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Due per uno... due! Due genitori per un figlio. Gli aspetti psicologici, sociali e legislativi della separazione e del divorzio e il contributo della mediazione familiare.

Il tirocinio svolto all'interno di un servizio sociale di base e la supervisione ad opera di un supervisore che, oltre ad essere assistente sociale, si è formato rispetto al tema della mediazione familiare secondo la prospettiva sistemica, hanno suscitato in me una riflessione circa la ricchezza che, una specializzazione di questo tipo, può portare all'agire quotidiano dell'assistente sociale.
E' nata così la curiosità di approfondire il tema della tutela dei minori sotto questa prospettiva e cioè rispetto al contributo offerto al riguardo proprio dall'ambito della mediazione e a come questa, attualmente, venga praticata nella realtà dei servizi.
L'esperienza del tirocinio ha offerto un primo contatto con le diverse situazioni familiari che giungono ai servizi, promuovendo il confronto e la riflessione sui cambiamenti che, negli ultimi anni, hanno caratterizzato il “sistema-famiglia”.
Oggi, la famiglia si trova a confrontarsi con eventi critici che richiedono agli operatori una sempre maggiore specializzazione e la consapevolezza di quanto questo lavoro necessiti di mettere in campo competenze variegate.
Inevitabile poi il confronto con quanto complesso sia l'intervento dei servizi sociali rispetto ad un tema così delicato quale la rottura del legame coniugale, specie se in presenza di figli. Un intervento che non può essere considerato come “chiave di volta” in quanto attivato mediante azioni che si realizzano, molto spesso, solo quando la situazione è ormai contrassegnata da escalation di criticità e le cui problematiche si sono cronicizzate per effetto di un loro protrarsi nel tempo.
Nasce in questo senso la mia riflessione rispetto a come la mediazione familiare possa essere una preziosa opportunità, se utilizzata correttamente, un intervento ulteriore posto allo stesso tempo come tutela dei minori e come risorsa a cui gli ex coniugi possono attingere per non perdere di vista il riconoscersi ancora come coppia genitoriale, nonostante la perdita del loro ruolo di coniugi.
Nel primo capitolo si vuole analizzare la famiglia e l'evento separazione-divorzio, quale transizione che può investirla sotto più profili: quello coniugale, quello genitoriale e rispetto alla rete sociale, quale sistema più grande in cui è inserita.
Nel secondo capitolo si affronterà il tema della mediazione familiare e le caratteristiche e peculiarità della figura del mediatore, sia rispetto alla teoria che sta alla base di questa attività, sia attraverso il confronto con quella che è la realtà attuale dei servizi.
Il terzo capitolo conterrà un'analisi dell'attività svolta in quest'ambito all'interno di alcuni centri di Torino e Provincia.
Infine la conclusione sarà volta a riflettere rispetto a come questo intervento possa rivelarsi risorsa in più nel contesto dei servizi e a valutare se l'assistente sociale possa svolgere adeguatamente il ruolo del mediatore familiare.


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INTRODUZIONE Il tirocinio svolto all'interno di un servizio sociale di base e la supervisione ad opera di un supervisore che, oltre ad essere assistente sociale, si è formato rispetto al tema della mediazione familiare secondo la prospettiva sistemica, hanno suscitato in me una riflessione circa la ricchezza che, una specializzazione di questo tipo, può portare all'agire quotidiano dell'assistente sociale. E' nata così la curiosità di approfondire il tema della tutela dei minori sotto questa prospettiva e cioè rispetto al contributo offerto al riguardo proprio dall'ambito della mediazione e a come questa, attualmente, venga praticata nella realtà dei servizi. L'esperienza del tirocinio ha offerto un primo contatto con le diverse situazioni familiari che giungono ai servizi, promuovendo il confronto e la riflessione sui cambiamenti che, negli ultimi anni, hanno caratterizzato il “sistema-famiglia”. Oggi, la famiglia si trova a confrontarsi con eventi critici che richiedono agli operatori una sempre maggiore specializzazione e la consapevolezza di quanto questo lavoro necessiti di mettere in campo competenze variegate. Inevitabile poi il confronto con quanto complesso sia l'intervento dei servizi sociali rispetto ad un tema così delicato quale la rottura del legame coniugale, specie se in presenza di figli. Un intervento che non può essere considerato come “chiave di volta” in quanto attivato mediante azioni che si realizzano, molto spesso, solo quando la situazione è ormai contrassegnata da escalation di criticità e le cui problematiche si sono cronicizzate per effetto di un loro protrarsi nel tempo. Nasce in questo senso la mia riflessione rispetto a come la mediazione familiare possa essere una preziosa opportunità, se utilizzata correttamente, un intervento ulteriore posto allo stesso tempo come tutela dei minori e come risorsa a cui gli ex coniugi possono attingere per non perdere di vista il riconoscersi ancora come coppia genitoriale, nonostante la perdita del loro ruolo di coniugi. Nel primo capitolo si vuole analizzare la famiglia e l'evento separazione- divorzio, quale transizione che può investirla sotto più profili: quello coniugale, quello genitoriale e rispetto alla rete sociale, quale sistema più grande in cui è 5

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Informazioni tesi

  Autore: Sabrina Re
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze del servizio sociale
  Relatore: Barbara De Stefani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 89

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