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La discrezionalità amministrativa nella disciplina del commercio al dettaglio in sede fissa

Scopo del mio lavoro è stato quello di vagliare i margini di apprezzamento discrezionale che la vigente disciplina del commercio ex d.lgs. n. 114/1998 attribuisce a tutte quelle autorità amministrative che, a vario titolo, concorrono alla regolamentazione pubblicistica del commercio al dettaglio in sede fissa.

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4 INTRODUZIONE Scopo del presente lavoro è quello di individuare ed analizzare i pro- fili di discrezionalità amministrativa che la vigente disciplina del commercio, dettata dal decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 114 (così detta riforma Bersani), riconosce a quelle pubbliche autorità deputate alla concreta attuazione ed applicazione della normativa prevista da tale decreto, oltre ché dalle leggi regionali che ad esso sono succe- dute. Prima di ciò, tuttavia, riteniamo utili alcune preliminari considera- zioni sul contenuto della riforma che saranno, comunque, adeguata- mente approfondite nel corso della trattazione. A tal proposito ci sembra opportuno riferire immediatamente al let- tore che la distribuzione commerciale, pur rappresentando uno dei più importanti settori produttivi del Paese, è stata molti, forse troppi anni, trascurata dal legislatore. La legge 426 del 1971 è, infatti, logicamente divenuta anacronistica, al punto che negli anni 90 ha pienamente dimostrato la sua inadeguatezza a regolare lo sviluppo del settore, anche e soprattutto di fronte a quelle nuove tipologie distributive che la norma non poteva prevedere. Con la riforma si è voluto dare una risposta alle nuove esigenze sulla base di una serie di nuove impostazioni, peraltro alquanto innovative, proprie della nuova regolamentazione della materia oggetto della nostra trattazione.

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Informazioni tesi

  Autore: Pierluigi Cavallo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giuseppe Caia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 215

FAQ

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