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Prospettive di sviluppo della presenza italiana in Croazia e Serbia-Montenegro

L’ analisi dei rapporti fra l’Italia e i vicini Balani, è frutto della volontà di comprendere da cosa nasca quel senso di lontananza ed estraneità che questi paesi fanno nascere in noi. Una lontananza che non si traduce in una mancanza di interesse, bensì in una difficoltà di fondo nel comprendere le dinamiche e i tempi, di un mondo che vive dall’altro lato dell’Adriatico. Senza dimenticare il contesto storico e politico, particolare attenzione è dedicata agli aspetti economici, nel tentativo di individuare i settori di maggiore cooperazione economica.
La notevole parte di ricerca di contatti e informazioni avvenuta sul territorio è stata agevolata dalla collaborazione di alcune Ong. - Adp-Zid, Hilfe e Intersos – le quali, fornendo dati recenti e affidabili, hanno permesso un notevole arricchimento del lavoro.
Strutturata in due parti principali, la tesi comincia dall’osservazione della prima Jugoslavia e dal suo modello di socialismo autogestito. Nonostante la carica innovativa dello jugoslavismo e del suo socialismo di mercato, questi elementi sono stati alla base di fallimenti, che ancora oggi determinano parte dei ritardi balcanici, nel processo di transizione all’economia di mercato. Incertezze sui diritti di proprietà e sul reinvestimento dei profitti rimangono questioni non pienamente risolte in buona parte della regione. Inoltre, nel tentativo di comprendere da vicino gli ostacoli che si troverebbe ad affrontare l’imprenditore che decidesse di investire in Croazia o in Serbia e Montenegro, si è tentato di individuare le principali difficoltà che ostacolano una maggiore cooperazione. A questo proposito, particolare attenzione è stata rivolta alle problematiche inerenti ai ritardi infrastrutturali, con l’obiettivo di comprendere come un miglioramento dei collegamenti possa portare a un incremento dell’interscambio.
La seconda parte della Tesi è un modesto tentativo di approfondire la conoscenza delle due principali personalità della ex-Jugoslavia. Le due nazioni che da sempre hanno visto contrapposte le proprie visioni a proposito degli Slavi del Sud: Croazia e Serbia e Montenegro.
Nel suo complesso, la tesi si pone l’obiettivo di individuare le priorità su cui agire. In chiave locale, una maggiore cooperazione intra-balcanica e la creazione di un’area di libero scambio, sarebbero un chiaro messaggio della volontà di integrazione nell’Unione Europea. In sede comunitaria, l’allargamento a Est è anche una questione di competitività in cui il Sistema Italia è chiamato a confrontarsi con l’agguerrita concorrenza di nazioni come Austria e Germania. Da solo, il fascino rivestito dalla qualità dei prodotti italiani non è sufficiente. La capacità di fare squadra è l’elemento che consentirà all’Italia di crescere, e di camminare, lungo quel ponte di collegamento fra Europa e Asia, quale sono i Balcani.

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INTRODUZIONE I Balcani hanno fatto parte, come l’Europa occidentale, dell’Impero Romano, subendone le influenze culturali e sociali. È dunque molto probabile che, nell’antichità, le differenza fra l’Illiria 1 e la penisola italica o la Gallia, fossero poco significative. È da questa considerazione che nasce la volontà di approfondire la conoscenza della provincia illirica. La volontà di comprendere da cosa nasca quel senso di lontananza ed estraneità che molti di questi paesi fanno nascere in noi. Una lontananza che non si traduce in una mancanza di interesse, bensì in una difficoltà di fondo nel comprendere le dinamiche e i tempi, di un mondo che vive dall’altro lato dell’Adriatico. Partendo da questo presupposto, l’obiettivo della Tesi è approfondire la conoscenza dei Balcani. Particolare attenzione è dedicata agli aspetti economici, cercando di comprendere quali siano i settori in cui una maggiore cooperazione economica è auspicabile. Tuttavia, l’approfondimento economico non dimentica le considerazioni di natura storica e politica, poiché un’analisi delle prospettive di sviluppo economico nei Balcani, non può mancare di descrivere il contesto politico. Il lavoro di ricerca che ha interessato questa Tesi può essenzialmente essere suddiviso in due parti. La prima, consistita in un lavoro di ricerca bibliografica e attraverso Internet, è stata suddivisa in due sezioni dal lavoro di ricerca effettuato sul campo 2 . Le maggiori difficoltà sono state quelle incontrate in Serbia e Montenegro dove la carenza di dati, una burocrazia non efficiente (alcuni Uffici Pubblici e del Catasto presentano planimetrie e dati statistici aggiornati al periodo Ottomano) e la precarietà politica hanno reso difficile l’individuazione di fonti attendibili. Problema, quest’ultimo, a cui è stato possibile ovviare grazie alla collaborazione di alcune Ong – Adp-Zid, Hilfe e 1 Nome latino della penisola balcanica. 2 Nel corso degli ultimi nove mesi, sono stati tre i viaggi di ricerca volti a raccogliere maggiori dati e conferme, agli studi effettuati. Prima in Montenegro, successivamente in Serbia e in Croazia e, infine, un ulteriore soggiorno, nuovamente in Serbia.

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Informazioni tesi

  Autore: Michele Cimmino
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
  Relatore: Carlo Boffito
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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Parole chiave

balcani
croazia
investimenti italiani
jugoslavismo
privatizzazioni
serbia-montenegro
socialismo di mercato
transizione

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