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La conciliazione stragiudiziale societaria

Il sistema conciliativo previsto dalla vigente normativa opera secondo un approccio metodologico che si basa sul modello di conciliazione ispirato alla “mediation” anglosassone. Tale impostazione consente di offrire alle parti uno strumento di giustizia alternativa (ADR-Alternative Dispute Resolution) in cui il terzo neutrale (il conciliatore) deve essere presente all’incontro con le parti (in questo distinguendosi da altri meccanismi di composizione amichevole delle controversie). Il compito del conciliatore è quello di aiutare le parti a negoziare un accordo positivo; deve essere neutrale, indipendente ed imparziale e non può decidere la lite. L’istituto della conciliazione si connota per l’informalità, la rapidità dei tempi, la riservatezza e per i costi contenuti. Gli enti preposti a tale servizio sono denominati “organismi di conciliazione”. La legittimazione ad operare per tali organismi si fonda sulla loro iscrizione in un apposito registro tenuto presso il Ministero della Giustizia.
Gli organismi di conciliazione devono dotarsi di un regolamento che deve garantire la completa riservatezza della procedura e l’imparzialità nella nomina dei conciliatori.
Per attivare il tentativo di conciliazione, la parte interessata deposita presso l’organismo di conciliazione una domanda; l’organismo da notizia alla controparte. Non c’è alcun obbligo di accettare tale invito. Se la controparte rifiuta, l’organismo di conciliazione invia una comunicazione in tal senso a colui che ha depositato la domanda e questi sarà libero di decidere come tutelare i propri interessi, anche in sede giudiziale. Le parti possono anche giungere al tavolo di conciliazione, di comune accordo, quando tale tentativo è previsto da una clausola di conciliazione contenuta nel contratto oggetto della controversia.
Terminato l’incontro, nel caso in cui sia stata raggiunta una soluzione, le parti
sottoscrivono un verbale di conciliazione con il quale definiscono la controversia. Tale accordo è, a tutti gli effetti, un contratto pienamente efficace per le parti e, omologato dal presidente del tribunale, costituisce titolo esecutivo per l’espropriazione forzata, per l’esecuzione in forma specifica e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale. Il tentativo di conciliazione interrompe la prescrizione e sospende la decadenza. Nel caso in cui l’accordo non sia stato raggiunto, viene redatto un verbale in cui le parti sottoscrivono di essersi incontrate e di aver cercato, senza successo, di trovare una soluzione; in questo caso il termine di decadenza inizia a decorrere ex novo ed in caso
di ricorso avanti il Tribunale, il Giudice potrà trarre elementi di valutazione ai fini della decisione sulle spese processuali, anche a titolo di responsabilità aggravata.
Le dichiarazioni rese dalle parti durante la conciliazione non possono essere utilizzate nell’eventuale successivo giudizio né possono essere oggetto di prova testimoniale.
L’attuale normativa prevede espressamente il ricorso alla conciliazione per la
risoluzione delle controversie civili in ambito societario e, più in generale nelle materie di patti parasociali, intermediazione mobiliare, materia bancaria e creditizia quando la controversia venga promossa da una banca contro un’altra banca ovvero, sempre nel settore bancario e creditizio, da o contro associazioni rappresentative di consumatori o camere di commercio.
Gli atti, i documenti ed i provvedimenti del procedimento conciliativo beneficiano di esenzione dall’imposta di bollo e da ogni spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura; il verbale di conciliazione è esente dall’imposta di registro entro il limite di 25.000 euro.

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13 CAPITOLO I L A.D.R. (ALTERNATIVE DISPUTE RESOLUTION) QUALE ALTERNATIVA ALLA GIUSTIZIA ORDINARIA 1. 1. - PREMESSE Non sono un arbitro, non sono un giudice, non ho nessun potere di emettere una decisione vincolante. Sono qui per aiutarvi a trovare una soluzione della controversia che risponda ai vostri interessi. In questa frase Ł racchiusa la definizione della conciliazione e la sua differenza dai metodi decisionali di risoluzione delle controversie. Un efficace gestione del conflitto pu consentire a i contendenti di ottenere il completo soddisfacimento dei propri interessi. Invece una decisione ovvero la sentenza della giustizia ordinaria pu anche portare ad avere due perdenti, entrambi insoddisfatti, con probabile compromissione anche delle loro immediate relazioni, anzichØ due vincitori, come sarebbe stato agevolmente possibile se quel conflitto fosse stato gestito secondo le tecniche della conciliazione, ossia ricercando i veri interessi delle parti ed aiutando le parti ad individuare quella soluzione che, da sole, non erano riuscite a trovare in modo diretto. Tuttavia, pur riconoscendo l efficacia e l utilit della conciliazione, Ł altrettanto evidente che non tutte le controversie possono avere oggettivamente, anche se efficacemente gestite, una soluzione che consenta ad entrambe le parti di ottenere il soddisfacimento del 100% del proprio interesse. In altri termini, la conciliazione non Ł un rimedio valido in assoluto per tutti i mali, ma pu essere il rimedio ottimale se la lite sia poten zialmente risolvibile fuori dalle aule giudiziarie.

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Informazioni tesi

  Autore: Monica Cavenago
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Mariacarla Giorgetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 175

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alternative dispute resolution
arbitrato
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controversie
endoprocessuale
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