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Bambini nel web: un'indagine sugli aspetti sociologici, psicologici e comunicativi

Sempre più bambini italiani, dai 3 ai 14 anni, utilizzano internet. Un trend in continua crescita dall'inizio del decennio, come confermano indagini condotte dai più importanti istituti di ricerca nazionali e internazionali.

Una realtà, quella dei bambini nel web, riconosciuta a livello istituzionale. Ma mentre il tema della sicurezza è quello sentito come più urgente, sono ancora scarse se non inesistenti le politiche attive per fornire all'utenza infantile spazi web protetti e idonei alle specifiche esigenze di apprendimento dei più piccoli.

Questo lavoro parte dall'analisi del comportamento dei bambini italiani in Internet nei suoi aspetti quantitativi e qualitativi e dei documenti ufficiali che prendono in considerazione il fenomeno, per arrivare a delineare le linee guida per la realizzazione di un sito web appositamente progettato per un'utenza infantile in quanto a contenuti, struttura e design.

Viene quindi fornita una prospettiva dei diversi livelli di sviluppo e di raggiungimento delle abilità nelle varie fasce d'età infantile, così come sono state delineate dalle maggiori teorie di psicologia dello sviluppo. I principi della developmentally appropriate practice sono così applicati al design di ambienti digitali che favoriscano l'apprendimento autonomo dei bambini in una prospettiva costruttivista, che dà valore alle esperienze situate in un contesto collaborativo.

Un capitolo viene dedicato ai più recenti studi di usabilità che hanno coinvolto direttamente i bambini nel processo di design di siti e portali web per identificare così le particolarità di questa fascia d'utenza.

Infine, l'ultimo capitolo è dedicato a una proposta concreta di realizzazione di portale web istituzionale e culturale per bambini, che possa trovare spazio nel panorama dell'offerta di servizi digitali pubblici della città di Parma.

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7 Introduzione Nel 2001, fece il giro del mondo la notizia di un singolare studio pubblicato sul British Journal of Educational Technology1. Due ricercatori indiani, Sugata Mitra e Vivek Rana, avevano realizzato un piccolo “internet point”, composto da un computer pentium connesso a Internet (il cui monitor era installato dietro a una finestra in un muro) con cui era possibile interagire grazie a un mouse “touchpad”, liberamente accessibile dagli abitanti di uno “slum” nella periferia di New Delhi. La maggior parte degli indiani appartenenti alle fasce più povere della società, compresi i bambini, è analfabeta o semi- alfabetizzata e ha una scarsa conoscenza della lingua inglese. Gli studiosi hanno osservato e registrato per un mese il comportamento nei confronti del nuovo oggetto tecnologico di persone che non avevano mai avuto la possibilità di conoscere e utilizzare un computer. I risultati sono stati sorprendenti: mentre gli adulti, donne e uomini, hanno mostrato reticenza ad avvicinarsi al computer e ad interagire con esso, senza cambiare idea col passare del tempo, i bambini sono partiti dallo zero per diventare esperti dell’uso di internet e delle funzioni essenziali di Windows senza l’aiuto di un insegnante. L’esperienza fu ripetuta più volte, confermando gli stessi risultati. La notizia non mancò di stimolare l’interesse occidentale per un certo tipo di “gossip scientifico”: studi e scoperte che assurgono agli onori della cronaca più per la singolarità e per la popolarità del tema trattato che per la rilevanza scientifica. In questo caso, l’esperimento sembrava suggellare il luogo comune “i bambini sono geni del computer”, che gli adulti amano ripetere, in molti casi come una sorta di giustificazione per la propria incompetenza nell’uso dei nuovi media. Ma al di là degli aspetti favolistici, la storia dei piccoli indiani poveri e incolti che acquisiscono il dominio del web offre diversi spunti di riflessione sul rapporto tra infanzia e nuove tecnologie. Per quanto infatti sia sicuramente un’esagerazione affermare che i bambini siano per natura “geni del computer”, questa considerazione è dettata dal forte interesse e dalla curiosità che i piccoli mostrano fin dalla più tenera età per pc e videogiochi. Non dimentichiamo 1 Sugata M., Vivek R. (2001), Children and the Internet: Experiments with minimally invasive education in India, “British Journal of Educatonal Technology”, vol.32, n° 2.

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Chiara Perri
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Parma
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Annamaria Tammaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 186

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