato viene creato). 

Nel momento in cui il sovrano non può più garantire sicurezza ai consociati, allora il motivo per cui sono state alienate le libertà viene a mancare e quindi viene a mancare il potere del leviatano, ciò può derivare da:
1. una situazione di guerra – il sovrano A dichiara guerra al sovrano B: il consociato è costretto ad andare in guerra, ma se nel corso della guerra le truppe del sovrano A sono in difficoltà e si vede che il sovrano A sta perdendo la guerra, allora il consociato deve schierarsi con le truppe del sovrano B. Questo perché l’unico obiettivo dell’uomo è mantenersi in vita (è chiaro che se il sovrano A perde non può farlo)
2. se nessuno rispetta le promesse, tutti devono non mantenere le promesse: bisogna promettere a vuoto, comportarsi come tutti gli altri (per istinto primario di sopravvivenza)

Partendo da queste leggi di natura, Hobbes (tramite il calcolo della ragione) elenca una serie di altre leggi naturali. È una legge di natura:
- che colui del quale si ha fiducia non volga a danno di colui che si fida
- tentare di favorirsi l’un altro
- che l’uomo perdoni su garanzia del futuro
- altre

Tratto da FILOSOFIA DEL DIRITTO di Francesca Morandi
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