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La magistratura stabilisce il fermo delle azioni Enimont

9 novembre 1990

La magistratura accoglie la richiesta dell'Eni, con una sentenza del presidente della Prima sezione civile del Tribunale di Milano, Diego Curtò, che stabilisce il "fermo provvisorio" delle azioni Enimont detenute dall'Eni e dalla Montedison. La decisione del magistrato milanese affida quindi l'80% delle azioni della joint venture chimica nelle mani dell'avvocato Vincenzo Palladino (vicepresidente della Banca Commerciale Italiana, istituto da cui il Gruppo Ferruzzi si è separato da qualche settimana), nominato custode provvisorio.
A questo punto sono Curtò e Palladino ad avere in mano il destino della joint venture; essi infatti hanno la possibilità di trasformare in via definitiva il fermo provvisorio, mantenendolo per tutta la durata dello scontro giudiziario tra l'Eni e la Montedison. Il provvedimento per Gardini rappresenta un'autentica sventura, poiché si troverebbe bloccato per anni e costretto a cogestire l'Enimont d'intesa con l'ente petrolifero e lo Stato.

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