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Riflessioni sulla figura di Camillo attraverso l’analisi della documentazione archeologica

La figura di Camillo e le vicende della prima metà del IV secolo a.C. che lo vedono protagonista, sono state oggetto di numerosi studi; a partire dall’opinione di Mommsen, secondo cui i racconti a lui relativi sarebbero "la più mendace delle leggende romane”, si è fatta strada l’idea che la figura del celebre Camillo sia in realtà una costruzione della propaganda augustea, finalizzata a racchiudere in sé tutte le virtù dell’ideale repubblicano e a diventare il paradigma del perfetto princeps.
Si tratta in realtà di una visione alquanto riduttiva, che tiene conto di tutte le superfetazioni aggiunte in epoca successiva ma inquadra la figura di Camillo nel contesto augusteo piuttosto che nel suo tempo. Per questo motivo, pur senza prescindere dalle fonti scritte, che sono la premessa ineludibile di questo studio, si è cercato di affrontare il problema con un approccio “materiale”, operando una rilettura della figura di Camillo attraverso l’analisi delle evidenze archeologiche. Non si tratta solamente di analizzare quei monumenti e quelle opere che gli sono esplicitamente attribuiti dalle fonti, come il santuario di Mater Matuta o il tempio di Giunone Regina, ma in generale tutte le evidenze archeologiche relative al periodo compreso tra il conflitto romano-veiente e l’approvazione delle leggi Licinie-Sestie. Infatti è proprio in questo arco di tempo, dall’inizio del IV secolo al 366, anno della sua morte, che Camillo esercita un’indiscussa autorità sulla vita politica romana.
Relativamente all’analisi dei monumenti, in particolare dell’area sacra di S.Omobono, dei templi dell’Aventino e delle mura, vengono messe in rilevo numerose affinità tra l’operato di Camillo e quello di Servio Tullio: i parallelismi tra i due personaggi non si fermano solo all’attività edilizia, ma riguardano praticamente ogni settore della loro attività, dalla politica amministrativa interna a quella estera e religiosa: per questo motivo è sembrato opportuno raffrontare le due figure nella maniera più sistematica possibile, procedendo per settori alla ricerca di precise rispondenze che, per la verità, non sono affatto mancate.

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Introduzione La figura di Camillo e le vicende della prima metà del IV secolo a.C. che lo vedono protagonista, sono state oggetto di numerosi studi; a partire dall’opinione di Mommsen, secondo cui i racconti a lui relativi sarebbero "la più mendace delle leggende romane”, si è fatta strada l’idea che la figura del celebre Camillo sia in realtà una costruzione della propaganda augustea, finalizzata a racchiudere in sé tutte le virtù dell’ideale repubblicano e a diventare il paradigma del perfetto princeps. Si tratta in realtà di una visione alquanto riduttiva, che tiene conto di tutte le superfetazioni aggiunte in epoca successiva ma inquadra la figura di Camillo nel contesto augusteo piuttosto che nel suo tempo. Per questo motivo, pur senza prescindere dalle fonti scritte, che sono la premessa ineludibile di questo studio, si è cercato di affrontare il problema con un approccio “materiale”, operando una rilettura della figura di Camillo attraverso l’analisi delle evidenze archeologiche. Non si tratta solamente di analizzare quei monumenti e quelle opere che gli sono esplicitamente attribuiti dalle fonti, come il santuario di Mater Matuta o il tempio di Giunone Regina, ma in generale tutte le evidenze archeologiche relative al periodo compreso tra il conflitto romano-veiente e l’approvazione delle leggi Licinie-Sestie. Infatti è proprio in questo arco di tempo, dall’inizio del IV secolo al 366, anno della sua morte, che Camillo esercita un’indiscussa autorità sulla vita politica romana. Relativamente all’analisi dei monumenti, in particolare dell’area sacra di S.Omobono, dei templi dell’Aventino e delle mura, vengono messe in rilevo numerose affinità tra l’operato di Camillo e quello di Servio Tullio: i parallelismi tra i due personaggi non si fermano solo all’attività edilizia, ma riguardano praticamente ogni settore della loro attività, dalla politica amministrativa interna a quella estera e religiosa: per questo motivo è sembrato opportuno raffrontare le due figure nella maniera più sistematica possibile, procedendo per settori alla ricerca di precise rispondenze che, per la verità, non sono affatto mancate. La ricerca, ha richiesto inizialmente uno studio approfondito delle fonti, degli eventi e delle dinamiche sociali e culturali pertinenti al IV secolo. A partire da questa base è stato possibile individuare i singoli monumenti e stabilirne, quando ricordato dalle fonti, diverse fasi cronologiche. A questo punto occorreva trovare riscontri pertinenti 4

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Informazioni tesi

  Autore: Nadia Canu
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Operatore dei Beni Culturali
  Relatore: Giampiero Pianu
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 199

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