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Trauma e sviluppo



Il maltrattamento infantile
 
Che tipo di esperienze traumatiche può avere il bambino nel primo sviluppo? Che conseguenze hanno? Che interventi si possono fare?
Mentre negli anni precedenti l’accento era soprattutto sul maltrattamento fisico, dagli anni 90 si comincia a parlare di maltrattamento e abuso da una parte ed esperienze infantili avverse dall’altra (adverse childhood experience).
Gli aspetti traumatici classicamente individuati nella relazione adulto-bambino sono:
- Trascuratezza (neglect): sia a livello fisico sia emotivo, viene considerata negli ultimi anni una grande condizione di rischio per il bambino (dato che tende a essere cronica, quindi a diventare uno stile parentale)
- Maltrattamento fisico: danno fisico e incapacità di prevenirlo (esempio: la madre porta molto spesso il bambino al pronto soccorso)
- Abuso sessuale: sfruttamento sessuale di un bambino o di un adolescente
- Abuso emozionale / maltrattamento psicologico: molto più sfumato  difficile da identificare. Vi deve essere una condizione cronica di indisponiblità emotiva da parte del caregiver, che non solo non riconosce i bisogni del bambino, ma li rifiuta e svaluta

Nelle esperienze avverse infantili (prospettiva recente) sono inclusi anche assistere a violenza domestica, oppure essere esposti a eventi come guerre e catastrofi (traumi extrafamiliari)

Alcuni dati messi a punto da Di Blasio: ha identificato un identikit dei bambini maltrattati italiani:
- Sono bambini grandi
- Bambine più abusate sessualmente rispetto ai maschi
- Bambini maschi più presenti gli altri tipi di maltrattamento
- Presenza di vittimizzazione, che diventa cronica a partire da 4 anni

Responsabili della violenza:
- Entrambi i genitori nel 35% dei casi
- Solo il padre nel 41% dei casi
- Solo la madre nel 17% dei casi

Altri dati riguardano il fatto che i vari tipi di maltrattamento si incastrano tra di loro e coesistono. Inoltre i padri sono più responsabili dell’abuso sessuale e del maltrattamento psicologico, mentre le madri più responsabili di neglect.
Caratteristiche del contesto dei bambini maltrattati in Italia:
- Come si diceva prima una combinazione di diversi tipi di maltrattamento -> abuso sessuale + maltrattamento psicoloigco / maltrattamento psicologico + fisico
- Cronicità del fenomeno
- Genitori collusivi, frequente assenza del genitore non abusante come alleato (l’altro genitore nega l’abuso e non lo denuncia)
- Conflitti coniugali accesi e violenti (oltre all’abuso i bambini sono esposti alla violenza domestica)

Queste famiglie sono anche identificate come famiglie multiproblematiche, in cui i genitori possono avere psicopatologie, possono fare uso di droghe, in cui vi è rottura delle barriere generazionali (cioè role reversing -> il genitore usa il bambino come amico e sostegno piuttosto che occuparsi dei suoi bisogni), in cui non vi sono norme (il bambino viene lasciato da solo -> non viene mandato a scuola, non viene seguito dal punto di vista medico ecc -> trascuratezza).

Vediamo più in dettaglio quali sono i vari tipi di maltrattamento (quanto più sono precoci tanto più sono lesivi nei confronti dello sviluppo del bambino -> il bambino più grande può aver sviluppato resilienza, mentre il bambino molto piccolo no).

Maltrattamento psicologico: non essere responsivo verso i bisogni del bambino, ma anche essere svalutante, spaventare il bambino, isolarlo, infine in situazioni estreme lo si può sfruttare (ad esempio per occuparsi dei fratelli). Quali sono le conseguenze? Nel 70% dei casi porta ad attaccamento insicuro. Allo stesso tempo si verificano problematiche in tutte le aree di funzionamento del bambino: ritardi nello sviluppo linguistico e cognitivo, disturbi internalizzanti (ansie, disturbi del sonno, tentati suicidi, depressione) ed esternalizzanti (comportamenti impulsivi, disturbi della condotta). Quindi le difficoltà sono in ambito cognitivo, linguistico, psicopatologico e socio-affettivo. Un esempio: di fronte a conflitti coniugali violenti, bambini in età prescolare possono reagire in diversi modi: tentativo di dare una spiegazione ai litigi, senso di impotenza con assenza di strategie di coping, attribuzione di responsabilità rispetto agli eventi con sentimenti di colpa e di vergogna, sentimenti di fallimento e di distimia -> hanno un impatto sul mondo interno del bambino, che sviluppa visioni negative di sé.

Trascuratezza: le caratteristiche sono:
- Assenza di cure materiali, quindi bambino che viene malnutrito, o che non viene mandato a scuola, o che non viene seguito a livello sanitario
- Spesso ciò si accompagna a trascuratezza emotiva, con indifferenza emotiva e mancato riconoscimento del bambino
- Ha aspetti di cronicità -> diventa un vero e proprio stile di allevamento
Quali sono le conseguenze? Anche qui vi sono conseguenze ad ampio raggio:
- Problemi scolastici, di apprendimento, ritardi nell’acquisizione del linguaggio, distraibilità, difficoltà a concentrarsi
- Maggiori attaccamenti insicuri evitanti a fronte di madri non responsive nei primi anni di vita
- Condotte disadattive con disturbi della condotta, aggressività, bassa stima di sé, delinquenza giovanile
- Rispetto ai bambini maltrattati maggiore passività e isolamento nell’interazione tra pari

L’influenza, come si diceva prima, è maggiore se la trascuratezza avviene nei primi anni di vita

Abuso sessuale: caratteristiche:
- Spesso associato alle altre forme di trascuratezza e maltrattamento
- Frequentemente avviene all’interno delle famiglie, a carico del padre
Le conseguenze dell’abuso sessuale sono state più studiate degli altri abusi, ed  è stato considerato un forte fattore di rischio per lo sviluppo di psicopatologie in età adulta -> Quindi non solo crea disagi nell’hic te nunc, ma provoca disagi anche nell’età adulta (patologie depressive o di ansia anche a 20-30 anni se l’abuso non è stato elaborato nel corso degli anni). Conseguenze a breve termine:
* Il bambino abusato dà dei segnali: nel gioco o nel disegno rappresenta l’abuso subito o comunque qualcosa che riguarda la sessualità. Potrebbe presentare anche atti di autoerotismo
* Può emergere il PTSD, un disturbo che è presente anche negli altri casi di abusi e anche in situazioni catastrofiche (guerra, terremoti ecc).
* Il bambino si sente responsabile dell’abuso -> sentimenti di colpa e di vergogna -> ciò fa sì che il bambino, anche più grande, non denunci l’abuso (ad esempio al genitore non abusante) -> la situazione così si cronicizza
* Compaiono disturbi internalizzanti: depressione (“non sono più interessato a nulla”), ansia, paura e condotte autolesive
* Difficoltà nella concentrazione

Maltrattamento fisico: è la prima forma identificata negli anni 60 da Kempe. Spesso si associa a una situazione di elevata problematicità della famiglia di origine, ad esempio genitore single, gravidanza precoce, situazione di svantaggio sociale elevato. In questi casi di rischio conclamato sono molto importanti interventi di prevenzione precoce, soprattutto se coprono gli ultimi  mesi di gravidanza e i primi due anni di vita con riduzione degli incidenti domestici, dei ricoveri in ospedale e pronto soccorso, del maltrattamento fisico vero e proprio. Il frequente ricovero in pronto soccorso è un segnale di allarme di maltrattamento fisico, dato che probabilmente il genitore ha creato una situazione di disagio fisico nel bambino che poi non è riuscito a fronteggiare.

Le conseguenze sono simili all’abuso sessuale:
* PTSD con memorie intrusive, ansia, comportamenti ripetitivi
* Compromissione della socialità, dell’empatia e dei comportamenti prosociali
* Anche qui come nell’abuso sessuale le conseguenze non sono solo nell’hic et nunc, ma anche a lungo termine, soprattutto adolescenza: restringimento degli affetti, stati depressivi, disturbo borderline
* Legame di attaccamento insicuro, insicurezza, scarsa fiducia in se stessi.

Tratto da PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO SOCIO-AFFETTIVO di Mariasole Genovesi
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