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Il rapporto di lavoro dirigenziale: confronto tra settore privato e pubblico privatizzato

In questi ultimi anni nel nostro Paese si è assistito ad un graduale mutamento della cultura organizzativa: in particolare l’efficace ed efficiente combinazione delle risorse produttive ha assunto il ruolo di fattore distintivo di ogni attività organizzata, non solo per quanto riguarda la produzione economica, ma in ogni settore.
Inoltre, anche in quegli organismi che, per consuetudine o per vincoli normativi si affidano a procedure formalizzate, si è fatto strada il convincimento che gli schemi operativi vadano ragionevolmente adattati alla mutevolezza delle circostanze, al fine di conseguire con efficienza risultati tempestivi.
Per quanto concerne inoltre l’aspetto dell’organizzazione del lavoro si assiste ad un graduale abbandono di logiche incentrate più sul singolo che non sul gruppo come diretta conseguenza di un decentramento del processo decisionale, di uno smussamento della gerarchia piramidale con attribuzione di poteri e deleghe a vari livelli di inquadramento.
Il fenomeno che ne deriva è la diffusione di esigenze di managerialità strettamente collegato ai processi di decentramento e di istituzione di autonomie funzionali ed operative, il tutto sia in ambito privato che pubblico.
Si deduce quindi, come naturale conseguenza di tale ragionamento, la centralità della funzione dirigenziale al quale si accompagna un processo di omogeneizzazione tra settore privato e pubblico.
Ciò che a questo punto sorge spontaneo domandarsi è dunque: “QUALI DIFFERENZE E QUALI ANALOGIE ESISTONO TRA DIRIGENTE PRIVATO E PUBBLICO?”
Per rispondere a tale domanda si procederà con l’analizzare la figura dirigenziale privata, prima e pubblica poi, per compararne infine gli aspetti della disciplina del lavoro più significativi.

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Introduzione In questi ultimi anni nel nostro Paese si è manifestata la tendenza a considerare l’efficace ed efficiente combinazione delle risorse per il conseguimento di risultati definiti ed accertabili, come fattore distintivo, oltre che del settore tradizionale della produzione economica, anche di qualsiasi altra attività organizzata all’interno di ogni settore, estendendo così le logiche manageriali di ottimizzazione delle risorse e perseguimento dei risultati al di là delle diverse finalità e caratteristiche istituzionali delle organizzazioni operanti nei vari ambiti. Anche in quegli organismi che, per consuetudine o per vincoli normativi, affidano a procedure formalizzate e/o solidificate la garanzia del conseguimento dei fini istituzionali, nel presupposto che da queste procedure scaturisca necessariamente un risultato positivo, si è man mano fatto strada il convincimento che gli schemi operativi vadano ragionevolmente adattati alla mutevolezza delle circostanze, per assicurare, in concreto, risultati tempestivi e perseguiti con efficienza. In altri termini, appare sempre più evidente come ogni azione organizzata presupponga sempre una scelta puntuale, riferita alla situazione specifica, delle più appropriate modalità attuative, per il raggiungimento di risultati circostanziati: l’insieme di queste scelte può essere considerato come il nucleo costituente la funzione manageriale. D’altra parte, per quanto riguarda l’aspetto dell’organizzazione del lavoro, si assiste ad un graduale abbandono di precedenti logiche solipsistiche, incentrate più sul singolo che non sul gruppo, come diretta conseguenza di un decentramento del processo decisionale che, attraverso il recupero di meccanismi di aggregazione e di relazionalità, tenda a favorire lo smussamento della gerarchia piramidale anche mediante il potenziamento di processi di conferimento di deleghe ed attribuzioni di poteri a vari livelli di inquadramento. Il fenomeno che ne deriva è quello della diffusione di esigenze di managerialità, strettamente collegato ai processi in atto di decentramento e di istituzione di autonomie

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Lignante
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Francesco Bacchini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 223

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