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La gestione e l'approccio dell'infermiere forense alla donna vittima di abusi sessuali

Profilo psicologico della vittima di stupro

Con il proprio atto l’aggressore nega alla sua vittima di esprimere una scelta e di dare un significato all’atto intentatole. Nello stupro la donna è un oggetto privo di volontà individuale ovvero è mortificata (dalla locuzione latina MORTUS FACERE) e umiliata (HUMUS: terra). Dall’umiliazione nasce un senso di colpevolezza per cui la donna sviluppa dei complessi di colpa per un suo ipotetico atteggiamento provocatorio. All’aggressione è conseguente l’insorgenza di uno stato depressivo: la vittima rivive dentro di sé l’evento subito, si arrabbia e odia se stessa.

Se il violentatore è il marito o compagno la donna può rimuovere l’accaduto con meccanismi difensivi, come il diniego o la negazione dell’evento. A queste istanze difensive si può aggiungere la rimozione in senso proprio, se la vittima è un infante o un’adolescente, e l’aggressore, è un familiare o un conoscente. La violenza viene solitamente vissuta dalla vittima come un’invasione della propria sfera fisica e psichica e può generare stati d’ansia, fino a raggiungere la sensazione assoluta di panico per ogni evento. In altre, successivamente, si verifica l’instaurarsi di atteggiamenti chiusi, di autodifesa, solitudine ed esclusione dal mondo esterno. In questa fase, la vittima se sostenuta adeguatamente può comprendere il significato profondo di quanto le sia accaduto: da questo trova la consapevolezza di reagire e andare avanti.
Le reazioni emotive tipiche della vittima di una violenza sessuale in fase acuta
si manifestano con: stato di choc, umiliazione, paura, tristezza, depressione, angoscia.

Il trauma, che queste donne subiscono, stravolge ogni aspetto della loro vita quotidiana; cercano strategie per difendersi dal dolore, che se apparentemente efficaci, sembrano poi divenire veri e propri disagi: ad es. placano l’ansia ricorrendo a farmaci, le preoccupazioni assumendo droghe o alcool, producendo un deterioramento psicologico e fisico. Successivamente sono più propense a sviluppare apatia, difficoltà nell’attenzione e nell’ascolto, instabilità emotiva, ansia, abuso di alcool, droghe e sostanze, paure verso il partener e gli altri. L’esperienza della violenza appare difficilmente dimenticabile: un dramma incombente grava nella donna, che deturpata nella parte più delicata e intima della sua persona si ammala e si sente pienamente responsabile del trauma accadutole.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La gestione e l'approccio dell'infermiere forense alla donna vittima di abusi sessuali

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Informazioni tesi

  Autore: Marcello Noto
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master infermieristica forense
Anno: 2012
Docente/Relatore: Saladini Gino
Istituito da: Università Telematica TEL.M.A.
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

FAQ

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