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Dalla macchina a vapore al motore a scoppio

Nel primo capitolo di questa analisi si prenderà in esame la questione della sostituzione del lavoro dell’uomo con quello delle macchine, e dello straordinario impiego di una nuova forza motrice: il vapore. Attraverso lo studio delle innovazioni tecniche sarà possibile vedere come la grande disponibilità di carbone, e quindi di energia, permise un aumento della produzione senza precedenti. Saranno illustrate, inoltre, le principali applicazioni della macchina a vapore e le risposte che seppe dare nel settore dei trasporti ed alla nascente domanda di produzione elettrica.
Nel capitolo successivo ci preoccuperemo di mostrare come nella seconda metà dell’Ottocento iniziarono a diffondersi altre importanti fonti energetiche. Innanzitutto l’elettricità che, in seguito all’invenzione della lampada di Edison, ebbe ampio successo nella produzione e nella distribuzione di energia per usi civili. Quindi fu la volta del petrolio inizialmente impiegato solo nel settore dell’illuminazione.
La necessità di quantità sempre maggiori di energia e l’ideazione di un nuovo tipo di motore, quello a scoppio (di cui ci occuperemo nel terzo capitolo), portarono allo sfruttamento industriale del petrolio, la riserva energetica più potente e all’apparenza abbondante mai conosciuta. Il nuovo combustibile riuscì ad imporsi sul carbone in poco tempo, fatto assolutamente impensabile alla fine del XIX secolo. Saranno esposte, infine, alcune riflessioni legate all’analisi dei progressi tecnici evidenziati, senza tralasciare un elenco dei dubbi affiorati nel corso del lavoro svolto. Solo mettendo a confronto le attese che caratterizzarono lo sviluppo di questi motori e le problematiche che ne conseguirono, sarà possibile comprendere come mai, in pochi decenni, si abbandonarono le tradizionali fonti energetiche.
Il processo di sostituzione delle fonti primarie di energia non è stato mai radicale, poiché bisogna tenere presente che fonti diverse concorrono a soddisfare una richiesta sempre più articolata. Non esiste una risposta univoca alla domanda: che cosa fa muovere i primi passi ai sistemi energetici e perché si passa da un sistema energetico all’altro? In questo studio si cercheranno di intuire le ragioni di un cambiamento che ha portato l’evoluzione tecnica da un paradigma basato su un convertitore complesso e rigido, e da energia a maggior costo e minor disponibilità, al motore semplice e flessibile in grado di utilizzare risorse a minor costo e maggior disponibilità. Questo mutamento è stato indubbiamente caratterizzato da innovazioni tecniche, ma anche da un consistente intreccio di processi sociali, economici e politici che, pur non rappresentando il fulcro di questa esposizione, non possono essere sottovalutati.

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2 INTRODUZIONE Da sempre l’uomo, per la sua stessa sopravvivenza, ha avuto bisogno di un’enorme quantità di energia. Questa, inizialmente, serviva solo a soddisfare le sue esigenze vitali, ma nel corso della storia i suoi bisogni sono diventati sempre più numerosi e, di conseguenza, sono aumentate le richieste di energia per altri scopi: costruzione di case e strade, costruzione ed uso di mezzi di trasporto, illuminazione e riscaldamento dei luoghi in cui si vive, costruzione ed uso di macchine industriali e di mezzi di comunicazione. L’evoluzione delle società umane è dipesa dalla conversione di quantità maggiori e di forme più concentrate e versatili di energia. Dal punto di vista delle scienze naturali, sia l’evoluzione umana nella preistoria sia il corso della storia possono essere considerate fondamentalmente come un tentativo ininterrotto di controllare flussi e riserve crescenti di energia. 1 Nelle varie epoche si sono susseguite diverse fonti di energia: ogni periodo in cui predominò lo sfruttamento di una specifica fonte costituisce un paradigma energetico. L'uomo primitivo utilizzava l’energia chimica degli alimenti, quella muscolare e quella del fuoco. Fu proprio la scoperta del fuoco, attraverso la combustione del legno, l’invenzione più importante nella storia dell'umanità. L’utilità del fuoco si esprimeva come mezzo di riscaldamento, di difesa e di illuminazione. Nel corso dell’evoluzione l'uomo ha continuato a sviluppare le tecniche della combustione imparando a cuocere l’argilla e fondere i metalli, producendo utensili sempre più sofisticati. Il legno restava comunque la materia prima più utilizzata. Il fabbisogno energetico degli uomini primitivi fino a 1 Vaclav Smil, Storia dell’energia, Bologna, il Mulino, 2000, p. 9.

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Informazioni tesi

  Autore: Emmanuele Di Nardo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Giancarlo Calcagno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 73

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