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Temporary Management a supporto della strategia di internazionalizzazione delle PMI. Una Survey su un campione di aziende italiane

Le teorie dell’internazionalizzazione

La premessa del prossimo capitolo è che non esiste una teoria universale sull’internazionalizzazione, ma bensì diverse prospettive teoriche susseguitesi e sviluppatesi nel corso degli anni. Tuttavia, prima di elencare le varie teorie, è necessario definre il concetto di internazionalizzazione, il quale presenta diverse possibili interpretazioni. Il dibattito in questione vede due principali contrapposizioni: una prima visione considera internazionalizzate quelle imprese che vendono sui mercati esteri, a prescindere dalla modalità con la quale viene raggiunta la clientela; una seconda visione, in contrasto alla precedente, considera un’impresa realmente internazionalizzata solo quando quest’ultima opera con proprie unità produttive e di vendita all’estero. In realtà, esistono diversi gradi di internazionalizzazione, secondo la numerosità e l’intensità dei rapporti che l’impresa intrattiene con i suoi principali interlocutori internazionali.

Nel mondo delle PMI, molte imprese sono internazionalizzate solo perché vendono saltuariamente all’estero, operando attraverso intermediari e senza una conoscenza diretta del mercato; all’estremo opposto, altre sono internazionalizzate perché hanno localizzato proprie unità produttive in altri Paesi. È forse più opportuno parlare quindi, di diversi gradi di presenza sui mercati esteri: dall’esportazione indiretta a quella diretta, passando da un processo di integrazione crescente attraverso uffici di rappresentanza, sedi e filiali, fino alla definizione di alleanze strategiche e/o investimenti diretti veri e propri.

Queste diverse fasi, sottendono per l’azienda diverse entità di impegno, di rischio, di capacità di gestione e controllo dei processi e, non ultimi per importanza, di livelli di marginalità e profitto. L’internazionalizzazione quindi, come sostengono Welch & Luostarinen (1998), può essere considerato come “un processo di crescente coinvolgimento in operazioni internazionali”, più che uno status acquisito in un preciso momento storico.

È possibile individuare tre fasi storiche del processo di internazionalizzazione:
1) Fase fordista (anni ’70): solo le grandi imprese ricorrevano a forme di internazionalizzazione commerciale e di penetrazione nei mercati esteri;
2) Fase post-fordista (anni ’80): l’internazionalizzazione diviene un fenomeno molto diffuso in quanto le imprese ricercano sul mercato internazionale le condizioni di produzione più efficienti (in particolare basso costo del lavoro e vicinanza ai mercati di sbocco);
3) Fase attuale: adozione di un percorso più complesso che coniuga i tradizionali aspetti commerciali e produttivi con l’incremento degli investimenti diretti all’estero e la costituzione della cosiddetta “impresa a rete”, che permette alle organizzazioni di specializzarsi nello svolgimento di specifiche fasi produttive.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Temporary Management a supporto della strategia di internazionalizzazione delle PMI. Una Survey su un campione di aziende italiane

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Paoletti
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Economia
  Corso: Strategia Management e Controllo
  Relatore: Antonio Corvino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 133

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