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A metà strada tra il vaudeville con le sue troupes viaggianti e gli spettacoli dal
vivo e la televisione con le sue forme audio-visive di intrattenimento, l’America
amava la radio. A suscitare questo interesse non era la monotonia delle notizie e
della programmazione musicale contemporanea, probabilmente popolare e
lucrativa, ma priva di immaginazione creativa. Piuttosto, l’America era
innamorata di un mezzo di intrattenimento che metteva in mostra tutto quello che
derivava dal dramma di qualità, dalle soap-opera mondane, dallo sport, fino alle
formule dei racconti polizieschi, agli spettacoli comici di varietà, ai più recenti
sviluppi delle notizie dal mondo. A partire dagli anni ’40, quasi ogni casa nella
nazione era fornita di un ricevitore attraverso il quale ascoltare i programmi e
divertirsi. Cercando di compiacere un’audience di milioni di cittadini della
middle-class relativamente equi e liberi, la radio rifletteva inevitabilmente
l’ambiente democratico che serviva.
La radio stava anche compiendo i primi tentativi di una programmazione comica
regolare. Il successo dello spettacolo del 1922 di Ed Wynn, “The Perfect Fool”,
illustrò presto che l’humor verbale era facilmente adattabile alla radiodiffusione.
Alla fine del 1925 diverse commedie seriali erano già apparse, inclusa “The Smith
Family” con Jim e Marian Jordan (più tardi conosciuta come Fibber McGee e
Molly); inoltre gli stili comici dei menestrelli e del vaudeville trovarono i loro
modelli nel successo di comici come Sam e Henry (Freeman Gosden e Charles
Correll, più tardi conosciuti come Amos ’n’ Andy). Per la superiorità schiacciante
dei cittadini fu l’era della radio. Gli anni ’20, che vennero chiamati ‘tempo di
normalità’, furono in realtà caratterizzati generalmente da prosperità, sicurezza di
sé, isolazionismo, e una relativa abbondanza di tempo libero. Arrivando come
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fece, dopo la prima guerra mondiale, con la sua austerità e la sua abnegazione, la
nuova decade fu un tempo sperimentale in cui emersero nuovi valori e nuovi
modelli.
Il lavoro è diviso essenzialmente in cinque parti: la prime tre intendono appunto
tracciare l’origine della situation comedy radiofonica americana, chiarendo le
modalità attraverso le quali prosperò nella seconda metà degli anni ’20 e di come
cedette il suo primato alla tv agli inizi degli anni ’50. La televisione, infatti,
divenne il nuovo passatempo della nazione e proprio a causa di questo nuovo
mezzo la natura dell’intrattenimento radiofonico mutò. Malgrado ciò, la
commedia influenzò la prima programmazione radiofonica in quanto alcune delle
prime “sitcoms” televisive derivavano dagli spettacoli radiofonici. Possiamo
considerare la sitcom come un vero e proprio “fenomeno sociale”, lo specchio di
ottant’anni di storia, dagli anni difficili della grande depressione economica fino
ai giorni nostri, in cui vengono ripercorsi fedelmente gli avvenimenti e le
trasformazioni sociali del secolo trascorso. La situation comedy, con le sue storie
divertenti e umoristiche, ha rappresentato il rifugio ideale delle famiglie
statunitensi prima, e di tutto il mondo poi, durante i periodi di crisi non solo
societaria, ma anche personale. La quarta parte si concentra in particolar modo
sulle caratteristiche e sui generi della situation comedy radiofonica.
L’ultima parte prende in rassegna le commedie radiofoniche più importanti del
tempo, descrivendone il contenuto e concentrandosi anche su aspetti particolari
caratterizzanti ciascuna trasmissione.
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1. ORIGINE DELLA SITUATION COMEDY
1.1 Definizione e storia della situation comedy
Applicando il termine significativo di sitcom americanus, lo storiografo di media
Gerald Nachman descrive la categoria nel modo seguente:
La situation comedy era una forma comica totalmente nuova. Si avventurava oltre
le scenette comiche orientate alla battuta di spirito e coinvolgeva le vite degli
ascoltatori della middle-class - semplici incidenti all’interno della farsa
domestica… la radio era l’intrattenimento di massa più popolare, e la sua
audience, per la maggior parte persone di cultura media e suburbana in continuo
aumento, era divertita e lusingata nel vedersi riflessa in spettacoli che gettavano
luce sul suo duro lavoro, ma non mettevano mai in dubbio l’intera unità familiare
americana. “The Aldrich Family”, “A Date with Judy”, e “Vic and Sade” non
distinguevano genitori divorziati, madri non sposate, figli illegittimi, e prole
birazziale. Le sitcoms radiofoniche non blateravano sulla famiglia nucleare
perché essa non era mai stata minacciata
1
.
Una sitcom o situation comedy è un genere di rappresentazione comica concepita
originariamente per la radio, ma oggi rappresenta uno spettacolo tipico della
televisione. Le sitcoms solitamente consistono in personaggi ricorrenti all’interno
di un format in cui sono presenti uno o più intrecci umoristici accentrati attorno ad
un ambiente comune, come ad esempio la casa o il luogo di lavoro.
1
Gerald Nachman, Raised on Radio (New York: Pantheon Books, 1998), p. 212.
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La situation comedy, originata negli Stati Uniti, viene oggi prodotta in tutto il
mondo.
Le commedie di Aristofane nell’antica Grecia, di Terenzio e Plauto nell’antica
Roma, e di Shakespeare e Molière nell’Europa post-rinascimentale erano
essenzialmente situation comedies.
L’essenza dell’attuale e moderna situation comedy televisiva consiste nel fatto che
i personaggi rimangono nella stessa situazione di episodio in episodio. La
situazione è di solito quella di una famiglia, di un luogo di lavoro, di un gruppo di
amici. Le sitcoms si fondano sulla familiarità, l’identificazione ed il riscatto di
credenze popolari.
Merriam-Webster non aggiunse il termine situation comedy ai suoi dizionari fino
al 1946, che venne poi riassunto in sitcom nel 1964.
L’autorità linguistica delineò la frase come “una serie comica radiofonica o
televisiva comprendente un cast fisso di personaggi in una successione di
episodi”.
Anche se molti possono pensare alla sitcom come prodotto degli anni ’40 o forse
degli anni ’30, gli storici radiofonici hanno affermato che la forma può essere
rintracciata negli anni ’20.
Benché in quel tempo non fosse ancora riconosciuta da una frase descrittiva, la
maggioranza delle autorità concordano sul fatto che le origini della sitcom si
possono far risalire a quei 10 minuti concisi di scambi umoristici serali – Sam ’n’
Henry - che Freeman Gosden e Charles Correll lanciarono sulla stazione
radiofonica WGN di Chicago il 12 gennaio del 1926, parzialmente ispirata
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dall’idea di apportare un misto di humor e continuità, presente nei comic strips, al
nuovo mezzo radiofonico.
A questa serie fece seguito “Amos ’n’ Andy” (1928) e “The Rise of the
Goldbergs” (1929), che perpetuarono la forma e la solidificarono, facendola
divenire un nuovo genere della programmazione radiofonica. Queste serie
offrivano personaggi ricorrenti che agivano all’interno dell’ambiente familiare,
tratti questi emblematici della successiva produzione di sitcoms. Nonostante
Webster (ed il paese) avesse impiegato più di due decadi per classificare il genere,
la situation comedy o sitcom esisteva di già ed era in funzione prima che qualcuno
la qualificasse. Negli anni ‘30 il consenso fu limitato ad una manciata di sitcoms,
in quanto la maggior parte degli ascoltatori preferiva uno spettacolo misto di
varietà e commedia unito ai clowns da palcoscenico. Questo genere di spettacoli
aveva come protagonisti personaggi che divennero presto leggende radiofoniche,
come Fred Allen, Jack Benny, Eddie Cantor, Jimmy Durante, Jack Pearl, Joe
Penner, Rudy Vallee, Ed Wynn ed altri.
Secondo lo storiografo Fred MacDonald, Amos ’n’ Andy fu l’unica sitcom di
successo strepitoso degli anni ’30. Quando sul finire della decade la sua popolarità
cominciò a scemare, Fibber McGee and Molly emerse come leader nuovo e
indiscusso di sitcoms. Fece così tanto scalpore da provocare, sul finire degli anni
’30 e l’inizio dei ’40, la comparsa di un gruppo di brillanti situation comedies.
Seguirono successivamente, “The Aldrich Family” e “Blondie” (entrambe
esordite nel 1939), “Duffy’s Tavern”, “A Date with Judy” e “The Great
Gildersleeve” (entrambe del 1941). Conseguentemente a queste innovazioni, i
comici di vaudeville che si trasferirono alla radio furono costretti a modificare le
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loro consuetudini comiche orientate alla vista in favore di quelle orientate al
sonoro.
“Negli anni ’40, la chiave del successo con le audiences”, attestò l’astuto teorico
di media, MacDonald, “era lo sviluppo di un personaggio umano fallibile,
riconoscibile, amichevole con il quale gli ascoltatori potessero calorosamente
identificarsi”
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. Perciò le audiences erano attratte dall’arrivo dei nuovi protagonisti,
come Corliss Archer, Archie Andrews, Judy Canova e Chester A. Riley, che
riempivano i posti vuoti dei programmi guida. Al contempo, per evitarne
l’estinzione, comici venerati quali George Burns e Gracie Allen trasformarono le
loro grandiose serie centrate su scenette comiche separate, in situation comedies
di mezz’ora. Questa revisione, effettuata nel 1941, gli fece riacquistare il posto dei
top 10 performers, dopo essere scesi al gradino più basso nella scala del rating.
Erano nuovi giorni all’interno della commedia sonora e gli uomini di spettacolo
potevano o passare dalla parte del vincitore, o rischiare la disoccupazione. Mentre
ci si avvicinava alla fine degli anni ’40, la sitcom si sviluppò. Si trattava di un’era
nella quale il mezzo raggiunse le sue audiences più vaste ed i suoi fans più fedeli.
Gli spettacoli iniziali di maggior successo tra cui “My Friend Irma” (il cui debutto
risale al 1947), “Junior Miss”, “Our Miss Brooks”, “The Phil Harris-Alice Faye
Show” e “Life with Luigi” (tutti del 1948), “My Favorite Husband” e “Father
Knows Best” (entrambi del 1949), furono tutte innovazioni allettanti. Nel
momento in cui, a partire dalla decade successiva, il golden age radiofonico si
avvicinò al tramonto, alcune delle 170 sitcoms avevano ormai esaurito le loro
allegre trame.
2
J. Fred MacDonald, Don’t Touch That Dial!: Radio Programming in American Life from 1920 to
1960 (Chicago: Nelson-Hall, 1991), p.135.