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La direttiva MiFID e l'impatto sull'attività delle banche

Globalizzazione, deregolamentazione e liberalizzazione hanno certamente condotto l’economia internazionale agli alti livelli di interscambio che oggi è possibile apprezzare all’interno dei mercati. I flussi di capitale tra centro e periferia hanno facilitato la diffusione della tecnologia ed il finanziamento degli investimenti, ma contemporaneamente hanno anche aumentato l’instabilità, i fallimenti e le crisi sistemiche.
L’economia moderna è in continua evoluzione e situazioni di crisi e crolli finanziari si sono verificate anche nel recente passato, come nel caso dei bond argentini e del mercato americano dei mutui sub-prime. I Paesi che si aprono ai capitali esteri devono tener conto dei rischi della globalizzazione e devono riuscire a condurre politiche economiche adeguate, evitando sia eccessive rigidità, che ostacolino l’entrata di capitali e la possibilità di indebitarsi, sia un’eccessiva vulnerabilità di fronte a flussi volatili. Non è vero che i Paesi sottosviluppati sopportano da soli i danni e i costi del presente sistema internazionale, mentre il suo cambiamento non può che essere di esclusiva iniziativa dei paesi più ricchi.
Questo giudizio, largamente condiviso dagli economisti1 e dai politici dei Paesi emergenti, induce ad un atteggiamento di recriminazione e di passività.
E’ necessario anzitutto superare la concezione della moneta come simbolo della sovranità dello stato, con la conseguenza di monete che non possono svolgere le loro funzioni di bene pubblico, prima tra tutte, quella di conservare, nel tempo, il valore. Rinunciando ad una sovranità monetaria solo formale, si otterrebbero numerosi vantaggi: riserve in comune più forti, monetizzazione del debito, indipendenza della banca centrale, una maggiore capacità, dunque, di resistere alle crisi internazionali che minacciano lo sviluppo.
I mercati finanziari assumono un’importanza centrale per il funzionamento delle moderne economie. Quanto più essi sono geograficamente integrati, tanto più efficienti sono la ripartizione delle risorse economiche ed i risultati economici di lungo periodo. Portare a compimento il mercato unico nei servizi finanziari è quindi un elemento cruciale ed essenziale per la competitività dell’UE nel mondo.
Un mercato europeo del capitale di rischio ben funzionante è un fattore strategicamente importante per promuovere imprese nuove ed innovative, nonché per accrescere la produttività, l’imprenditorialità ed il tasso di crescita economica sostenibile in Europa. Attualmente i mercati del capitale di rischio europei sono molto meno efficienti di quelli statunitensi. E’ quindi importante individuare le priorità per eventuali ed ulteriori iniziative di crescita.
Il miglioramento dell’efficienza economica e la creazione di ricchezza dipenderanno molto dalla capacità delle istituzioni europee, delle autorità di vigilanza e dei partecipanti al mercato di garantire l’applicazione e il rispetto uniforme delle regole esistenti, in modo che le pratiche migliori vengano attuate. La crescente integrazione dei sistemi bancari, la formazione d’intermediari cross-border di rilievo sistemico, l’emergere di nuovi rischi per la stabilità finanziaria richiedono maggiore cooperazione tra le autorità per preservare la stabilità, garantire condizioni di parità competitiva, favorire il contenimento degli oneri per gli intermediari.
Completata la nuova regolamentazione delle banche e delle imprese d’investimento, in Europa si sta rafforzando la cooperazione tra le Autorità della vigilanza, al fine di identificare soluzioni operative comuni nei procedimenti di convalida dei modelli interni e nell’applicazione del processo di controllo prudenziale.
Le principali modifiche della normativa bancaria e finanziaria nel nostro Paese attengono alla nuova disciplina prudenziale delle banche e delle imprese di investimento (Basilea II), al coordinamento dei testi unici bancario (TUB) e della finanza (TUF) con la legge sulla tutela del risparmio, alle misure di iniziativa governativa sui rapporti tra intermediari e clientela.
In prospettiva, assume rilievo il recepimento della direttiva CE 21 aprile 2004, n. 39 (MiFID - Markets in Financial Instruments Directive).

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1INTRODUZIONE Globalizzazione, deregolamentazione e liberalizzazione hanno certamente condotto l’economia internazionale agli alti livelli di interscambio che oggi è possibile apprezzare all’interno dei mercati. I flussi di capitale tra centro e periferia hanno facilitato la diffusione della tecnologia ed il finanziamento degli investimenti, ma contemporaneamente hanno anche aumentato l’instabilità, i fallimenti e le crisi sistemiche. L’economia moderna è in continua evoluzione e situazioni di crisi e crolli finanziari si sono verificate anche nel recente passato, come nel caso dei bond argentini e del mercato americano dei mutui sub-prime. I Paesi che si aprono ai capitali esteri devono tener conto dei rischi della globalizzazione e devono riuscire a condurre politiche economiche adeguate, evitando sia eccessive rigidità, che ostacolino l’entrata di capitali e la possibilità di indebitarsi, sia un’eccessiva vulnerabilità di fronte a flussi volatili. Non è vero che i Paesi sottosviluppati sopportano da soli i danni e i costi del presente sistema internazionale, mentre il suo cambiamento non può che essere di esclusiva iniziativa dei paesi più ricchi. Questo giudizio, largamente condiviso dagli economisti 1 e dai politici dei Paesi emergenti, induce ad un atteggiamento di recriminazione e di passività. E’ necessario anzitutto superare la concezione della moneta come simbolo della sovranità dello stato, con la conseguenza di monete che non possono svolgere le loro funzioni di bene pubblico, prima tra tutte, quella di conservare, nel tempo, il valore. Rinunciando ad una sovranità monetaria solo formale, si otterrebbero numerosi vantaggi: riserve in comune più forti, monetizzazione del debito, indipendenza della banca centrale, una maggiore capacità, dunque, di resistere alle crisi internazionali che minacciano lo sviluppo. I mercati finanziari assumono un’importanza centrale per il funzionamento delle moderne economie. Quanto più essi sono geograficamente integrati, tanto più efficienti sono la ripartizione delle risorse economiche ed i risultati economici di lungo periodo. Portare a compimento il mercato unico nei 1 Onofri P. “I mercati finanziari internazionali”, Il Mulino 2006

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Bianchi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi dell'Insubria
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari
  Relatore: Rossella Locatelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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