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Namibia: ambiente naturale, sociale e turismo

La prima volta che ho manifestato l’ intenzione di recarmi in Namibia per effettuare un periodo di stage presso un guest lodge, le reazioni sono state di incredulità e stupore generale, alcuni neanche erano a conoscenza dell’ esistenza di questo Stato dell’ Africa Meridionale.La curiosità che fin dal primo istante della mia decisione ha pervaso il mio animo e la mia mente, é stata plasmata dal contatto con una realtà nuova, affascinante, insolita , che mi ha donato un’ esperienza unica ed indimenticabile dal punto di vista umano e professionali.Svolgere attività nell’ambito di una riserva naturale di ottomila ettari, stare a contatto e scoprire le qualità ed i caratteri di una natura incontaminata, quasi immobile nel tempo, ed al tempo stesso rendermi partecipe delle problematiche di un contesto di servizi e comfort tipici di una struttura ricettiva turistica, sono state esperienze molto gratificanti dal punto di vista professionale-formativo ed educative dal punto di vista umano.La permanenza come stagista ed attento osservatore di ogni dettaglio della realtà in cui mi sono trovato a convivere, mi ha dato la risposta che tutto ciò è possibile, che sopravvivere ed integrarsi in un simile ambiente si può fare.
Naturalmente possono presentarsi delle difficoltà legate all’ ambiente naturale e sociale: non sono state poche le controversie a livello territoriale con i locali e le istituzioni, specialmente su questioni legate alla gestione del territorio, né problematiche quotidiane per esempio nella gestione del personale. Come ho potuto verificare, i ritmi di lavoro e la giornata tipo sono molto più lenti e rilassanti, ma davvero intensi e ricchi di impegni e responsabilità. La cultura dei workers locali è molto differente da quella occidentale e dei paesi industrializzati: la disponibilità al lavoro è più legata ad una necessità di sopravvivenza che al desiderio di conoscere ed imparare nuovi mestieri ed informazioni; i lavoratori sono ancora legati ad una mentalità nomadica o agricolo stanziale, caratterizzata più da necessità nel breve periodo che a progetti di sviluppo umano e professionale. L’ idea di futuro non è contemplata e come ho potuto notare neanche l’elasticità o l’attitudine al cambiamento, perché manca in loro la fiducia nel datore di lavoro. Tutto ciò non è dovuto ad una loro regressione mentale, ma a cause storiche di sfruttamento coloniale, che come tracce principali ha lasciato maggiormente un distacco dalle loro origini e tradizioni, una mancanza di educazione civile e di formazione al lavoro, un avvicinamento troppo prematuro rispetto al loro sviluppo storico- sociale ad alcuni aspetti della mentalità consumistica occidentale, dalla quale sono attratti ma che non sanno realmente gestire.
La mia permanenza presso Swartfontein è stata di grande partecipazione, perché le attività svolte empiricamente sul territorio, quelle di ufficio e le numerose chiacchierate su queste tematiche con i titolari e gli ospiti interessati, mi ha dato l’opportunità di partecipare alle finalità di sviluppo e tutela dell’ attività nel suo insieme.E’ impossibile vivere qui e non accorgersi che ogni passo che muovi ed ogni tuo pensiero possano e debbano essere funzionali ad un’ idea di sviluppo, ad un progetto originario o semplicemente al sostentamento dell’ intera Swartfontein.
Dopo un mese di permanenza è diventato naturale e semplice vivere in questo villaggio, in questa comunità di pace e tranquillità. Le macchine sono assenti, e con il sistema fotovoltaico le emissioni nell’ aria vengono ridotte al minimo. I rifiuti vengono riciclati oppure utilizzati come fondamenta per nuove costruzioni, e la loro raccolta (una delle mie attività quotidiane di minimo sforzo e massima utilità) nei percorsi della riserva ( che mi sono preoccupato di segnare, insieme ad altri due studenti, con massi e frecce per renderli ampiamente visibili ed identificabili dagli ospiti) è un dovere, un gesto responsabile.
Non ci sono stati problemi di ambientamento né di integrazione con la struttura ed i titolari: è stata una breve ma intensa esperienza prima di tutto di vita, poi professionale.
Sembrava impossibile questa “impresa”, ora invece sentirò la mancanza di Swartfontein!!

Marco Attanà
Matr.: 200242

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3 INTRODUZIONE L’esperienza insolita di Swartfontein nell’affascinante realtà namibiana. “Un’ infinita distesa di terra rosata, erba di un giallo pallidissimo slavata dal vento e dal sole, montagne dagli improbabili profili che sorgono dal nulla e nella luce del tramonto mandano bagliori violetti, questa è la Namibia e Swartfontein Namib Mountain and Desert Guest Lodge.” (Scarafia, 2002, pag.1) La prima volta che ho manifestato l’intenzione di recarmi in Namibia per effettuare un periodo di stage presso un guest lodge, le reazioni sono state di incredulità e stupore generale. Molte persone non capivano come un comune cittadino di una grande metropoli potesse adattarsi ad un ambiente così insolito e diverso. Altri neanche erano a conoscenza della esistenza di questo Stato dell’Africa Meridionale, sicuramente perché ha ottenuto l’indipendenza solo nel decennio scorso e nell’immaginario collettivo viene ancora associato allo Stato del Sudafrica, di cui faceva parte come South-West Africa. La curiosità che fin dal primo istante della mia decisione ha pervaso il mio animo e la mia mente, è stata plasmata dal contatto con una realtà nuova, affascinante, insolita, che mi ha donato un’esperienza unica ed indimenticabile dal punto di vista umano e professionale. Ovviamente in pochi mesi non si diventa manager oppure operatori di mercato, ma si possono apprendere informazioni pratiche e consigli utili

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Attanà
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze Turistiche
  Relatore: Prof. Aurelio Angelini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 333

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