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Virus di Epstein-Barr: struttura e replicazione


Il recettore principale di EBV è anche il recettore per la componente C3d del complemento (CD21), che viene espresso sui linfociti B e sulle cellule epiteliali dell'orofaringe e del rinofaringe. L'infezione presenta tre possibili decorsi:
• Il virus replica nei linfociti B o nelle cellule epiteliali permissive.
• Il virus determina un'infezione latente nei linfociti B in presenza di linfociti T competenti.
• Il virus stimola e immortalizza i linfociti B.

Le cellule permissive consentono la trascrizione del fattore ZEBRA, che attiva i geni precocissimi e il ciclo litico. Dopo la sintesi della DNA polimerasi e la replicazione del DNA, vengono sintetizzate le proteine strutturali e le altre tardive, tra cui la gp350/220, proteina di assorbimento virale. Essa ed altre glicoproteine si legano sia a CD21 e alle molecole MHC II, sia ai recettori cellulari; sono inoltre capaci di promuovere la fusione del pericapside alle membrane cellulari.
In un'infezione produttiva le proteine virali vengono raggruppate come: antigene precoce (EA), antigene del capside virale (VCA) e glicoproteine dell'antigene di membrana (MA).
Nel corso di un'infezione non permissiva dei linfociti B, vengono espressi selettivamente alcuni geni virali. Questi comprendono: antigeni nucleari di Epstein-Barr (EBNA) 1, 2, 3A, 3B e 3C; proteine latenti (LP); proteine di membrana latenti (LMP) 1 e 2 e due piccole molecole di RNA, EBER-1 e EBER-2. Gli EBNA e le LP sono proteine di legame al DNA fondamentali per mantenere lo stato di infezione e per l'immortalizzazione. Le LMP hanno attività oncogena, stimolando crescita e immortalizzazione dei linfociti B.

Tratto da MICROBIOLOGIA MEDICA di Salvatore Volpe
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