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La parità di trattamento tra uomini e donne nel diritto comunitario

Oltre ad una disamina dell'importanza che ha acquisito, nel corso del tempo, la politica sociale, fra gli obiettivi primari di azione dell'Unione europea; viene analizzato il dettato normativo dell'art.119 (ora art.141) del Trattato CEE sulla parità retributiva tra i sessi. Il lavoro prosegue con uno studio: dei successivi atti normativi comunitari dedicati al principio della parità di trattamento tra i sessi; delle sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità Europee ad esso dedicate e dell'elaborazione dottrinale continentale sul tema.

**Nel marzo 2001 la mia tesi è stata premiata con il premio ''Adelaide Aglietta'' per una tesi di laurea sui diritti civili e politici, promosso dall'Associazione ''Democratici'' di Torino**

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INTRODUZIONE Il prof. Norberto Bobbio aveva qualificato, circa quindici anni or sono, l’emancipazione femminile come “l’unica vera rivoluzione del nostro tempo” 1 . Essa comporta infatti grandi mutamenti sociali, con conseguenze rilevanti di carattere economico e politico e soprattutto con incidenze profonde e durature, nell’organizzazione della società a partire dal suo nucleo di base della cellula familiare. L’evoluzione verificatasi nel diritto, nel quadro sia degli ordinamenti degli Stati, sia dell’ordinamento internazionale, nel senso del progressivo affermarsi del principio di eguaglianza fra i cittadini dei due sessi in tutti i rapporti della vita, sia familiare che professionale, costituisce una condizione, oltre che una conseguenza, di tale rivoluzione: effetto logico dell’evolversi delle concezioni sulla funzione e sulla posizione della donna nella società, ma anche condizione perché il processo di emancipazione, che è fatto di costume più ancora che di diritto, possa compiersi e consolidarsi nei più larghi strati della popolazione. In altri termini, l’evoluzione del diritto in questa materia, se da un lato riflette il mutamento delle idee già prodottesi al livello della parte più progredita della popolazione, dall’altro ne favorisce e ne stimola la penetrazione e l’affermazione nella coscienza della generalità dei cittadini. Le donne nel diritto del lavoro ci sono sempre state: non solo perché alle origini dell’industrializzazione erano la maggior quota della classe operaia e le destinatarie della prima legislazione sociale, ma perché la neutralità (al maschile) delle regole generali non ha mai cancellato la presenza di una parte del diritto del lavoro che neutra non era. La dimensione comunitaria offre un ottimo osservatorio per la disamina di questa tematica. Il Trattato CEE contiene un’espressa disposizione sulla parità retributiva tra uomini e donne (l’articolo 119) e, più ampiamente, mostra di poggiare su un generale principio di non discriminazione. La regola della parità di trattamento assume certamente un rilievo centrale, di Grundnorm, destinata ad iscriversi tra i 1 BOBBIO N., Pro e contro un’etica laica, Il Mulino, 1984, marzo – aprile, p.162.

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Informazioni tesi

  Autore: Cinzia Sechi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Pierangelo Celle
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 304

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Parole chiave

condizione femminile
diritto comunitario
diritto del lavoro comunitario
discriminazione di genere
parità retributiva tra i sessi
parità tra i sessi
parità uomo donna
politica sociale comunitaria
uguaglianza dei sessi

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