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Verità e menzogne in colloquio


Allora dicevamo in questo asse accade qualche cosa che ha a che fare con le parole che un soggetto inventa;
Dunque un soggetto trova a partire dall’essere accolto in luogo che ospita la sua verità che ospita la questione che lo preme veramente al di là di tutte le modalità più o meno sintomatiche, da noi vengono sempre soggetti che hanno fallito su una certa performance per esempio sociale no? “c’è sempre un tratto negativo che contraddistingue il sintomo Occorre che noi gli significhiamo che il luogo in cui parla è in realtà il luogo di una
assunzione responsabile da parte nostra ma anche da parte sua di quella mancanza come ciò che in realtà lo distingue e quindi come ciò che non lo fa meno di altro d’accordo?
non ce ne frega niente in un certo senso se non è adeguato .. il nostro problema non è farlo diventare adeguato ma è cogliere con lui che cosa non lo fa essere adeguato rispetto al suo desiderio.
quello che si gioca su questo asse dunque a che fare sempre con una sperequazione tra quello che il soggetto vorrebbe apparire come immagine e quello che in realtà , che è così prezioso che il soggetto sarà in grado di trasformare quella immaginaria negatività nella sua posizione reale, attraversata da quella negatività ma non devastata tanto che quella negatività può diventare il punto di partenza di un lavoro.
Allora perché se si lavora su questo asse io scrivo qui una barra strutturale? questa barra è nell’esperienza come dicevo prima c’è sempre qualcosa che non va come dovrebbe.
Potremmo darla come definizione del sintomo,il sintomo è tutto quello che non va.

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