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1.1 Cenni sul panorama letterario della Cuba dei nostri giorni
“Un popolo che soffre produce grande letteratura e grande cinema,
perchØ la forza della parola non la puoi fermare”: queste le significative
parole pronunciate da Miguel Mejides
1
al Pisa Book Festival del 2007. ¨
sicuramente vero che il popolo cubano stia soffrendo, non tanto per un
embargo mai terminato, sebbene, grazie a mercato e borsa nera, spesso eluso,
quanto per il regime che non risponde minimamente alle necessità ed esigenze
di libertà e iniziativa economica del paese (Lupi 2007). Terra di poesia e
cultura, Cuba è adesso luogo di narratori impegnati a raccontare le difficoltà
di vivere che caratterizzano il loro tempo.
Da sempre legata al mondo letterario latino-americano, che costituisce
un corpus maggiore nel quale è possibile inscrivere la produzione letteraria di
Cuba, quest’ultima, insieme a Portorico e alla Repubblica Dominicana,
compongono un nucleo a parte, quello dei Caraibi, che cerca di mantenere la
continuità con il continente ma, allo stesso tempo, di differenziarsi per le sue
specificità, guadagnandosi un vasto numero di lettori (Araújo 1996: 374).
Una di queste ricercate specificità è proprio data dal contesto storico-
sociale, che, per quanto possa essere considerato simile a quello di altri luoghi
dell’America Latina, rimane decisamente unico.
1
Nato a Nuevitas nel 1950, è uno dei piø originali romanzieri nel vasto panorama della narrativa cubana
attuale. Vanta un’ampia produzione di romanzi e racconti tradotti in italiano, francese e tedesco e alcuni dei
suoi lavori sono stati inseriti in antologie europee.
6
La rivoluzione del 1959 chiuse la pessima situazione in cui il paese era
sprofondato con la dittatura di Fulgencio Batista, dando inizio ad una vera e
propria esplosione culturale: nacquero case editrici, riviste, supplementi
letterari, e vari scrittori poterono finalmente far stampare le loro opere: per
esempio, JosØ Lezama Lima, il grande romanziere Alejo Carpentier, il
drammaturgo poeta e saggista Virgilio Piæera, Cintio Vitier e JosØ Martí, tra i
piø grandi narratori e poeti cubani di tutti i tempi. Molto famosa, inoltre, è la
poetessa e narratrice Dulce María Loynaz che aveva pubblicato parte della
sua opera in Spagna, prima della rivoluzione, e che iniziò a pubblicare nel suo
paese solo quando venne insignita del Premio Nazionale di Letteratura nel
1987.
La politica di Fidel Castro portò poi, col tempo, ad un’inversione di
tendenza, cercando di far confluire i vari punti di vista possibili nell’unico
consentito dalla politica ufficiale, quello seguito tutt’oggi dal regime. In
questo clima si produce una sorta di divisione all’interno della produzione
letteraria: una letteratura dei residenti in patria, i cui autori sono talvolta
asserviti al regime e utilizzati come mezzo di propaganda, e una letteratura
della “diaspora”, termine di origine greca che indica la migrazione di un
intero popolo costretto ad abbandonare la propria terra natale per disperdersi
in diverse parti del mondo; quest’ultima si adatta bene a rappresentare sia
quella gran parte di scrittori e poeti che hanno lasciato l’isola per far sentire la
loro voce dai luoghi d’esilio, forzati o volontari, sia quelli che, pur rimanendo
7
in patria, riescono in qualche modo a pubblicare i loro lavori in versione
ridotta, a Cuba, e in versione integrale, all’estero. Tra questi ultimi è doveroso
citare Pedro Juan GutiØrrez (noto piø come poeta e scultore che come
narratore, poichØ i suoi romanzi sono proibiti), Reinaldo Arenas (scrittore
scomodo per il regime, imprigionato varie volte e, prima della sua morte nel
1990, esiliato a New York), Leonardo Padura Fuentes
2
(noto per le sue storie
poliziesche), Yoss (pseudonimo con cui si firma JosØ Miguel SÆnchez
Gómez), Alejandro Torreguitart Ruiz (giovane scrittore i cui libri sono stati
pubblicati in Italia). Tra coloro che sono invece in esilio si ricorda Abilio
EstØvez (residente in Spagna, scrive opere teatrali, poesie e racconti), ZoØ
ValdØs, Heberto Padilla (morto nel 2000, ma che continua ad essere uno degli
scrittori piø letti), Guillermo Cabrera Infante (in esilio volontario a Londra dal
1965 al 2005, anno della sua morte), FØlix Luis Viera, (vive in Messico dopo
essere scappato da un Umap
3
cubano).
C’è da dire che la quasi totalità di questi scrittori parlano della loro
isola, e lo stile che predomina è marcatamente realista, dotato di un registro il
piø vicino possibile alla realtà concreta (Espinosa 2003).
¨ proprio questo che accomuna molti dei narratori e delle narratrici
cubane (sia quelli che fanno da ponte tra il prima e il dopo rivoluzione, sia le
successive ondate di scrittori, già frutto della formazione rivoluzionaria): nelle
2
Si segnala che l’autore, nel 2006, ha pubblicato un romanzo tratto dal diario del grande poeta cubano
dell’Ottocento JosØ María Heredia, morto in esilio.
3
Campo di rieducazione e lavori forzati per dissidenti, omosessuali, antisociali.
8
loro opere si ritrovano temi ricorrenti come gli apagones
4
, lo sviluppo sempre
maggiore del fenomeno delle jineteras
5
, le difficoltà e ristrettezze materiali
che affliggono questo popolo.
Tra i generi piø coltivati dalle ultime generazioni si menzionano il
genere testimonio
6
, ispirato dalla figura di Ernesto Che Guevara, il romanzo
poliziesco, soprattutto di spionaggio, di derivazione nordamericana o
francese, la fantascienza, oltre naturalmente alla poesia, alla saggistica e al
teatro (si cita a tale proposito Senel Paz, autore di “Fresa y chocolate”,
soggetto per uno dei film cubani piø famosi del mondo).
Si può, tuttavia, affermare che, nonostante la censura vigente, il paese è
decisamente molto attivo e vivace dal punto di vista culturale, come si evince
dalle decine di concorsi letterari e manifestazioni culturali che si tengono in
ogni periodo dell’anno. Oltre al concorso nazionale del romanzo giallo,
organizzato dal Ministero dell’Interno, va ricordata la Fiera Internazionale del
Libro, il concorso Alejo Carpentier, i premi Casa de las AmØricas
7
e
UNEAC
8
e, al di fuori del panorama letterario, la Biennale dell’Avana, la
4
Metodo utilizzato in molti paesi sottosviluppati, soprattutto nell’America Latina, per limitare il dispendio di
energia; nell’isola di Cuba, infatti, in momenti prestabiliti, lo Stato toglie la corrente elettrica in varie parti
del territorio.
5
Giovani ragazze o ragazzi (jineteros) che frequentano i turisti in cambio di dollari, regali o semplicemente
per chiacchierare, alla ricerca di una relazione basata sui sentimenti piø che sul sesso, per poter avere una vita
migliore, sposandosi o uscendo da Cuba.
6
Questo genere è imperniato sulla testimonianza diretta di una persona che racconta episodi di vita che
hanno generalmente a che fare con una situazione di emergenza, come la guerra, la povertà, la violenza o la
prigionia. (Tardio Therese, “Testimonios” in http://www.jrank.org/cultures/)
7
Sorta in seguito alla rivoluzione, la “Casa de las AmØricas” attribuisce ogni anno premi ai migliori scrittori
e poeti del continente americano; stampa inoltre, annualmente, una quarantina di opere letterarie di qualsiasi
genere concernenti l’America Latina, che, appena immesse sul mercato, vengono esaurite nel termine di
pochi giorni. (http://www.siporcuba.it/scrittoricubani.htm)
8
La “Unión de Escritores y Artistas de Cuba” è un’organizzazione sociale con fini culturali e artistici, che fa
parte del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite e raggruppa scrittori e artisti cubani; fondata il
9
Festa della cultura Iberoamericana, il Festival delle radici africane e la celebre
Festa del Fuoco.
22 agosto del 1961 dal poeta NicolÆs GuillØn, ha da sempre rappresentato una istituzione importante e di
rilevante prestigio in tutti gli ambiti delle arti estetiche e filosofiche. Tra le figure che hanno collaborato alla
sua direzione si possono ricordare Alejo Carpentier, JosØ Lezama Lima e RenØ Portocarrero.
(http://www.uneac.org.cu/)
10
1.2 Le donne della letteratura cubana contemporanea
Le donne, nella storia dell’umanità, hanno sempre vissuto una
situazione di marginalità e svantaggio che ha impedito loro, tra le tante cose,
il libero accesso alla cultura e all’educazione, considerate cosas de hombres.
Da sempre vista nel doppio ruolo (se non triplo, quando dedita ad un lavoro al
di fuori delle mura domestiche) di riproduttrice e conservatrice della specie,
oltre che addetta ai lavori di casa e alla crescita dei figli, la donna è, tuttavia,
sempre stata anche generatrice di una cultura specifica con propri codici e
peculiarità. Questo è avvenuto lentamente nel corso dei secoli perchØ «la
inferioridad mental de la mujer ha sido principalmente falta de libertad. Y la
libertad no se conquista de pronto: es obra prolongada, conquista cotidiana»
(Ureæa 1982: 455). Infatti, i gruppi oppressi, come risposta al sentimento di
umiliazione e alienazione che comporta l’emarginazione e come espediente
difensivo della propria identità, possono dare origine ad un’espressione
artistica che presenta qualità e temi comuni, talvolta esclusivi e alternativi
(Yaæez 2000: 17).
Ciò è accaduto proprio alle donne cubane, a quelle che hanno dato
voce, tramite la narrativa, a questa loro condizione: la Condesa de Merlín
(1789-1852, pseudonimo di María de la Merced Santa Cruz y Montalvo, è una
tra le prime scrittrici di Cuba), Gertrudis Gómez de Avellaneda (1814-1873,
narratrice, poetessa e scrittrice di teatro, oltre che giornalista e sperimentatrice
11
di moltissimi generi letterari), Lydia Cabrera (1899-1991, nota per la sua
rielaborazione della prosa afrocubana), Dulce María Loynaz (1902-1997,
poetessa e narratrice, dedita ad opere di ambito fantastico e filosofico), RenØe
MØndez Capote (1901-1989, celebre per alcune sue opere appartenenti al
genere testimonio
9
), Dora Alonso (1910-2001, giornalista e scrittrice, tra le
prime a cimentarsi in letteratura per bambini). La scrittura e la forte
personalità delle appena menzionate Antepasadas, che iniziarono a pubblicare
prima del 1959, influenzerà in maniera significativa la successiva letteratura
femminile: il tratto piø saliente che le differenzia è il ricorso frequente e
diffuso al racconto breve che le Antepasadas non utilizzavano quanto la
poesia e il saggio, mentre ciò che denota la continuità tra le une e le altre è la
ricerca di una identità, in una società in cui, anche dopo la rivoluzione,
permangono diversi aspetti di machismo e in cui i valori trasmessi non sono
ancora di vera uguaglianza.
Sebbene dopo il 1959 sia stato creato a Cuba un organismo che si
occupa delle pari opportunità tra uomo e donna e non permette distinzioni, nØ
in campo lavorativo, nØ in campo sociale, e nel 1975 sia stato redatto il nuovo
Código de Familia, che trasforma in materia giuridica il dovere dell’uomo di
dividere con la moglie le faccende domestiche, c’è ancora molto da
conquistare, poichØ la trasformazione dei costumi esige e presuppone un
cambio radicale di mentalità (Campuzano 1996: 356-357). Attualmente la
9
Cfr. nota 4
12
donna ha però preso coscienza dei suoi diritti, raggiunto i livelli piø alti di
istruzione (la maggioranza dei medici e del personale tecnico e universitario
sono donne) e occupa posti di rilievo e di forte responsabilità anche
all’interno della vita politica, sociale e culturale, pur se in percentuale molto
inferiore agli uomini.
Dal periodo della rivoluzione fino ai nostri giorni, le intellettuali
cubane sono progredite in «ciencia y conciencia»
10
ma la sfida riguardo alle
pari opportunità si mantiene in altri terreni e conflitti (Yaæez 2009: 162). Per
quanto riguarda il campo letterario, la critica dominicana Daisy Cocco de
Filippis individua tre tappe nella lotta delle scrittrici volta a far sentire la loro
voce: sostiene, infatti, che si sia passati da “combatidas” (censurate o,
addirittura, che si autocensuravano) a “combativas” (presa di coscienza e
reazione con rabbia) fino a “combatientes” (raggiungimento della sicurezza di
se stesse che permette di affrontare la realtà con humor e ironia). Il primo
stadio si riferisce ad alcuni comportamenti del passato, quando alle donne
veniva impedito qualsiasi tipo di espressione e loro stesse tendevano a non far
conoscere le proprie idee per evitare la censura da parte di terzi, mentre il
secondo riguarda la successiva e conseguente consapevolezza che le ha
portate ad organizzarsi e a reagire. Infine, il terzo considera il ruolo attivo
delle donne nel trarsi fuori dall’emarginazione fino allora subita,
principalmente tramite l’espediente dell’umorismo e della satira verso la
10
Si tratta dello slogan pronunciato da Camila Henríquez Ureæa (1894-1973), intellettuale cubano-
dominicana, celebre pioniera delle idee femministe, autrice di molti saggi a riguardo.
13
società. La critica e narratrice Mirta Yaæez aggiunge una quarta fase,
riferendosi alla grande produzione di qualità da parte di un gruppo di scrittrici
cubane dell’ultima decade, al proliferare di antologie, di buoni libri, di premi
e riconoscimenti vari, tanto che afferma che «ahora, cuando no estamos o no
se nos menciona, pues brillamos por nuestra ausencia» (Yaæez 2009: 163).
Pertanto la letteratura cubana, che per secoli è stata dominata quasi
totalmente da uomini, registra oggi una forte presenza di scrittrici che hanno
arricchito in maniera variegata e stimolante il panorama letterario dell’isola e
che cercano, in molti casi, di portare la propria voce anche fuori da Cuba.
Alcune di loro hanno, per volontà propria o altrui, lasciato l’isola e
pubblicano le loro opere da altri paesi, come Cristina García (dagli Stati
Uniti), Mayra Montero (da Portorico), Karla SuÆrez e ZoØ ValdØs (dalla
Francia); quest’ultima è anche importante autrice di poesie, come Reina
María Rodríguez, Nancy Morejón e Chely Lima (che vivono in patria), che
continuano a mantenere vivo questo genere fondamentale nella tradizione
femminile cubana. Altre tendenze frequentate sono, come abbiamo detto, la
letteratura testimonio (Nancy Morejón e Marta Rojas) e quella per bambini, il
genere poliziesco, il racconto fantastico e la fantascienza. Per quanto riguarda,
invece, il racconto e il romanzo, si menzionano, tra le tante, Marilyn Bobes
(giornalista, poetessa e narratrice), Mirta Yaæez, Nancy Alonso, Ena Lucía
Portela, Yoani Sanchez (blogger e scrittrice classificata dalla rivista Time tra
le 100 piø influenti al mondo, grazie al suo portale Generación Y), Mylene
14
FernÆndez Pintado, Anna Lidia Vega, tutte vincitrici di qualche premio o
menzione letteraria.
Per quanto ciascuna di queste scrittrici si differenzi dalle altre per le
proprie particolarità, personalità o stile, si possono individuare alcuni temi e
caratteristiche comuni, come la tendenza ad eludere l’aspetto politico, ma non
il riferimento al contesto sociale, la varietà stilistica, l’originalità nell’utilizzo
della lingua e delle strutture narrative, che rompono con la tradizione,
l’interesse alle relazioni umane e relativa riflessione su tale dimensione, il
realismo, non solo come mera descrizione della vita cubana attuale, ma pure
come espressione dell’esagerazione, l’assurdo, l’humor nero, la magia, il
soprannaturale; Nara Araújo afferma non a caso che «el humor, la ironía y el
absurdo, son armas que la escritora cubana ha sabido manejar» (Araújo 1996:
378).
Coesiste, inoltre, una narrativa di fatti, dove si racconta la storia in
modo classico, lineare (come, per esempio, in María Elena Llana) e una
narrativa dove il linguaggio, sempre colloquiale e attinto dalla tradizione
orale, è il protagonista (come in Aymara Aymerich), insieme ad un modo di
narrare che si muove tra l’immaginazione e la storia, l’utopia e il concreto, il
mito e il realismo riprendendo scrittori e scrittrici del passato e dando prova
che la riflessione filosofica, la rielaborazione dei miti o la fantasia non sono
“sólo para hombres”.
15
CAPITOLO II - NANCY ALONSO: DALLE SCIENZE
MEDICHE ALLA SCRITTURA
16
2.1 Cenni biografici
Nata all’Avana il 28 ottobre 1949, Nancy
Margarita Alonso Gonzá lez trascorre la
maggior parte della sua vita a Cuba, dove
risiede attualmente, nel quartiere del litorale
habanero di Cojímar. Laureatasi in Scienze
Biologiche nel 1972, presso l’Università dell’Avana, ha lavorato come
ricercatrice e docente di ruolo di Fisiologia Medica presso l’Istituto Superiore
di Scienze Mediche della capitale (Instituto Superior de Ciencias de La
Habana) fino al 1998. Nel 1989 si reca in Etiopia per lavorare come
cooperante internazionale presso il Jimma Institute of Health Sciences, dove
resterà fino al 1991; tale esperienza la segnerà in maniera indelebile, e sarà
proprio la molla che farà scattare in lei, donna di formazione puramente
scientifica, il desiderio di condividere con gli altri, e tramite la scrittura, le
vicende africane.
¨ membro dell’UNEAC e attualmente collabora come ricercatrice ed
editrice con le Ediciones Boloæa dell’Ufficio Storiografico dell’Avana
(Oficina del Historiador de la Ciudad de La Habana), dove sta al momento
lavorando alla stesura di un epistolario del primo storico della città
dell’Avana.
17
2.2 La scrittura e Nancy Alonso
Ciò che colpisce maggiormente nella vicenda letteraria dell’autrice è
proprio la sua formazione scientifica. Come afferma lei stessa in un’intervista,
rilasciata nell’ambito di un convegno, a Silvia Favaretto (2003: 109):
Yo nunca pensØ –ni siquiera soæØ– dedicarme a la narrativa ni a ningún otro
gØnero literario. Soy graduada en Ciencias Biológicas y durante veinticinco
aæos fui profesora e investigadora en el campo de la Fisiología MØdica. Mis
relaciones con la escritura no rebasaban los límites de los apuntes de clases,
la redacción de artículos científicos y textos acadØmicos.
Nel periodo vissuto in Etiopia inviò lettere a familiari e amici per
raccontare la sua esperienza, nonchØ le sue riflessioni, ora dolorose ora felici,
nell’affrontare una cultura così diversa: al suo rientro a Cuba le venne
suggerito di raccontare per iscritto tale vicenda, ma lei inizialmente rifiutò,
non sentendosi all’altezza e perchØ il ricordo di quei luoghi era ancora troppo
vivo dentro di lei nella sua drammaticità. In seguito, grazie all’amica Mirta
Yaæez
1
che la spinse a scrivere e che le suggerì la lettura di alcuni libri
riguardanti la realtà africana, cominciò a pensare alla stesura di una
testimonianza sulla vita dei cooperanti internazionali in Africa. Ma ciò che
fece scaturire in lei il bisogno di esprimersi mediante la parola scritta fu la sua
realtà storica, cioè quella cubana: infatti, nell’estate del 1994 l’autrice
assistette dalla finestra della propria abitazione vicino al mare, all’esodo di
1
Poetessa, saggista e narratrice cubana contemporanea, nonchØ critica cinematografica e letteraria. Docente
all’Università dell’Avana, e autrice di moltissime pubblicazioni, collabora con numerose associazioni
culturali, sia cubane che straniere; ha vinto, inoltre, numerosi premi letterari.
18
massa dei balseros
2
verso gli Stati Uniti. Tali scene la emozionarono molto e,
quasi di getto, scrisse il suo primo racconto El sØptimo trueno, nel quale si
mescolano le immagini dei balseros con i ricordi di una vecchia storia
d’amore associata a un altro esodo di massa, quello di piø di centomila cubani
che emigrarono, nel 1980, partendo dal porto di Mariel
3
. A tal proposito la
scrittrice ha affermato che: «La fuerza de los acontecimientos del verano de
1994 desvió mi impulso de testimoniar el pasado hacia un presente imposible
de soslayar. Desde entonces escribo historias que narran costados de la vida
de mi país» (Favaretto 2003: 110).
Va detto che, per quanto riguarda il libro sull’Etiopia, Nancy Alonso ha
per ora redatto solo alcuni racconti, che si ripromette in futuro di raccogliere e
pubblicare.
2
Si fa riferimento al gigantesco esodo verso Miami dell’agosto 1994: molti dei quasi 40.000 cubani che
avevano lasciato l’isola su mezzi di fortuna (da balsa, cioè zattera, vengono chiamati balseros) dovettero
tornare indietro perchØ non fu loro accordato l’ingresso negli Stati Uniti e si stabilirono in una tendopoli nella
base militare USA della baia di GuantÆnamo, dove in parte vivono tuttora.
3
Porto cubano piø vicino agli Stati Uniti.
2.3 Le opere
tratterà piø ampiamente nel prossimo paragrafo,
2008 dal titolo Desencuentro
da 12 racconti dove i personaggi si tr
4
Concorso letterario della città dell’Avana che si interessa soprattutto della presentazione delle novità
letterarie nell’isola.
5
Il termine “castizo” significa “puro
genuino di un paese, una regione, o una località”. (DRAE)
19
El sØptimo trueno chiude la prima raccolta di
racconti, pubblicata nel 1997, dal
primera piedra (Letras Cubanas, La Habana,
1997), che ha ottenuto la Menzione di merito
Concorso David
4
del 1995. Con un linguaggio
chiaro, rispettoso della lingua cubana piø
allo stesso tempo, dell’arguzia popolare
radicata, questa prima opera tratta
familiari provocate dall’esodo
balsas, o a causa di inviti di lavoro o di amici),
di divisioni e separazioni che la storia cubana ha
provocato nel tessuto sociale (Alfonso 2004).
Dopo la pubblicazione nel 2002 della seconda
raccolta di racconti Cerrado por reparación
(Ediciones Unión, La Habana, 2002),
iamente nel prossimo paragrafo, ne pubblica una terza nel
Desencuentro (Ediciones Unión, La Habana, 2008)
da 12 racconti dove i personaggi si trovano davanti ad alcuni dilemmi
Concorso letterario della città dell’Avana che si interessa soprattutto della presentazione delle novità
fica “puro, buono in riferimento all’origine della razza. Per estensione, tipico,
paese, una regione, o una località”. (DRAE)
chiude la prima raccolta di
, dal titolo Tirar la
(Letras Cubanas, La Habana,
che ha ottenuto la Menzione di merito al
Con un linguaggio
rispettoso della lingua cubana piø castiza
5
e,
allo stesso tempo, dell’arguzia popolare piø
tratta sia di rotture
familiari provocate dall’esodo (per mezzo di
inviti di lavoro o di amici), sia
divisioni e separazioni che la storia cubana ha
(Alfonso 2004).
Dopo la pubblicazione nel 2002 della seconda
Cerrado por reparación
Ediciones Unión, La Habana, 2002), di cui si
ne pubblica una terza nel
La Habana, 2008), composta
ovano davanti ad alcuni dilemmi trattati
Concorso letterario della città dell’Avana che si interessa soprattutto della presentazione delle novità
, buono in riferimento all’origine della razza. Per estensione, tipico,