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Originalità e novità del marchio

Il marchio potrebbe essere definito come l'espressione sintetica dell'immagine di un’azienda, la cui funzione è quella di identificarla verso l'esterno, ovvero di distinguere i suoi prodotti da quelli di altre aziende. Esiste, pertanto, una corrispondenza tra azienda, marchio e prodotto che si impone come riferimento costante nell'elaborazione del segno che dovrà rappresentarla, segno che dovrà garantirne nel tempo una chiara ed immediata comprensione. In altre parole, al marchio viene affidata una funzione comunicativa che, consolidandosi nel tempo, permette di identificarlo con l'azienda o con il prodotto che rappresenta, senza bisogno di ulteriori spiegazioni o aggiunte di segni esplicativi. Indipendentemente dagli obiettivi che ci si prefigge, un marchio, per essere riconosciuto come tale, ed ottenere tutela giuridica deve rispondere a dei requisiti ben precisi:novità: lo stesso simbolo non deve essere già stato utilizzato da altre aziende;originalità o capacità distintiva: il segno deve avere capacità distintiva ovvero non deve mai essere generico;liceità: sia la forma che il contenuto devono rispondere a precise norme di legge. Obiettivo di questo lavoro è l’analisi approfondita dei requisiti della capacità distintiva e della novità.
Premessa alla possibilità di registrazione di un marchio è il principio di “estraneità del marchio al prodotto”. Il marchio, in quanto segno distintivo, deve essere innanzi tutto un’entità percepibile, connessa al prodotto, che abbia capacità di differenziazione, ma che al contempo sia estranea all’oggetto e alle sue qualità; deve dunque essere, almeno idealmente, separabile dal prodotto senza che la sua natura ne venga alterata. Se così non fosse il marchio non sarebbe più un segno distintivo, ma una caratteristica del prodotto. Visto ciò e in seguito all’analisi fatta nel corso di questo lavoro, si può dedurre come il requisito intrinseco e fondamentale del marchio sia quello di avere carattere distintivo. Tale requisito risulta determinato essenzialmente da due elementi, novità ed originalità o meglio capacità distintiva: il marchio non solo deve differire da quelli già esistenti, che si tratti di marchi di fatto o di marchi registrati , ma risulta tanto più distintivo quanto più è concettualmente distante dai prodotti o dai servizi per la cui individuazione viene utilizzato. I requisiti della novità e della capacità distintiva non sono semplici da verificare e bisogna chiarire che spesso, per la loro valutazione, si utilizzano criteri soggettivi, che dipendono dalla personalità di chi effettua l’esame e che, soprattutto, sono variabili nel tempo perché si evolvono in continuazione a causa di molteplici fattori. È da rilevare, inoltre, come i criteri della capacità distintiva e della novità risultino di importanza basilare in relazione al diritto relativo ai marchi, in quanto il loro fine ultimo è quello di tutelare il consumatore che deve essere messo in condizione di distinguere i prodotti provenienti da un’azienda da quelli che provengono da un’altra, evitando che l’uso, in buona o mala fede, di determinati marchi, non rispondenti a detti requisiti, possa creare confusione sulla provenienza dei prodotti o dei servizi. Per arrivare a tale fine, però, si passa attraverso l’interesse dell’imprenditore, che vuole riconosciuto il suo diritto a far distinguere i propri prodotti o servizi dagli altri immessi sul mercato e, quindi, ad ottenere la tutela dei propri marchi.In conclusione si può affermare che sicuramente novità e capacità distintiva sono due requisiti differenti e da analizzare separatamente: la capacità distintiva, come abbiamo più volte sottolineanto, è identificata, dal legislatore nazionale, come pure da quello comunitario, come l’attitudine del segno a distinguere i prodotti o servizi di un’impresa da quelli di altre imprese, non quindi con riferimento ad una funzione meramente differenziatrice rispetto a segni preesistenti (in questo caso si tratterebbe allora di novità del marchio), quanto piuttosto con riferimento alla funzione distintiva dell’origine imprenditoriale dei beni contrassegnati che il marchio deve svolgere sul mercato. Posto questo, però, è possibile affermare che, all’interno del giudizio di confondibilità tra segni distintivi, i due criteri si “sovrappongono”: infatti, un marchio considerato simile o identico ad altri precedenti (quindi mancante del requisito della novità), oltre ad essere suscettibile di opposizione da parte dei terzi aventi diritto, non assolve alla funzione di distinguere i propri prodotti o servizi dagli altri presenti sul mercato e, quindi, è destinato ad essere un marchio scarsamente identificativo.

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Premessa 4 PREMESSA Il marchio potrebbe essere definito come l'espressione sintetica dell'immagine di un’azienda, la cui funzione è quella di identificarla verso l'esterno, ovvero di distinguere i suoi prodotti da quelli di altre aziende. Esiste, pertanto, una corrispondenza tra azienda, marchio e prodotto che si impone come riferimento costante nell'elaborazione del segno che dovrà rappresentarla, segno che dovrà garantirne nel tempo una chiara ed immediata comprensione. In altre parole, al marchio viene affidata una funzione comunicativa che, consolidandosi nel tempo, permette di identificarlo con l'azienda o con il prodotto che rappresenta, senza bisogno di ulteriori spiegazioni o aggiunte di segni esplicativi. E' evidente che la sua forza espressiva sarà data, innanzi tutto, dall'immediatezza della percezione dei contenuti, ovvero di una serie di associazioni riconducibili alla natura ed alla qualità di ciò che rappresenta. Da un punto di vista pratico, chiarezza ed immediatezza si realizzano attraverso una forma semplice ed essenziale, ridotta ai soli tratti necessari alla comprensibilità e riconoscibilità del segno. Indipendentemente dagli obiettivi che ci si prefigge, un marchio, per essere riconosciuto come tale, ed ottenere tutela giuridica deve rispondere a dei requisiti ben precisi: - novità: lo stesso simbolo non deve essere già stato utilizzato da altre aziende; - originalità o capacità distintiva: il segno deve avere capacità distintiva ovvero non deve mai essere generico; - liceità: sia la forma che il contenuto devono rispondere a precise norme di legge. Obiettivo di questo lavoro è l’analisi approfondita dei requisiti della capacità distintiva e della novità. Ritengo necessario, però, prima di arrivare al centro della questione, fornire un quadro generale, seppur breve, del marchio e della sua disciplina.

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Palatini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e diritto
  Relatore: Marco Cian
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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