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Muhammad Yunus: il banchiere dei poveri. Organizzazione e società.

Il Banchiere dei poveri di Muhammad Yunus è uno dei testi più importanti degli ultimi anni dal punto di vista sociale, politico e culturale ed è bene sottolineare come si tratti di un libro di fatti e non solo di idee. L’autore ci fa vedere come sia possibile conciliare due aspetti della vita umana spesso considerati agli antipodi: da una parte la forza dei sogni, delle utopie, della speranza, e dall’altra il pragmatismo e l’attenzione verso la realtà così come è. L’obiettivo da cui è partito Yunus è quello di “abolire” la povertà e il titolo originale dell’opera -Verso un mondo senza povertà- evidenzia con più forza il concetto. Molti di noi pensano che la povertà non sia estinguibile del tutto, e alcuni pensano che la povertà sia un prezzo da pagare e qualsiasi sforzo atto ad eliminarla non farebbe altro che peggiorare le cose.. Le banche tradizionalmente non sono disposte a dare prestiti per cifre molto piccole (quelle che necessitano per acquistare poche materie prime o attrezzi di lavoro) perché il costo dell’apertura della pratica è sproporzionato rispetto all’entità del credito stesso, e non sono disposte a fare prestiti ai poveri perché non hanno garanzie patrimoniali da offrire per la loro solvibilità.Ma come fanno ad avere garanzie se sono poveri? E come fanno a non essere più poveri se non ottengono i prestiti necessari? A queste domande, il professor Yunus ha dato risposta attraverso Grameen, dimostrando che la garanzia più forte per un povero è la voglia di uscire dalla miseria . Se ad un diseredato viene data fiducia, egli farà di tutto per ripagarla e rimborserà il prestito anche grazie ad azzeccate modalità quali la restituzione attraverso tante piccole rate invece di un’unica rata a lunga scadenza. La scommessa del Banchiere dei Poveri è andata a buon fine, dimostrando che un’attività commerciale - Grameen è una banca a tutti gli effetti che genera profitti- può agire seguendo valori sociali. “Il Banchiere dei Poveri” è un libro estremamente gradevole da leggere: tutto nasce dalla ferma convinzione di Yunus che la povertà si può eliminare e che, se ci si pone questo come obiettivo concreto, si ottengono risultati ottimi a tutti i livelli: condizioni di vita, condizioni economiche, grado di istruzione, consapevolezza personale, dignità, indipendenza, libertà. Yunus vede i poveri come persone molto capaci, perché, nonostante abbiano tutte le condizioni avverse, riescono a sopravvivere: egli li vede – soprattutto- come esseri reali, singoli individui, ognuno con le proprie particolarità e con la propria dignità a priori, per diritto di nascita . Yunus dimostra che i poveri sono solvibili, che si può prestare loro del denaro e ricavarne un profitto. Secondo Yunus ogni essere umano che nasce, grava sulla società in quanto consumatore, ma come imprenditore può avere incalcolabile importanza per la società. Una delle regole di Grameen, la banca dei poveri, è che chi aderisce al programma del microcredito ed ottiene un prestito, si impegna a mandare i figli a scuola. E’ evidente l’importanza che si dà all’istruzione come strumento per affrancarsi dalla povertà, dalla passività, dalla dipendenza. Nei paesi in via di sviluppo l’analfabetismo è ancora molto diffuso , soprattutto fra le donne, ma anche nei paesi avanzati ci sono bambini che abbandonano la scuola, c’è sfruttamento minorile, magari da parte di organizzazioni criminali. Chissà, magari si scopre che, la famosa “arte di arrangiarsi” , con cui molti sopravvivono, con un facile accesso al credito e con le regole di Grameen, può diventare in poco tempo crescita, imprenditorialità diffusa, lavoro indipendente e creativo. Grameen attraverso la sua azione è riuscita anche in una rivoluzione culturale e sociale nelle zone in cui ha operato. Facendo accettare il fatto che una donna possa essere protagonista del proprio destino, attraverso l’ottenimento di prestiti per progetti personali , Yunus ha ottenuto un altro risultato straordinario. Basta volerlo e crederci.

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Introduzione Il Banchiere dei poveri di Muhammad Yunus è uno dei testi più importanti degli ultimi anni dal punto di vista sociale, politico e culturale ed è bene sottolineare come si tratti di un libro di fatti e non solo di idee. L’autore ci fa vedere come sia possibile conciliare due aspetti della vita umana spesso considerati agli antipodi: da una parte la forza dei sogni, delle utopie, della speranza, e dall’altra il pragmatismo e l’attenzione verso la realtà così come è. L’obiettivo da cui è partito Yunus è quello di “abolire” la povertà e il titolo originale dell’opera -Verso un mondo senza povertà- evidenzia con più forza il concetto. Molti di noi pensano che la povertà non sia estinguibile del tutto, e alcuni pensano che la povertà sia un prezzo da pagare e qualsiasi sforzo atto ad eliminarla non farebbe altro che peggiorare le cose. Yunus non la pensava e non la pensa così e, scendendo dal suo trono dorato di accademico, è andato tra i poveri, nei villaggi più miseri, per capire la povertà. L’unico modo che i poveri hanno di sopravvivere è quello di fare i contadini o fare i piccoli artigiani. A causa della miseria quest’ultimi non hanno come pagare le materie prime e sono costretti a chiedere prestiti ad usurai dalla quale schiavitù non riusciranno più a venirne fuori. Le banche tradizionalmente non sono disposte a dare prestiti per cifre molto piccole (quelle che necessitano per acquistare poche materie prime 5

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Informazioni tesi

  Autore: Domenico Marra
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'Educazione
  Relatore: Luigi Rossi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 113

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