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Consumo e comunicazione della cultura

Da che cosa è nato questo bisogno di comunicazione culturale?

Oggi i termini “comunicazione” e “culturale” vanno sempre più spesso di pari passo come se la comunicazione avesse trovato un nuovo oggetto di cui parlare. In realtà si tratta di una situazione più complessa di quanto sembri, infatti, non si tratta solo di nuovi oggetti e argomenti di comunicazione, la comunicazione culturale fa riferimento ad un sistema che considera non solo il contenuto, l’oggetto di disquisizione, ma prende in considerazione i soggetti emittenti e anche il pubblico verso cui è rivolta la comunicazione Oggi si usa il binomio comunicazione culturale in modo più cosciente e frequente in quanto si è assistito ad una professionalizzazione degli enti culturali (che perlopiù si sono moltiplicati in questi anni) riuscendo ad attribuire maggiore valore e attenzione sia all’offerta sia agli strumenti a loro disposizione per occuparsi di questo tipo di comunicazione.
Con il mio lavoro cercherò di offrire una panoramica di come la “comunicazione culturale” si orienta nel complesso mondo delle comunicazioni specifiche di alcuni ambiti, e di come si differenzia da altri “tipi” di comunicazione.

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Introduzione: Domanda e consumi di cultura Negli ultimi anni sembra che la richiesta di attività culturali abbia subito un netto aumento, infatti, l’aggettivo “culturale” viene utilizzato sempre più frequentemente e abbinato a sostantivi, i più svariati: oggi si parla di “turismo culturale”, di “marketing culturale”, di “eventi culturali”, proprio come se tutto ciò che attiene al “culturale” sia nel bel mezzo di un processo di definizione/ridefinizione e di evoluzione per cui spesso alludendo al concetto di “marketing culturale” non si ha ancora chiaro che cosa sia, che cosa è stato e che cosa sarà. Si è ancora appunto in una fase transitoria, un po’ nebulosa, da cui non si può ancora vedere chiaramente che cosa ne uscirà, ma di cui si possono intravedere le “linee guida”. Stiamo ancora lavorando su un oggetto in evoluzione, di cui non è facile giungere ad una definizione, ma di cui possiamo di certo valutare pregi e difetti, ciò che funziona e ciò su cui si può lavorare per giungere ad una maggiore efficacia. Oggi i termini “comunicazione” e “culturale” vanno sempre più spesso di pari passo come se la comunicazione avesse trovato un nuovo oggetto di cui parlare. In realtà si tratta di una situazione più complessa di quanto sembri, infatti, non si tratta solo di nuovi oggetti e argomenti di comunicazione, la comunicazione culturale fa riferimento ad un sistema che considera non solo il contenuto, l’oggetto di disquisizione 1 , ma prende in considerazione i soggetti emittenti e anche il pubblico verso cui è rivolta la comunicazione Oggi si usa il binomio comunicazione culturale in modo più cosciente e frequente in quanto si è assistito ad una professionalizzazione degli enti culturali (che perlopiù si sono moltiplicati in questi anni) riuscendo ad attribuire maggiore valore e attenzione sia all’offerta sia agli strumenti a loro disposizione per occuparsi di questo tipo di comunicazione. 1 Si fa riferimento al modello tradizionale Emittente- Messaggio –Ricevente. Si tratta di un modello lineare in cui la comunicazione è vista come qualcosa che una persona “fa” ad un’altra. L’Emittente codifica idee in una sorta di messaggio e lo spedisce attraverso ad un canale (parole, scritti ecc) ad uno o più Riceventi. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Corinne Cavenaghi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Laurea specialistica in Nuovi media e comunicazione multimediale
  Relatore: Elena Esposito
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 110

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Parole chiave

bene culturale
bisogno culturale
comunicazione della cultura
comunicazione pubblica
consumo culturale
cultura
museo
nuove tecnologie
sociologia dei processi culturali

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