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Il metodo Business Pain per cercare lavoro

9 dicembre 2016

Se stai cercando un’occupazione, i business coach negli ultimi anni insistono molto sul concetto di Personal Branding, cioè la capacità di considerare se stessi e le proprie capacità come un marchio da valorizzare.
Va da sé che se noi siamo il marchio, la fatica che ogni giorno mettiamo nella ricerca e mantenimento di un’occupazione è una sorta di lavoro, il nostro business da gestire.

E cosa ci insegnano gli uffici marketing di qualsiasi azienda?
Risponde Liz Ryan, CEO e fondatrice di Human Workplace, nella sua rubrica su Forbes, dove racconta come si debba imparare dai venditori vincenti: “Oggi i venditori ascoltano molto più di quanto parlino. Fanno domande per tastare il terreno. Ascoltano per comprendere quali siano le esigenze dei clienti. E fino a che non le scoprono non dicono una parola sul loro prodotto”.

Secondo Liz questo è il nuovo modello da applicare nella ricerca di lavoro, un approccio che lei definisce Business Pain.
“Se cerchi un'occupazione il tuo lavoro è quello di costruire delle Pain Hypothesis su ciascun reclutatore a cui ti rivolgi. Non è difficile, ma non c’è nemmeno un’equazione x+y=z.”

La prima domanda da porsi è: quale problema possono risolvere le mie competenze e il mio lavoro per questa azienda?
Il primo passo è quello di conoscere a fondo l’azienda e le sfide che deve affrontare sul mercato attraverso il sito web e qualche ricerca online.

La seconda domanda è: chi ha questa esigenza nell’azienda?
Attraverso LinkedIn o il sito web aziendale è facile identificare i nominativi specifici e i contatti a cui rivolgersi per candidarsi per una posizione aperta o semplicemente proporsi.

A questo punto la lettera di presentazione, il CV e il colloquio devono essere orientati a risolvere il problema identificato, senza voler fornire soluzioni, solo sottolineando la propria consapevolezza e competenze nel settore, magari con un accenno ad un’esperienza passata, evitando inutili file di aggettivi qualificanti.

Qui un simpatico dialogo fittizio di Liz Ryan con un esempio pratico del suo metodo Business Pain.