Devianza minorile e disagio familiare: la funzione preventiva della scuola e il ruolo dell'insegnante
Il terzo millennio si è aperto all’insegna di una profonda crisi che colpisce globalmente il sistema sociale, economico e culturale dell’Occidente. Dentro tale crisi vanno moltiplicandosi le situazioni di disagio sociale e le condizioni di marginalizzazione a cui sono esposti i soggetti più fragili. Tutto questo contribuisce a incrementare le possibilità di nuove forme di devianza, soprattutto in ambito minorile. Il tema della devianza minorile sembra assumere sempre di più i contorni dell’emergenza, tanto da generare un crescente allarme sociale al quale vengono associati l’analisi dei contesti familiari e situazioni di degrado, abbandono e deprivazione, ma anche il bisogno di una riflessione pedagogica e di una progettazione educativa. Inoltre, il progressivo indebolimento dell’agenzia educativa fondamentale quale la famiglia, la sua perdita di valori e le sue trasformazioni hanno comportato nuove urgenze educative e l’emergere di nuovi bisogni educativi presi in carica dall’istituzione scolastica. La devianza minorile, quindi, non riguarda solamente gli adolescenti ma vedremo la varietà delle manifestazioni possibili di devianza anche nei bambini, sintomi di disagio e disadattamento. Ciò mostra la necessità e l’urgenza di rivedere l’importante impegno educativo svolto dalla scuola e pone un ritorno ai principi della responsabilità educativa affidata alla figura dell’insegnante, per il recupero di tante giovani vite altrimenti condannate a disperdersi in condotte autodistruttive ed antisociali. Il presente lavoro di tesi offre agli insegnanti un approfondimento sulla comprensione dei fenomeni della devianza e sui comportamenti a rischio, individua i fattori di rischio che portano a condotte devianti e delinea metodologie d’intervento preventive. Nella prima parte si propone una riflessione sui modelli teorici delle scienze umane che hanno contribuito all’interpretazione dei fenomeni di devianza. Si individuano i fattori di rischio rappresentati da situazioni di svantaggio socioculturale, dal disagio provato in ambito familiare e scolastico e da fattori individuali. Con uno sguardo approfondito sulla cultura delle famiglie mafiose e sui modelli educativi devianti che ne derivano. Nella seconda parte si presenta la fenomenologia delle condotte devianti, ossia in quali comportamenti si manifesta il disagio e la devianza in età evolutiva e le ricadute che tali condotte a rischio hanno sul sistema scolastico e sul processo apprenditivo dell’alunno. Condotte da considerare campanelli d’allarme che possono sfociare spesso in tragiche epifanie. In seguito, nella terza parte si provano a definire possibili linee di intervento per prevenire, contenere, per superare e per andare oltre tutti gli aspetti insiti nei comportamenti devianti e nelle loro conseguenze. Tali sfide e compiti spettano alla scuola e alla figura dell’insegnante nella loro funzione educativa e preventiva. Si propongono ipotesi di modelli d’intervento educativi, di strategie e tecniche didattiche, indicazioni per una sana relazione educativa docente-alunno, le buone prassi rispetto ai temi del bullismo, della legalità e della cittadinanza attiva, programmi e progetti realizzati. Ipotesi, poi, che saranno convalidate attraverso un’indagine sul campo che vede come protagonisti i docenti che operano nelle scuole Italiane. Si ragiona, perciò, sulla responsabilità educativa della scuola e dell’insegnante ma anche sul ruolo della famiglia e di tutta la comunità educante. Si vogliono offrire strumenti interpretativi e operativi relativi alle sfide dei bisogni educativi emergenti per saper intervenire sui comportamenti a rischio e sulle forme di disagio evolutivo, senza lasciare che sfocino in delinquenza e criminalità in età adulta.
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanna Rutigliano |
Tipo: | Laurea magistrale a ciclo unico |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi della Basilicata |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | Scienze della Formazione Primaria |
Relatore: | Emilio Lastrucci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 149 |
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