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Walter Otto - Trattare intellettualmente un'esperienza emozionale

Walter Otto - Perché trattare intellettualmente un'esperienza emozionale?

L'esperienza del divino è presente solo nel sentimento. H ne parla nel fondamento dell'empedocle. Ma il procedere della conoscenza è possibile e necessario. in 2 modi e 2 gradi: il 1° è naturale (saggio sulla religione), con il 2° si parla di sofferta ascesa poetica (fondamento dell'empedocle). Perchè gli uomini non si accontentano di quel sentimento e devono rappresentarselo? in che modo spiegare il salto dalla pienezza della sensazione alla rappresentazione? Il sentimento è in sè compiuto, solo il dubbio e il sentimento insicuro necessitano il sostegno di idee e immagini. il poeta fa riferimento a uno stato emozionale, intima connessione che conduce a un momentanea quiete. Questo istante di perfezione è istante di spirito e linguaggio. l'intelletto giudica e deduce, lo spirito testimonia lo stupore della vita vissuta. L'uomo parla, e il linguaggio  nasce, per via di quella potente esperienza di meraviglia. oggi si è svuotato d'anima, solo il poeta lo usa con il vecchio calore vitale. così quando ascoltiamo il poeta le cose del mondo rivivono, il divino si fa vicino.

In Empedocle H vide gli estremi della sua esperienza e il pericolo della troppa prossimità al divino. Nella prosa su Empedocle compare spesso il sacro nome Natura. Il poeta chiamato all'incontro con essa gode del più alto favore ma è anche esposto a un pericolo infinito: la troppa intimità minaccia follia. Se il suo essere cade completamente nell'infinito avviene un'ingiustizia nella sfera divina e in quella umana, che rende l'uomo un nulla e la verità divina un'illusione. Ma anche nella più ardente prossimità il divino resta sempre di fronte. Empedocle, come H, ha provato qualcosa di più grande degli altri: H ci parla di pericoli e meraviglie della strada che conduce a tale rivelazione. si descrive una lotta di potenze, battaglia di forze primordiali.

Abbiamo visto che lo spirito dell'amore unisce i contrari senza sopprimerli. Cos'è l'amore per la natura? Esso non può aver pace. con quanta più forza l'uomo avverte il suo carattere e l'alterità dell'altro, più impetuoso diventa lo sforzo per giungere a un prossimità. Vedi l'anelito di iperione, che non vuole l'armonia: cerca l'unione. alla tensione massima segue dunque la lacerazione, l'improvviso risveglio come da un sogno che lascia malumore. L'organico si traasferisce così nell'attività autonoma, nell'arte e nella riflessione. H parla di lotta: prima gli opposti si incontravano armonicamente, ora si capovolgono e invertono i ruoli: l'uomo per un istante diviene divino, quando si raggiunge il massimo grado di estraneità. Come se l'individualità umana sfumasse, nel momento dell'incanto. in quel momento l'uomo si riconosce ora in un'individualità divenuta universale: è il passaggio dall'organico all'aorgico. per un momento l'uomo è divino. Poi i 2 riprendono il posto di prima, ma l'uomo non è più lo stesso. Lo scambio d'essenza lo ha reso più lungimirante, gli è rimasto qualcosa della calma della natura, ed anche la natura è cambiata e gli parla sapiente. Ecco ora il miracolo dell'armonia: da una parte l'uomo spiritualizzato, dall'altro la natura ben formata.

Ciò che di più alto l'uomo può raggiungere con l'elevarsi del suo essere è un unità in cui rimane desta la coscienza della differenza. l'istante in cui la tensione degli opposti uomo - mondo sembra risolversi in unità assoluta è solo un passaggio, e deve svanire. se durasse, l'uomo ne sarebbe annientato, l'universale si perderebbe nell'individuo e viceversa. Essere nato poeta per H significa avere un'essenza in cui l'elemento naturale si avvicini a tal punto a quello spirituale e viceversa, che il loro rapporto sia preludio a un trasformazione. La tensione verso la vetta sublime, dove l'uomo rischia di penetrare nella divinità, è nella natura umana: i Greci ammonivano a non tentar di raggiungere la grandezza divina. l'irruzione nel mondo divino, che può trasformarsi in sacrilegio, è però premessa di grande quiete e purezza. Sulla vetta uomo e dio si trasformano contemporaneamente l'uno nell'altro. Questo breve attimo è necessario perchè l'uomo possa essere davvero uomo e sappia riconoscere la divinità dell'essere, rispondendo a tale grandezza con la propria vita. Il poeta legittima la sua esperienza col miracolo che ne scaturisce: la nascita della forma vivente. La vita umana attraverso la creazione testimonia la trasformazione dell'essere: si tratta qui di culto e mito.

Tratto da IL POETA E GLI ANTICHI DÈI di Dario Gemini
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