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Problemi attuali in luogo di salute e sicurezza sul lavoro

Ancora oggi in Italia, all’inizio del ventunesimo secolo , a circa quattordici anni di distanza dall’emanazione del fondamentale Decreto Legislativo n. 626 del 19/09/94 e successive modifiche e integrazioni in materia di sicurezza e salute sul lavoro (ora sostituito dal recentissimo D.Lgs. n.81 del 09/04/2008), continuano a verificarsi un’enormità di infortuni e morti bianche sui luoghi di lavoro.
Secondo il 2° rapporto presentato il 4 febbraio 2008 da A. N. M. I. L. (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) dal titolo “Tutela e condizione delle vittime del lavoro tra leggi inapplicate e diritti negati”, gli incidenti sul lavoro in Italia sono circa un milione l’anno e i morti più di mille, cioè, un lavoratore morto ogni sette ore.
Sono dati che sembrano provenire da un bollettino di guerra, e non si può proprio dire che uno dei fondamentali diritti della persona, quale il diritto alla vita e alla sicurezza di ciascuno nel normale svolgimento della propria attività, sia garantito.
Nell’Unione europea le cose non sono così diverse in tema di salute e sicurezza sul lavoro; secondo l’agenzia OSHA (Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro), ogni anno 142.400 persone muoiono a causa di malattie professionali e 8.900 a causa di infortuni sul lavoro; fino ad un terzo delle 150.000 morti sul lavoro registrate ogni anno possono essere attribuite a sostanze pericolose presenti negli ambienti di lavoro nell’Unione europea; di queste, 21.000 sono riconducibili all’amianto.

La realizzazione di questo Project Work, frutto di molteplici ore trascorse alla ricerca di tutta la documentazione possibile in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di un paziente lavoro di “adeguamento, di ridisegnamento” della materia salute e sicurezza sul lavoro in base all’attualissimo D.Lgs n.81 del 09/04/2008 (che abroga tutte le precedenti disposizioni normative, compreso il D.Lgs n. 626 del 19/09/1994), ha avuto principalmente due scopi principali oltre a quello di permettermi di conseguire il Titolo di Master : il primo è stato quello di cercare di capire perché ancora oggi, alla fine dell’anno 2008, molti lavoratori perdono la vita in situazioni lavorative oggi “facilmente controllabili e prevedibili” dalle conoscenze e ai mezzi tecnici di cui oggi possiamo disporre; il secondo scopo è stato quello di contribuire, seppur con un minuscolo “mattoncino”, alla grande muraglia di conoscenze e informazioni da divulgare a tutti i lavoratori, al fine di tentare di ridurre sempre di più gli ancora alti numeri di infortuni, malattie professionali e morti sul lavoro; per cui, questo mio lavoro verrà divulgato, portato a conoscenza a tutti i miei colleghi di reparto e di altre Unità Operative, attraverso la realizzazione per l’anno 2009 di un corso E.C.M. di formazione e informazione ripetibile in più edizioni, organizzato da noi stessi infermieri dell’ U.O. di Emodialisi, in cui si formeranno dei gruppi di lavoro per la redazione di una serie di procedure ufficiali, atte a prevenire il rischio chimico all’interno dei vari reparti ospedalieri.

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4 INTRODUZIONE Nell’Unione europea, secondo l’agenzia OSHA (Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro), ogni anno 142.400 persone muoiono a causa di malattie professionali e 8.900 a causa di infortuni sul lavoro; fino ad un terzo delle 150.000 morti sul lavoro registrate ogni anno possono essere attribuite a sostanze pericolose presenti negli ambienti di lavoro nell’Unione europea; di queste, 21.000 sono riconducibili all’amianto. Ancora oggi in Italia, all’inizio del ventunesimo secolo , a circa quattordici anni di distanza dall’emanazione del fondamentale Decreto Legislativo n. 626 del 19/09/94 e successive modifiche e integrazioni in materia di sicurezza e salute sul lavoro (ora sostituito dal recentissimo D.Lgs. n.81 del 09/04/2008), continuano a verificarsi un’enormità di infortuni e morti bianche sui luoghi di lavoro. Secondo il 2° rapporto presentato il 4 febbraio 2008 da A. N. M. I. L. (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) dal titolo “Tutela e condizione delle vittime del lavoro tra leggi inapplicate e diritti negati”, gli incidenti sul lavoro in Italia sono circa un milione l’anno e i morti più di mille, cioè, un lavoratore morto ogni sette ore. Sono dati che sembrano provenire da un bollettino di guerra, e non si può proprio dire che uno dei fondamentali diritti della persona, quale il diritto alla vita e alla sicurezza di ciascuno nel normale svolgimento della propria attività, sia garantito. Nell’ambito europeo, l’Italia resta il paese con il più alto numero di morti sul lavoro; a lanciare l’allarme e’ il Censis (Centro studi investimenti sociali), che, con un indagine divulgata il 05/08/2008, sostiene che attualmente vi sono più morti bianche che omicidi: “se negli ultimi 11 anni gli omicidi sono diminuiti di un terzo (da1042 casi nel 1995 a 663 nel 2006), nei cantieri e sui posti di lavoro l’anno scorso sono morti 1170 operai di cui quasi la metà in infortuni “stradali”, nel tragitto casa lavoro o travolti mentre lavoravano in strada”. Comunque, nell’ultimo decennio si è registrato in Europa un trend di riduzione degli incidenti sul lavoro pur con differenze evidenti tra i vari Stati; ad esempio in Germania gli infortuni mortali sono diminuiti del 48,30%, in Spagna del 33,64%, in Italia solo del 25,49% anche se la situazione è migliorata per gli incidenti non mortali ufficiali, anche se si deve tenere conto dell’elevato numero di incidenti non denunciati nell’ambito del lavoro nero 1 . Il fenomeno infortunistico nel mondo del lavoro è diventato un fenomeno sociale di massa, radicato nello stesso modo di essere del sistema economico di un paese dove è considerato predominante il concetto che la competitività di un’azienda sia il risultato di una maggiore produzione a costi i più bassi possibili, trascurando, quindi, la qualità del servizio offerto, compresa la qualità nella gestione della sicurezza dei propri lavoratori. L’ANMIL prosegue nella relazione sostenendo che il male dell’Italia sta nel fatto che le leggi sembrano esistere solo sulla carta, nonostante i continui appelli del Presidente della Repubblica e il grande impegno delle Istituzioni nell’ultimo anno 1 L’INAIL stima siano circa 200.000

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Brianti
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master di I Livello in Management e Funzioni di Coordinamento delle Professioni Sanitarie
Anno: 2008
Docente/Relatore: Michel Martone
Istituito da: Università Telematica TEL.M.A.
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 102

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Parole chiave

d.lgs n. 81 del 09/04/2008
morti sul lavoro
project work
rischio chimico in emodialisi
salute e sicurezza sul lavoro
sicurezza lavoro

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