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Il Reichstag vota la sfiducia al governo Papen

12 settembre 1932

Si riunisce il Reichstag tedesco, sotto la presidenza di Goering. Di fronte alla richiesta di mettere all'ordine del giorno la mozione di sfiducia per il governo, il cancelliere Franz von Papen ottiene un'interruzione dei lavori, che sfrutta per procurarsi il decreto di scioglimento del Reichstag. Quando la seduta riprende, Papen riappare portando la famosa cartella rossa con la quale, fin dai tempi di Bismarck, si usa portare il decreto di scioglimento. E' chiaro per i deputati che lo scioglimento è imminente, ma ogni qualvolta Papen tenta di prendere la parola Goering si volta ostinatamente facendo finta di non vederlo, con una evidente violazione dei ruoli del Reichstag che danno il diritto al cancelliere di prendere la parola prima che si passi al voto di sfiducia. Invece Goering si affretta a chiamare il voto del parlamento, mentre Papen, ignorato per l'ennesima volta, si avvicina al tavolo del Reichstagspräsident, mostra il decreto di scioglimento e abbandona l'aula con tutto il governo. Goering ignora il decreto e permette la continuazione della votazione. Anche se non ha valore legale perché ufficialmente destituito, il parlamento vota contro il governo con ben 559 voti, mentre cinque sono gli astenuti e 42 a favore. Solo a questo punto Goering prende in considerazione il decreto, ma semplicemente per dichiararlo nullo in quanto controfirmato dal cancelliere e dal ministro degli Interni Gayl ufficialmente destituiti dal parlamento.

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