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Mappatura delle aree agro-ecologiche della cooperativa coop.i.u.pe di Ponta de Pedras, nell’isola di Marajò (Parà, Brasile)

Il lavoro che è stato portato avanti in questa tesi ha come obiettivo principale il rilevamento topografico delle aree agro-ecologiche della cooperativa agricola COOP.I.U.PE (Cooperativa Mista e Agropecuaria Irmãos Unidos de Ponta de Pedras), situata nell'isola di Marajò, nel nord del Brasile ed è stato realizzato durante cinque mesi di lavoro di campo, dal marzo 1998 al luglio 1998; l'esigenza di sapere la grandezza di tale area nasce dalla necessità dei Caboclos (contadini locali) di organizzare un sistema di rotazione colturale che assicuri una maggiore fertilità del terreno e allo stesso tempo un maggiore rispetto ambientale. Questo discorso vale soprattutto per le aree coltivate a Roça (zone di foresta tagliate, bruciate e successivamente coltivate principalmente con manioca) in quanto, conoscendo approssimativamente la grandezza dell'area potrebbero calcolare le zone da coltivare ogni anno, tenendo in considerazione che dopo un ciclo colturale la terra va lasciata riposare per 4-5 anni, così da favorire la ricostituzione della foresta, che ridarà fertilità al terreno, per abbatterla poi nuovamente così da effettuare una nuova piantagione.
Oltre a questo è stato possibile costruire delle piccole mappe aziendali di ogni comunità, sulle quali sono riportate tutte le coltivazioni effettuate (cocco, limone, ananas, ecc…) e le abitazioni dei Caboclos; questo può essere utile per la conoscenza della totalità delle aree coltivate per ogni coltura e quindi risalire alla loro produzione potenziale. L'intenzione della cooperativa è di creare una fabbrica di trasformazione della frutta, in seguito alla difficoltà di conservazione e commercializzazione nei periodi di raccolta, quindi è importantissimo sapere la produzione potenziale delle coltivazioni per riuscire a progettare le dimensioni e quindi la produttività di tale fabbrica.
La decisione di adottare un sistema di coltivazione di tipo estensivo e con grossi investimenti di fattori produttivi non è stata del tutto razionale: un popolo abituato alla caccia, alla pesca, alla raccolta dell'açaì, con un cambiamento così grande e repentino si trova perso.
Una agricoltura intensiva per produrre ha bisogno di molto lavoro, di molta manodopera, cosa a cui non erano e non sono abituati i Caboclos in quanto sempre assistiti da ciò che la natura forniva; questo tipo di impostazione porta a bassi livelli di produzione di conseguenza a bassi livelli di reddito.
E' infatti ormai appurato che la questione importante non è lo stabilire che le pratiche derivate dalla cultura tradizionale siano le più ''sostenibili'', opinione diffusa in passato, ma piuttosto definire quali condizioni portano ad una conservazione delle risorse da parte della popolazione e quali invece favoriscono la loro distruzione, o il loro eccessivo sfruttamento (Schmink M., 1992).
Il lavoro che è stato affrontato in questa tesi ha avuto per scopo il rilevamento delle aree a diverso uso del suolo nelle varie Comunità per poter impostare, sulla base della consistenza delle superfici, una corretta gestione delle aree agro-ecologiche.
Si è potuto notare dalle che mostrano la distribuzione delle aree nelle varie Comunità che, la maggior parte del territorio è occupato da foresta, per lo più secondaria (Capoeira), di cui una buona parte viene utilizzata per la roça; solo la Comunità di ''Jaguarajò'' possiede ancora foresta vergine, che svolge un ruolo fondamentale per la rigenerazione delle altre.
Le aree adibite ad agricoltura sono una piccola parte, nonostante ciò potrebbero essere sufficienti per la sopravvivenza dei Caboclos se ci fosse un forte incremento della produttività che garantirebbe inoltre la preservazione delle aree di foresta esistenti, non essendo più necessario disboscare.
Per questo è necessario un aumento degli input per permettere un più alto livello di vita per i Caboclos ed allo stesso tempo una preservazione delle riserve naturali.

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4 INTRODUZIONE Il lavoro che è stato portato avanti in questa tesi ha come obiettivo principale il rilevamento topografico delle aree agro- ecologiche della cooperativa agricola COOP.I.U.PE (Cooperativa Mista e Agropecuaria Irmaos Unidos de Ponta de Pedras), situata nell'isola di Marajò, nel nord del Brasile ed è stato realizzato durante cinque mesi di lavoro di campo, dal marzo 1998 al luglio 1998; l'esigenza di sapere la grandezza di tale area nasce dalla necessità dei Caboclos (contadini locali) di organizzare un sistema di rotazione colturale che assicuri una maggiore fertilità del terreno e allo stesso tempo un maggiore rispetto ambientale. Questo discorso vale soprattutto per le aree coltivate a Roça (zone di foresta tagliate, bruciate e successivamente coltivate principalmente con manioca) in quanto, conoscendo approssimativamente la grandezza dell'area potrebbero calcolare le zone da coltivare ogni anno, tenendo in considerazione che dopo un ciclo colturale la terra va lasciata riposare per 4-5 anni, così da favorire la ricostituzione della foresta, che ridarà fertilità al terreno, per abbatterla poi nuovamente così da effettuare una nuova piantagione. Oltre a questo è stato possibile costruire delle piccole mappe aziendali di ogni comunità, sulle quali sono riportate tutte le coltivazioni effettuate (cocco, limone, ananas, ecc…) e le abitazioni dei Caboclos; questo può essere utile per la conoscenza della totalità delle aree coltivate per ogni coltura e quindi risalire alla loro produzione potenziale.

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Informazioni tesi

  Autore: Luigi Martini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1997-98
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Corso: Scienze Agrarie Tropicali e Subtropicali
  Relatore: Paolo Pellegrini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 111

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Parole chiave

agricoltura
brasile
caboclos
disboscamento
foresta vergine

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