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Da Prometeo, dio hacker, alla nascita delle controculture. Il furto del fuoco come metafora della tecnologia

L’obiettivo di questa tesi è di dimostrare come sia possibile, partendo dall’analisi del mito di Prometeo, operare una scissione tra alcuni dei maggiori movimenti controculturali del ventesimo secolo, distinguendoli in base alla corrente prometeica ed antiprometeica.
Il punto di partenza di questo lavoro si lega al mito dell’astuto e ribelle Prometeo. Egli rappresenta il libero pensiero, la ribellione all'autorità costituita, la lotta contro l’oppressione di chi detiene il potere.
In questo senso, potrebbe essere considerato il degno rappresentante di tutte le controculture, intese nel loro rifiuto delle norme e dei valori della cultura dominante, e orientate verso uno stile di vita contrapposto a quello comunemente condiviso. E’ importante, però, soffermarsi sul dono che Prometeo fa agli uomini: il dono della tecnica. Il fuoco, elemento di vita e di civiltà per gli uomini, rappresenta simbolicamente i progressi che, da quel momento in poi, compirà l’umanità. Con l’uso del fuoco, gli uomini hanno imparato a lavorare i metalli, a cuocere i cibi, a riscaldarsi, a far luce. Il dono di Prometeo apre la strada ad ulteriori doni acquisibili tramite la tecnica, come l'architettura, la medicina, la matematica, fino ad arrivare ai progressi più recenti, dalla biotecnologia, alla clonazione, a Internet. Ed è qui che si opera la separazione tra controculture, distinte in prometeiche ed antiprometeiche.
Dopo una breve caratterizzazione della requisiti della controcultura, e dopo aver fatto una distinzione rispetto al fenomeno della sottocultura, si analizza la corrente antiprometeica, che affonda la sue radici nella figura biblica di Abramo e nella letteratura, in particolare nel personaggio mostruoso creato dal dottor Frankestein, emblema di morte e distruzione, causate dall’ossessione dell’uomo per la tecnologia. Dopo un passaggio obbligato per i Romantici e i Trascendentalisti americani, si esaminano gli esponenti considerati più importanti per il movimento antiprometeico: i beat degli anni Cinquanta e gli hippie dei Sessanta, analizzati nel contesto americano, in cui sono nati e si sono sviluppati con più vigore. Sono persone favorevoli al ritorno alla terra, che auspicano il trasferimento di risorse essenziali per la sopravvivenza a piccole comunità autosufficienti, le comuni agricole. Rivendicando la possibilità di un sostentamento autonomo, rifiutano di riconoscere i principi autoritari ed economici del sistema. Gli anni Settanta, con le loro varie sfaccettature, chiudono la corrente.
Si prendono poi in considerazione i sostenitori di Prometeo, gli entusiasti della tecnologia. Il movimento si fa risalire all’Illuminismo, che rivendica l’importanza della ragione e dei progressi della scienza. L’espressione più importante di questo ambito è quella degli hacker, che, al di là di semplicistiche etichette sul ruolo di “pirati informatici” che essi svolgono, sono per la democratizzazione dell’informazione e per il libero accesso ai computer per tutti. Si è poi preso in analisi il fenomeno letterario del cyberpunk, che coniuga al suo interno il rifiuto delle regole della società con una vera e propria commistione dell’uomo con la macchina, che si realizza nel cyborg. Si considerano, infine, due ambiti in cui l’intervento della tecnologia ha portato ad originali risultati: la musica, con gli stili hip hop e acid house, e l’arte, con il visionario artista cyberpunk Gianluca Lerici, in arte Prof.Bad Trip.
Ci si interroga, infine, sul ruolo della controcultura al giorno d’oggi. Si parla sempre più, in riferimento al nostro periodo storico, di tecnocultura, a indicare la predominanza di questo fenomeno, che sfocia in particolar modo nella globalizzazione. A contrapporsi ai suoi effetti, con risultati più o meno efficaci, è il movimento no global. Intorno, permangono i dubbi che un movimento controculturale possa, al giorno d’oggi, connotarsi in quanto tale. Ciononostante, è possibile ancora appellarsi ad un’ultima speranza, una forma non di ribellione ma di impegno, più articolata, fiduciosa, ed espressa in maniera più diretta, quella delle associazioni di volontariato e, in generale, delle organizzazioni che si impegnano nel sociale senza scopo di lucro e che coinvolgono in prima persona i giovani nel loro tentativo di costruire una società migliore.

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3 INTRODUZIONE Per poter parlare adeguatamente di controculture, è necessario partire dal concetto primario di cultura. Definiamo cultura, con Bauman (2000a), le cose soggette alla manipolazione dell’uomo, natura quelle che invece non lo sono. Il termine cultura viene inteso dunque come un’attività avente il particolare scopo di imporre, su una certa parte di realtà, una forma che altrimenti non potrebbe avere e che non emergerebbe senza l’intervento dell’uomo. Cultura significa rendere le cose differenti da come sono e da come altrimenti sarebbero, e mantenerle in questa forma artificiale. Significa introdurre e mantenere un ordine, completando o sostituendo quello della natura con un altro, artificiale e precostituito. Ci sono fatti di cultura universali, come la proibizione dell’incesto, ma le regole e le modalità di tale proibizione si differenziano secondo le culture. Dunque, c’è da una parte, una cultura che definisce, in rapporto alla natura, le qualità propriamente umane dell’essere biologico chiamato uomo, e, dall’altra, vi sono culture particolari secondo le epoche e le società. In questo caso, il termine farà riferimento ai modi di vita dei membri di una società: alle credenze, alle consuetudini, agli usi e costumi che ne regolano la vita, ai valori e alle norme che essi condividono, ai beni materiali che producono. La cultura viene intesa, dunque, come la struttura dei significati mantenuti collettivamente all’interno di una data società. In ogni momento, l’individuo è circondato da un flusso di significati, che influenzano il suo modo di organizzare le esperienze e le intenzioni. Tuttavia, egli non è un semplice contenitore passivo, ma si trova attivamente coinvolto nell’affrontare praticamente, intellettualmente ed emotivamente la sua particolare situazione rispetto alla società che lo circonda. Di conseguenza, è possibile introdurre la nozione di controcultura in riferimento agli individui, ai

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Ortensia Ferrara
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Gianfranco Pecchinenda
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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Parole chiave

anni 50, 60
bad trip
comunicazione
controculture
cyberpunk
hacker
hippie
no global
prometeo
tecnologia

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