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Il sistema radiotelevisivo pubblico e privato

Il sistema radiotelevisivo italiano è stato oggetto nel corso degli anni di una complessa evoluzione tecnologica e normativa, che lo ha portato da un regime di tipo monopolistico a un regime di tipo misto pubblico e privato, grazie alla legge Mammì (l. n. 223 del 1990), modificata dalla legge Maccanico (l. n. 249 del 1997). Il testo si articola quindi in cinque capitoli in cui viene descritta la disciplina del sistema radiotelevisivo italiano analizzando in particolare: i principi costituzionali su cui poggia l’attività radiotelevisiva (cap. 1); il regime giuridico-amministrativo, la struttura e il funzionamento sia della concessionaria pubblica (cap. 2) che delle concessionarie private (cap. 3) incaricate di svolgere il servizio pubblico radiotelevisivo; gli organi di governo e di garanzia del sistema radiotelevisivo (cap. 4), dando rilevanza al ruolo svolto dall’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, istituita dalla l. n. 249 del 1997, ed, infine, il testo esamina le recenti problematiche economiche e le innovazioni tecnologiche che hanno interessato il settore radiotelevisivo (cap. 5). In particolare, viene affrontato il tema della liberalizzazione di tutto il campo delle telecomunicazioni, avviata dalle direttive comunitarie (dir. 89/552/CEE e dir. 97/36/CE), ma soprattutto il mutamento tecnologico legato all’introduzione di nuovi mezzi di trasmissione e ricezione del segnale radiotelevisivo oltre all’etere (il cavo in fibra ottica, il satellite, la pay-tv e i suoi servizi derivati) e l’imminente avvio della tecnologia digitale applicata al sistema radiotelevisivo, di sostituzione di quella analogica fino ad ora usata.

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5 INTRODUZIONE Il sistema radiotelevisivo italiano è stato oggetto nel corso degli ultimi venti anni di una complessa e profonda evoluzione tecnologica e normativa, che lo ha portato da un regime di tipo monopolistico, caratterizzato cioè fino alla metà degli anni ’70 dalla riserva esclusiva alla mano pubblica e giustificabile per l’impatto sociale dell’attività, gli alti costi necessari per gli investimenti e per il dato tecnico della limitatezza delle frequenze, a un regime di tipo misto pubblico e privato, basato sulla concorrenza tra l’operatore pubblico e gli operatori privati, ufficializzato solo a partire dagli anni ‘90 con la legge Mammì (l. n. 223 del 1990). Il lavoro si articola quindi in cinque capitoli in cui viene descritta tale evoluzione, approfondendo soprattutto la situazione e le problematiche attuali del sistema radiotelevisivo italiano attraverso una ricerca giuridica che si è svolta consultando i principali testi degli studiosi del diritto relativi alla materia in esame; analizzando numerose importanti sentenze della corte costituzionale che hanno dettato i principi e le regole fondamentali dell’attività radiotelevisiva e limitato progressivamente l’estensione della riserva statale ed, infine, esaminando i più recenti testi legislativi, tra cui la l. n. 249 del 1997 “Istituzione dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi di telecomunicazioni e radiotelevisivo”, che ha infatti ridisegnato e razionalizzato il complessivo quadro legislativo del sistema radiotelevisivo rispetto alla precedente l. n. 223 del 1990. Le prime pagine della tesi si soffermano sui principi costituzionali dell’attività radiotelevisiva. Il fondamento su cui poggia l’intera attività radiotelevisiva è costituito dal principio pluralistico dell’informazione, il quale trova la sua legittimità costituzionale nell’art.

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Informazioni tesi

  Autore: Michela Violante
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Sergio Lariccia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 209

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Parole chiave

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conflitto d'interessi televisivo
mediaset
pluralismo televisivo
pubblicità
sistema radiotelevisivo
sistema radiotelevisivo pubblico e privato
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