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Déshabillé. Un'indagine sociosemiotica sull'abbigliamento domestico contemporaneo

Quello che si è inteso fare in questo progetto non è tanto una storia del costume dell'abbigliamento domestico, bensì si è deciso di privilegiare considerazioni di tipo sociosemiotico, indagando dunque il significato dell'abbigliamento da casa e i valori che attribuiamo ad esso, il tutto all'interno di più ampie riflessioni sulla ridefinizione del confine fra spazio privato e spazio pubblico.
Il primo passo è stato quello di individuare i momenti di svolta e i personaggi fondamentali che, nella storia dell'abbigliamento, hanno reso possibile la nascita e lo sviluppo dell'abbigliamento domestico contemporaneo, concentrandosi principalmente sul concetto di comodità nel vestire e su come esso abbia iniziato ad acquisire importanza, in quanto la comodità è risultata essere, nel corso dell'analisi, la caratteristica basilare di ciascuna categoria di tenuta domestica.
A questo punto è necessario capire il contesto entro cui esso è inserito. Di conseguenza il secondo passo è quello di prendere in esame la sfera domestica, privata quindi, mettendola in relazione con la sfera pubblica.
Sono state fatte considerazioni su come sia cambiato lo spazio interno della casa nel corso degli anni, adattandosi all'arrivo di un mezzo di comunicazione potente come la televisione, ma anche ai nuovi ritmi e stili di vita dei suoi inquilini. Le donne sempre più protagoniste nel mondo del lavoro, il numero crescente dei giovani che frequentano l'università lontano da casa, i tempi diversi dei vari componenti della famiglia, sempre meno numerosa, e l'aumento dei cosiddetti single hanno portato a una ridefinizione dell'ambiente domestico e del modo di viverlo. Si trascorre più tempo fuori da casa e quest'ultima è sempre meno “privata”, sempre più esposta alle incursioni del mondo esterno.
In base al modo di reagire alla sovrapposizione sempre più marcata fra pubblico e privato sono state individuate due tipologie principali di mise da casa, che sono state chiamate abbigliamento “invisibile” e abbigliamento “estetico”.
Il primo, si può indicativamente ricondurre ad una tipologia di persone che vivono il proprio spazio domestico come un luogo protettivo, rifugio dallo stress della vita sociale. L'appellativo di “invisibile” deriva dall'essere molto lontano dai canoni estetici socialmente riconosciuti e, per questo, non adatto ad essere visto da persone estranee alla cerchia degli intimi, altrimenti si prova disagio e imbarazzo. Abbiamo ipotizzato che sia proprio questa la categoria in cui si manifesta il nostro Io privato, libero da quelle sovrastrutture che caratterizzano la nostra immagine pubblica e da qualsiasi convenzione sociale.
La seconda tipologia individuata, quella dell'abbigliamento “estetico”, privilegia invece le caratteristica dell'immagine a quella della funzionalità. Spesso chi adotta questo tipo di indumenti prova un vero e proprio disprezzo verso quelli appartenenti alla prima tipologia, considerati sciatti e deprimenti, e preferisce indossare capi comodi, ma allo stesso tempo, che facciano sentire sempre in ordine e pronti ad un'eventuale visita inaspettata. Le norme sociali in tema di abbigliamento vengono dunque trasposte anche nell'ambito privato. Allo stesso tempo, abbiamo visto come anche la moda si sia accorta di questa fetta di mercato, ribattezzato loungewear, o homewear e, da una parte, ne trae ispirazione per le sue creazioni, ad esempio dando grande risalto a un capo semplice come la tuta e reinterpretandolo in chiave chic, mentre, dall'altra, propone capi di tendenza da portare fra le pareti domestiche.
Per concludere la ricerca, si è pensato di selezionare un piccolo campione di persone a cui somministrare un'intervista, ripresa con la videocamera, per capire il loro rapporto con l'abbigliamento da casa, cioè come vivono l'abbigliamento legato alla dimensione privata.

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2 Introduzione L'idea di questo progetto nasce dalla curiosità di capire più a fondo un argomento così comune, ma altrettanto complesso, come quello dell'abbigliamento domestico. Quello che si intende fare in questa sede, infatti, non è tanto una disquisizione sui vari capi che possono comporre il vestiario da casa, quanto un'analisi, di tipo sociologico e sociosemiotico, per meglio comprendere sia la ragione di alcune scelte e di alcuni giudizi che riguardano il modo in cui siamo abbigliati fra le mura domestiche, sia il significato di certe sensazioni che l'abbigliamento domestico suscita in noi, a volte in maniera quasi inconscia. Difatti, il tema qui trattato è a tutti noi abituale e, proprio per questo motivo, su di esso difficilmente ci fermiamo a riflettere, spesso limitandoci ad agire in base alle nostre abitudini a riguardo e dando per scontato tutto ciò che ci ha portato a scegliere una determinata mise casalinga invece di un'altra. L'ipotesi di partenza è che la tipologia di abbigliamento domestico da noi prescelta, e le differenti sensazioni che di conseguenza evoca in noi, dipendano dalla diversa concezione e dal diverso approccio che abbiamo nei confronti del mondo esterno. Il soggetto preso in esame è di per sé complicato da circoscrivere e da classificare, e, a prima vista, sembrerebbe quasi non trovare un sua precisa collocazione all'interno del sistema semantico dell'abbigliamento. Infatti, la maggior parte delle volte, i capi che indossiamo dentro la nostra abitazione non sono stati acquistati espressamente come vestiti da casa, ma derivano da altri rami dell'abbigliamento, come quello sportivo, quello intimo, quello da notte o anche quello per così dire pubblico, nel caso in cui li avessimo utilizzati in precedenza per uscire. Se invece essi sono stati comprati proprio allo scopo di essere portati solo all'interno, non è detto che chi ce li ha venduti, o anche altri possibili acquirenti, li classifichi allo stesso modo. Avremo però modo di vedere quanto anche questo settore vestimentario sia portatore di significati specifici. Il primo passo da compiere nella nostra ricerca è quello di ricostruire le evoluzioni storiche e sociali che hanno portato la comodità ad essere considerata una qualità essenziale dello stile, prima maschile, poi anche femminile. Nel capitolo I, infatti, si cercherà di mettere in evidenza i momenti di svolta che hanno reso possibile lo sviluppo di quello che oggi viene riconosciuto come abbigliamento domestico,

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Informazioni tesi

  Autore: Rita Gaddoni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Sistemi e comunicazione della moda
  Relatore: Giampaolo Proni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 128

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Parole chiave

abbigliamento
abbigliamento da casa
ambiente domestico
casa
convenzioni sociali
giudizio sociale
homewear
identità privata
identità sociale
indagine
interviste
intimità
loungewear
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pregiudizi
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