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La riqualificazione di un sito montano: analisi di compatibilità ambientale

Il mayen di Vaysset, un’antica casa contadina valdostana, posta sulla sinistra orografica della Val d’Aosta, nel comune di S.Denis, è stata oggetto di questo studio sull’eco-compatibilità di una struttura ricettiva in territorio montano.
La struttura dovrà poter accogliere venti persone durante tutto l’anno solare, inverno compreso.
Il dimensionamento degli impianti è stato effettuato ipotizzando il mayen nel massimo delle sue potenzialità operative. Questa ipotesi, se da una parte tende a sovradimensionare le strutture, dall’altra da la sicurezza di possedere sufficienti risorse energetiche per poter far fronte ad ogni necessità.
Analizzando i metodi e le tecnologie più consone a rendere un’abitazione di questo tipo autosufficiente dal punto di vista energetico, ed eco-compatibile dal punto di vista edile, la nostra prima attenzione è stata quella di rimanere sempre ben ancorati alla praticabilità e alla realtà degli interventi, senza dare spazio ad analisi troppo fantasiose o aleatorie e futuristiche. Per questo siamo spesso ricorsi all’aiuto di chi in questo settore ci vive, ossia di ingegneri, architetti ed imprenditori che più volte, nel corso del presente lavoro, ci siamo preoccupati di ringraziare.
L’energia elettrica, occorrente al mayen solamente per la luce e per gli elettrodomestici, proviene da un sistema di pannelli fotovoltaici. Il campo fotovoltaico sarà composto da quaranta moduli aventi potenza unitaria di 80 Wp per un totale di 3,12 kWp, collegati in serie a due a due in modo da ottenere 24 V di alimentazione. La superficie totale dei pannelli risulta di circa 40 mq. I pannelli verranno posti a terra per rendere più facile la loro osservazione da parte degli ospiti della struttura, che si pone anche e soprattutto uno scopo didattico riguardo le tecnologie che la compongono.
L’impianto sarà predisposto di una serie di 12 batterie, da 2 Volts e 1500 Ampère, occorrenti ad accumulare l’energia captata dal fotovoltaico e in esubero, in quel preciso momento, per le necessità del mayen. Un inverter trasformerà la corrente a bassa tensione continua proveniente dal fotovoltaico (24 Volts), in corrente alternata ad alta tensione necessaria al mayen. L’inverter, attraverso la sua centralina, si occuperà di mettere in moto un gruppo elettrogeno a gasolio, utile a fornire energia nei momenti in cui il fotovoltaico non può farlo e le batterie sono prossime ad essere scariche. Il sistema dimensionato secondo i criteri sopra descritti procurerà una potenza di 3 kWh, anche il gruppo elettrogeno sarà in grado di fornire la stessa potenza. Esso sarà indispensabile nei mesi invernali.
Il riscaldamento dei locali verrà effettuato con acqua calda, che scalderà dei radiatori a grande piastra radiante.
L’acqua calda, che occorrerà anche per esigenze igieniche e di cucina, verrà procurata grazie al doppio impianto termo-sanitario. Esso sarà composto da un sistema di collettori solari ad alta resa, integrati da una termocucina, anch’essa ad alta resa.
I collettori solari vengono definiti ad alta resa poiché, grazie al vuoto d’aria che viene creato nei tubi circolari che li compongono, non soffrono di dispersione di calore per conduzione. Il vuoto, infatti, non trasporta calore, come invece fa l’aria. Questo permette loro di scaldare il termovettore che scorre nelle loro tubature anche durante l’inverno e le giornate con cielo grigio, a differenza dei collettori tradizionali.
Secondo il dimensionamento ne occorrerà una superficie di 24 mq; verranno inclinati a 60° rispetto l’orizzontale per ottimizzarne la resa invernale. Anch’essi saranno posti a terra.
Il termovettore , composto da acqua e antigelo, trasporta il calore accumulato ad un’ecocella, ossia un grosso boiler molto ben coibentato, in grado di contenere 800 litri d’acqua, riscaldati in parte dal termovettore proveniente... (continua)

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4 PARTE PRIMA Analisi del contesto:la valle d’Aosta e il mayen di Vaysset 1.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO La Valle d’Aosta, una delle principali vallate dell’arco alpino, è posta all’estremità nord occidentale della penisola italiana, al confine con Francia e Svizzera, alle quali è collegata attraverso i trafori del Monte Bianco e del Gran S.Bernardo.Questi collegamenti stradali la rendono accessibile da tutto il nord Europa, facendola divenire una delle principali vie di transito e comunicazione con il resto del continente europeo. Di forma grossolanamente rettangolare, la Valle d’Aosta è incentrata sull’incisione valliva della Dora Baltea, fiume che per circa cento chilometri, dal Monte Bianco al canavese, scorre nella valle centrale della regione raccogliendo le acque che scendono dalle sedici vallate laterali, perpendicolari ad essa. Ciò che più caratterizza questa regione, dal punto di vista geografico, sono le montagne, che qui sono le più alte dell’intero arco alpino. A nord, in particolare, si staglia una nutrita schiera di cime che forma quasi uno sbarramento verso la Svizzera: dal Monte Bianco al Monte Rosa, passando per il Cervino e il Gran Combin, il panorama è veramente imponente, degno del soprannome che la valle si è meritata:”tetto d’Europa”. Questo soprannome non è né casuale né esagerato se si pensa che la sua quota media è di 2106 metri sul livello del mare, grazie alle oltre venti vette che superano i 4000 metri di quota. A sud il panorama si presenta un po’ meno severo, ma sempre maestoso grazie al gruppo del Gran Paradiso, della Grivola, dell’Emilius e del Rutor. La valle d’Aosta, geograficamente, si può suddividere in due parti:la cosiddetta alta valle e la bassa valle. L’alta valle è caratterizzata dal suo andamento est-ovest, mentre la bassa valle è orientata da nord a sud. Il punto in cui la valle si piega si trova in corrispondenza di una delle tre strettoie della valle centrale, e precisamente con la strettoia di Montjovet. Le strettoie che caratterizzano la valle della Dora Baltea sono dei punti in cui essa si restringe molto,cambiando fisionomia: da valle ampia e ricca di pianori antropizzabili, si trasforma in stretta ed angusta gola, larga non più della larghezza del fiume che vi scorre, per l’appunto la Dora Baltea. Queste strettoie si collocano in tre punti caratteristici della regione: uno di essi è, come abbiamo già detto, il comune di Montjovet, un altro si trova nel comune di Bard, mentre l’ultimo è ubicato nel comune di Pierre-Taillée; la ragione della loro esistenza è da ricercarsi nella storia geologica della regione. In corrispondenza della strettoia di Montjovet, come già descritto, la valle cambia direzione e da nord-sud si dirige da est a ovest. Subito ad ovest di questa curva a novanta gradi, poco oltre le località di S.Vincent e di Chatillon, la valle si riapre generosamente e sul suo versante orografico sinistro, ossia sul versante che guarda il sud, sopra il comune di Chambave, si apre un ampio terrazzo su cui sono posti i comuni di Verrayes e di S.Denis; proprio in quest’ultimo comune si trova il mayen di Vaysset, oggetto di questo studio.

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Garziera
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Politecnico di Torino
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura
  Relatore: Mario Grosso
Coautore: Gianluca Cresti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 116

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Parole chiave

ambiente
bioarchitettura
compatibilità ambientale

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