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Definizione di EEG (ElettroEncefaloGrafia)

Misura del flusso di corrente extracellulare che viene generato dalla somma delle attività di un elevato numero di neuroni. I potenziali di superficie sono principalmente il risultato dell'attività dei neuroni corticali piramidali disposti in corrispondenza dell'area corticale sottostante l'elettrodo. L'EEG rileva la differenza di potenziale elettrico tra un elettrodo attivo, posto al di sopra della sede dove si svolge l'attività neurale, e un elettrodo indifferente, collocato ad una certa distanza dal primo. Un EEG misura quindi la differenza di potenziale tra aree dello scalpo ed è proporzionale alla corrente che scorre nella corteccia cerebrale durante l'eccitazione sinaptica dei dendriti di molti neuroni piramidali, che giacciono proprio sotto al cranio. Ma il contributo elettrico di ciascun neurone corticale è straordinariamente piccolo ed il segnale deve attraversare diversi strati di tessuto non neurale, incluse le meningi, i liquidi che si trovano tra le meningi, le ossa del cranio e la pelle, prima di raggiungere gli elettrodi. Di conseguenza, sono necessari migliaia di neuroni attivati contemporaneamente per generare un segnale EEG abbastanza grande da poter essere rilevato. Questo ha un'interessante conseguenza sull'ampiezza del segnale EEG. Esso, infatti, dipende in grande misura da quanto è sincronizzata l'attività dei neuroni implicati. Difatti, se ciascuna cellula riceve la stessa quantità di eccitazione, ma in tempi diversi, i segnali sommati risultano esigui ed irregolari. Se tutte le cellule ricevono, invece, la stessa eccitazione contemporaneamente, i singoli segnali possono sommarsi, dando origine ad un campo elettrico più intenso. In questo caso il numero di cellule attivate e la quantità totale di attivazione possono rimanere invariate, ciò che cambia è solo la sincronizzazione dell'attività.