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Legislazione penale in materia di stupefacenti: il nuovo sistema sanzionatorio

La problematica della diffusione delle droghe ha assunto oggi connotati di sempre maggiore gravità a livello planetario, dal momento che il fenomeno droga, oltre alle implicazioni dirette sulla salute dei singoli e sulla criminalità diffusa ed organizzata, si interseca inscindibilmente con le più complesse emergenze mondiali, fra le quali non ultima il terrorismo di matrice islamica, e la sua base in Afghanistan, dove la produzione di oppio è la maggiore del mondo .
A livello nazionale, a distanza di un decennio dalla tornata referendaria del 1993, il quadro è preoccupante, e impone la lotta alla droga in termini di priorità; non si tratta di applicare schemi ideologici, ma di confrontarsi responsabilmente con una angosciante deriva di morte sostanzialmente legata al consumo di eroina, sempre più rimpiazzata dalla cocaina e dalle cosiddette nuove droghe; ma non possono trascurarsi i decessi per incidenti stradali, che rimangono in ombra perché non sempre si è in condizioni di rilevare che la causa è stata l'uso di droga.
In questo quadro si comincia a prospettare una modifica del Dpr 309/90, che si muove sulle seguenti direttrici:
• contrarietà anche verso il semplice uso e la detenzione della droga; questo non comporta il ricorso alla pena, e si traduce in graduali provvedimenti di tipo amministrativo, collocati a coprire, con intensità crescente, anche la zona grigia posta fra il consumo e lo spaccio, dal momento che anche la mera detenzione di apprezzabili quantità di stupefacenti si è dimostrata costituire significativo punto di partenza per la diffusione del fenomeno: tale zona è grigia per difficoltà probatorie più che per una reale netta distinzione, come dimostrano gli studi sul fenomeno dello spaccio, punto di approdo privilegiato, insieme ad altre attività illecite come furti e rapine o degradanti come la prostituzione, per tanti assuntori;
• impegno delle istituzioni verso una coerente prevenzione, da sviluppare su un piano informativo e culturale;

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1.1 Premessa: il quadro legislativo d’insieme La legislazione penale italiana in tema di stupefacenti ha conosciuto cinque fasi differenti: la prima corrisponde al periodo di operatività delle disposizioni antecedenti alla riforma del 1975, ed è caratterizzata da una forte repressione. La seconda, che coincide col vigore della Legge n. 685 del 1975 e comprende il quindicennio che va dal 1975 al 1990, è caratterizzata da un approccio agnostico dello Stato verso l’assunzione di droghe: si tratta di una scelta personale dell’individuo, non censurabile neppure in via amministrativa. La terza parte inizia nel 1990, allorché viene approvata la legge "Vassalli-Russo Jervolino" e si conclude nel 1993: l’assunzione di stupefacenti torna ad essere vista con sfavore e vengono previste sanzioni sia amministrative che penali. La quarta fase si apre quando norme significative della legge vengono abrogate dal referendum del 1993. Infine la quinta tappa è raggiunta con l’entrata in vigore della Legge 49/2006, che sostanzialmente ripristina la situazione antecedente al referendum. Ciò che si può preliminarmente osservare, è una tendenza costante a modificare, anche in modo radicale, le leggi nazionali in materia di stupefacenti. In modo particolare, in ogni fase dell’evoluzione legislativa, si cerca di sottolineare la distinzione tra i reati di detenzione di droga per uso personale ed i reati connessi al traffico e al commercio. In generale, con l’andare del tempo, le pene previste per questa seconda tipologia di reato vengono inasprite, mentre diminuisce il ricorso alle pene detentive per il possesso per uso personale. Si tratta di una tendenza che riflette la volontà sempre più diffusa, di accrescere le opportunità di accesso ai servizi terapeutici e di dare più spazio agli interventi volti a sottrarre le persone con problemi di droga al sistema della giustizia penale, per indirizzarle piuttosto verso altre soluzioni di trattamento e recupero. 12

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Informazioni tesi

  Autore: Marianna De Paoli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Enrico Ambrosetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 190

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