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Analisi delle figure femminili nel cinema di Rainer Werner Fassbinder

Accostarsi all’opera di Rainer Weiner Fassbinder significa innanzitutto affrontare il corpus cinematografico di uno dei registi più prolifici mai esistiti. I numeri parlano da soli: lavorando ad una velocità impressionante, Fassbinder ha prodotto ben quarantuno films in soli quattordici anni .
In questa sede ci proponiamo di analizzare il lavoro del più celebre esponente del Nuovo Cinema Tedesco restringendo il campo d’analisi alle numerose figure femminili che popolano il suo cinema. Appare evidente che adottando questa particolare ottica di osservazione, sarà innanzitutto necessario effettuare un’operazione di selezione all’interno della vasta produzione cinematografica fassbinderiana, prendendo in considerazione soprattutto le opere ove contraddizioni, pulsioni e passioni femminili emergono in tutta la loro forza, divenendo spesso tecnica di dominio in una realtà socialmente caratterizzata.
Pur ritenendo qualsiasi categorizzazione limitante a priori, soprattutto quando si parla di un genio talmente poliedrico e camaleontico da sfuggire a qualsiasi processo di classificazione quale Fassbinder, ci è sembrato opportuno svolgere la nostra ricerca secondo un criterio temporale e uno psicologico, tale da individuare tre grandi tappe cronologiche (il periodo dell’Antiteater, quello dei melodrammi e il grande affresco della Germania del Dopoguerra) e tre tipi di personificazioni femminili (la donna prostituta dei gangster film, la donna borghese dei film-melò, la donna madre di Il viaggio in cielo di mamma Kusters e di Paura della paura).
Particolare attenzione dedicheremo poi alla celebre quadrilogia del Dopoguerra, ove la donna nella sua essenza, «cavia di se stessa e delle proprie passioni, proiezione biografica di un malessere e di un desiderio impronunciabili» , diviene emblema della Germania orgogliosa ma distrutta dagli eventi bellici. Non è un caso, infatti, che questi film portino nel titolo il nome di una donna.
Dunque, un curioso e intricato gioco di riflessi tra cinema, storia e passioni, che è innanzitutto filo conduttore ed essenza sovrastrutturale della nostra analisi.

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6 INTRODUZIONE Accostarsi all’opera di Rainer Weiner Fassbinder, significa innanzitutto affrontare il corpus cinematografico di uno dei registi più prolifici mai esistiti. I numeri parlano da soli: lavorando ad una velocità impressionante, Fassbinder ha prodotto ben quarantuno films in soli quattordici anni 1 . In questa sede ci proponiamo di analizzare il lavoro del più celebre esponente del Nuovo Cinema Tedesco restringendo il campo d’analisi alle numerose figure femminili che popolano il suo cinema. Appare evidente che adottando questa particolare ottica di osservazione, sarà innanzitutto necessario effettuare un’operazione di selezione all’interno della vasta produzione cinematografica fassbinderiana, prendendo in considerazione soprattutto le opere ove contraddizioni, pulsioni e passioni femminili emergono in tutta la loro forza, divenendo spesso tecnica di dominio in una realtà socialmente caratterizzata. Pur ritenendo qualsiasi categorizzazione limitante a priori, soprattutto quando si parla di un genio talmente poliedrico e camaleontico da sfuggire a qualsiasi processo di classificazione quale Fassbinder, ci è sembrato opportuno svolgere la nostra ricerca secondo un criterio temporale e uno psicologico, tale da individuare tre grandi tappe cronologiche (il periodo dell’Antiteater, quello dei melodrammi e il grande affresco della Germania del Dopoguerra) e tre tipi di personificazioni femminili (la donna prostituta dei gangster film, la donna borghese dei film-melò, la donna madre di Il viaggio in cielo di mamma Kusters e di Paura della paura). Particolare attenzione dedicheremo poi alla celebre quadrilogia del Dopoguerra, ove la donna nella sua essenza, «cavia di se stessa e delle proprie passioni, proiezione biografica di un malessere e di un desiderio 1 «trenta lungometraggi, tre cortometraggi, due film televisivi superiori alle tre ore e due serial superiori alle dieci, cinque riprese di spettacoli teatrali, senza contare i lavori drammaturgici e radiofonici» D. Ferrario, Rainer Werner Fassbinder, Il Castoro, Milano 1993, p. 11.

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Informazioni tesi

  Autore: Elisabetta Maria Elena Buttiglione
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Conservazione dei Beni Culturali
  Relatore: Roberto Campari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 200

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