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Il design nell'azienda, l'azienda nel design. Il caso Kartell.

Nel mercato del futuro il rapporto tra individuo e design assumerà sempre più un ruolo strategico, così come sempre più importante si rivelerà la capacità delle aziende di veicolare il proprio impegno nel concepire e creare prodotti carichi di significato, di valori, che sappiano far provare emozioni e generare riflessioni. Oggi gli oggetti, se vogliono instaurare una relazione con l’individuo, devono diventare degli interlocutori con i quali è possibile avviare dei processi di identificazione e di relazione. E gli oggetti di design riescono a comunicare tutta la loro carica progettuale, il loro essere espressione di un’attività volta allo studio delle funzioni senza trascurare l’aspetto estetico, aggiungendo “pathos, emozione, polisensualismo al mondo delle merci” . Un’opera di design deve saper commuovere, comunicare sentimenti, evocare memorie, sorprendere, trasgredire. Deve farci sentire vivi. In un’epoca come la nostra, caratterizzata dal sovraffollamento dei mercati e da una competizione che assume dimensioni globali, attuare una differenziazione dei prodotti si rivela un compito necessario e improrogabile. I vecchi strumenti utilizzati fino ad ora si rivelano inefficaci, inadeguati alla complessità dei mercati e soprattutto alle nuove sfaccettature assunte dagli individui, i quali vogliono ritrovare nel mondo delle merci, ma anche nella pubblicità, nell’allestimento dei punti vendita, nei servizi, delle valenze percettive, sensoriali e artistiche. La “persona” vuole essere stimolata alla riflessione, al gioco, alla sperimentazione. Anzi vuole di più: vuole essere stupita, sorpresa di trovare sul mercato quel qualcosa che soddisfa una sua esigenza che da tempo albergava insoddisfatta dentro di lui e alla quale non sapeva dare una risposta precisa.
Ecco quindi entrare in gioco il marketing “creativo”, alleato fondamentale e interlocutore privilegiato del designer all’interno dell’azienda. Attraverso un approccio di marketing finalizzato all’esplorazione di nuovi territori, di nuovi concept, il design si propone di approfondire la conoscenza delle diverse categorie del consumatore al fine di attuare una progettazione (design) di prodotti adatti alla soddisfazione dei desideri latenti.
Il design è innanzitutto attività progettuale, basata sullo studio delle funzioni, dalle quali possono nascere delle forme innovative, dei segni mai visti. Tramite l’approfondimento delle funzioni nascono dei linguaggi formali diversi, evoluti, il che sottolinea come il design sia molto più di una semplice operazione di styling.
Il design, oltre ad essere azione progettuale, costituisce, nelle aziende caratterizzate da una produzione fortemente design oriented, anche una “filosofia” che permea l’intera struttura aziendale. Il designer sta ampliando sempre più il suo campo d’azione, occupandosi anche della presentazione del prodotto, della sua comunicazione, delle strategie distributive, degli allestimenti dei punti vendita. In questo modo la proposta che si propone agli individui è studiata in modo globale, in modo da “[…] progettare, concertare e dirigere […] tutti gli aspetti immateriali, di relazione, di servizio, di distribuzione, di immagine, di comunicazione con il mercato” . La sfida quindi che nei prossimi anni l’azienda di prodotti di design dovrà sostenere sarà quella di orientarsi verso un più “avvolgente” e completo “design della domanda”.
Kartell, azienda di Noviglio leader mondiale nella produzione di complementi d’arredo in plastica, è un esempio di come il design, se correttamente coordinato e declinato all’interno della struttura aziendale, possa costituire un vantaggio competitivo, un’arma per attrarre i nuovi consumatori alla ricerca di beni con i quali dialogare con un “linguaggio” alternativo rispetto a quello della concorrenza. Le nuove tecnologie di produzione, lo studio delle materie prime unite ad una comunicazione a 360 gradi, coerente con il prodotto, con la pubblicità, con i punti vendita e soprattutto con la mission dell’azienda, fanno di Kartell una realtà produttiva che ha saputo sfruttare i suoi punti di forza per collocarsi in modo inequivocabile nel settore dell’arredamento di design.

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I Introduzione Negli ultimi decenni la struttura sociale dei Paesi sviluppati ha subito un’importante trasformazione, passando da una società contrassegnata dalla centralità della dimensione produttiva a una società nella quale il ruolo di maggior rilievo è stato assunto dai consumi. Si è voluto pertanto iniziare questo elaborato, che propone di illustrare il crescente ruolo del design come valore aggiunto nei prodotti e come emergente funzione aziendale nelle realtà produttive fortemente design oriented, proponendo una rassegna dei contributi sociologici sul tema dei consumi. Il capitolo 1 illustra le posizioni di Grant McCracken, Neil McKendrick e Colin Campbell riguardo i fenomeni che hanno portato alla nascita della società dei consumi. In seguito sono oggetto di riflessione le considerazioni di natura sociologica di Thorstein Veblen, Jean Baudrillard, Pierre Bourdieu e quelle di natura antropologica di Mary Douglas e Baron Isherwood. Di particolare rilievo appare il concetto di “patina” introdotto da McCracken. Nel XVI secolo, prima delle trasformazioni che ebbero come centro propulsore la corte di Elisabetta I, è convinzione diffusa ritenere gli oggetti domestici tramandati di generazione in generazione garanzia di onorabilità e di prestigio sociale per la famiglia che li possiede. I segni del tempo determinano su mobili, argenteria, quadri e suppellettili una superficie spenta, la patina appunto, che non può essere né imitata né riprodotta da coloro i quali ambiscono ad avanzare nella struttura sociale. È quindi un deterrente contro gli arrampicatori sociali. Col tempo e attraverso le nuove abitudini di consumo la patina viene soppiantata dal fenomeno della moda. Il nuovo scalza via il vecchio, la ricchezza e il prestigio sono ricondotti al possesso di oggetti nuovi, che non presentano la caratteristica della patina proprio perché il loro valore risiede nel fatto di non doverla manifestare, in quanto simboli delle ultime tendenze. Significa che questi oggetti possono essere acquistati potenzialmente da chiunque disponga del denaro sufficiente, quindi non solo da persone di nobili origini.

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Calabrò
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Gabriele Prof. Qualizza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 134

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