Skip to content

Fumo passivo e ambiente di lavoro: quadro medico, normativo e orientamenti giurisprudenziali

Negli ultimi anni notevole importanza ha rivestito la problematica degli effetti sulla salute determinati dal fumo di sigaretta, tanto quello attivo quanto quello passivo.
E’ noto che il fumo attivo costituisce la causa principale, peraltro evitabile, di mortalità in tutto il mondo occidentale: secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il numero di decessi per cancro, causati dal fumo, supera quelli dovuti a qualsiasi altro fattore; è la causa principale di broncopneumopatia cronica ostruttiva, è associato alla malattia coronaria e ai disturbi circolatori dell’encefalo.
Per fumo passivo, detto anche ETS, Environmental Tobacco Smoke, si intende l’inquinamento dell’ambiente da fumo di tabacco e la correlativa esposizione dei non fumatori: si tratta sia del fumo rilasciato nell’aria dalla combustione della sigaretta (Sidestream Smoke, corrente laterale), sia del fumo inspirato e poi espirato dai fumatori (Mainstream Smoke, corrente principale). Quando viene accesa una sigaretta, il fumo che si libera è una mistura di migliaia di componenti chimici, alcuni allo stato gassoso altri allo stato corpuscolare (materiale particolato inalabile, PM); tra questi, le nitrosamine, cancerogeni chimici, il monossido di carbonio, gas inodore, incolore ed insapore che impedisce la normale ossigenazione dei tessuti poiché si lega ai globuli rossi causando una continua intossicazione del sangue, degli organi e degli apparati, il benzopirene, idrocarburo aromatico policiclico, classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e dall’Environmental Protection Agency (EPA) come fortemente cancerogeno per gli uomini.
C’è da dire che la quantità e la qualità dell’inquinamento da fumo passivo dipendono da fattori come il numero di fumatori, la quantità di sigarette fumate, il tipo di sigaretta, la volumetria dell’ambiente, la ventilazione ed i tempi di ricambio dell’aria. Uno studio, condotto dai ricercatori della Società Italiana di Medicina Generale e dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano, ha evidenziato come la concentrazione di polveri fini nell’aria di una stanza per l’accensione di una sigaretta sia superiore ai livelli massimi consentiti dalla legge per gli ambienti esterni (il limite massimo di PM10 è di 40mcg/m³/24 ore, pena la limitazione del traffico fino al ripristino delle condizioni di normalità).
Punto di partenza per un’analisi dei danni cagionati dall’esposizione al fumo di tabacco ambientale è verificare se sussista questa esposizione e, nel caso, quantificarla. A questo scopo sono utilizzati gli indicatori biologici, i c. d. biomarkers: tra questi la nicotina e il suo metabolita, la cotinina, entrambi non presenti naturalmente nell’organismo umano ed impiegati, rispettivamente, come indicatore di esposizione recente (la nicotina permane nell’organismo meno di due ore) e per esposizioni avvenute nei 2-3-giorni precedenti (la permanenza della cotinina all’interno dell’organismo va dalle 16 alle 22 ore). Tali indicatori sono presenti nel sangue, nella saliva e nelle urine. Altri indicatori biologici sono il monossido di carbonio e la carbossiemoglobina, ma la loro potenzialità nell’evidenziare l’esposizione a fumo di tabacco è limitata dal fatto che tali fattori potrebbero essere influenzati da abitudini alimentari, stili di vita, aria ambientale. Quali conseguenze possono derivare da questa esposizione ? Nel 1999 venne pubblicato l’esito di uno studio multicentrico europeo, coordinato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e al quale l’Italia ha partecipato con i centri di Torino, di Roma e del Veneto, su 650 casi di tumore polmonare in non fumatori e 1.542 controlli: i risultati hanno confermato l’aumento di rischio per l’esposizione al fumo del coniuge e/o dei colleghi sul luogo di lavoro. Ma sono le patologie cardiovascolari e che più frequentemente risultano essere associate al fumo passivo: comporta processi di aterogenesi a causa dei danni all’endotelio, la cui integrità è necessaria per la vasodilatazione; favorisce la formazione di trombi, poiché altera la funzione piastrinica; facilita lo spasmo coronarico, determinando l’aumento di adrenalina e prostaglandina. Il risultato cumulativo porta all’insorgenza di angina pectoris, infarto del miocardio ed ictus, soprattutto se sono presenti altri fattori di rischio come diabete ed ipertensione.
Per quel che riguarda le patologie respiratorie, l’esposizione a fumo passivo determina sintomatologie acute e croniche come irritazioni respiratorie con tosse, rumori respiratori e ipersecrezione mucosa; malattie acute delle basse vie respiratorie, quali bronchiti e polmoniti; infezioni acute delle alte vie respiratorie, riniti, sinusiti e faringiti; aumento dell’incidenza di asme e peggioramento delle preesistenti condizioni asmatiche.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Mostra/Nascondi contenuto.
1 INTRODUZIONE L’uso del tabacco si diffuse nei paesi europei successivamente alla scoperta dell’America, quando i marinai “importarono” un’abitudine tipica degli indigeni che “tenevano in mano un carbone ardente, costituito da foglie secche di buon odore”, secondo quanto scritto da Cristoforo Colombo. Addirittura, nel 1560 Jean Nicot de Villemain, ambasciatore francese presso la corte portoghese, ne promosse la coltivazione e l’importazione e ne consigliò l’uso alla Regina di Francia Caterina de’ Medici, come cura per l’emicrania, essendo convinto delle sue virtù medicamentose. Nel 1579 il tabacco venne introdotto anche in Italia dal Cardinale Prospero di Santa Croce, nunzio pontificio a Lisbona: i semi vennero coltivati dai monaci dei vari ordini religiosi, che confidavano nei poteri curativi della pianta. Solo a partire dal 1590 il tabacco venne “scoperto” anche come pianta passibile di un impiego voluttuario, e l’uso divenne presto abuso. Re Giacomo I Stuart di Inghilterra divenne il propugnatore della prima campagna antifumo, indicendo pubblici dibattiti in cui venivano mostrati al pubblico cervelli e polmoni di fumatori deceduti ed emanando decreti che imponevano tasse sull’importazione del tabacco; il sovrano pubblicò anche uno studio “Counterblast against tabacco” ( Invettiva contro il tabacco ) del 1606, in cui affermò gli effetti dannosi che il fumo poteva avere sulla salute, non solo dei fumatori ma anche di quanti li circondavano: per la prima volta si parlava di fumo passivo. Nella battaglia contro il fumo intervenne anche la Chiesa: papa Urbano VIII emanò nel 1542, su richiesta della Chiesa di Siviglia, la bolla “Ad Futuram Rei

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Il miglior software antiplagio

L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.

Informazioni tesi

  Autore: Carmen Cannavale
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Pietrantonio Ricci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.

Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

ambiente di lavoro
inquinamento
malattie polomonari
salute

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi