Skip to content

Ragioni e motivazioni del suicidio carcerario

Mi è sembrato opportuno tracciare un breve excursus storico sulla funzione che la pena ha svolto nel tempo, approfondendo in maniera particolare quella che oggi vieni definita “funzione rieducativa della pena”. Tale funzione è sancita dalla nostra Costituzione all’articolo 27 ed anche dall’ ONU, dal Consiglio d’Europa e da molte organizzazioni non governative.
‘Rieducazione’, ‘reinserimento’, sono divenute le parole d’ordine del nostro ordinamento e da più parti si sollevano voci perché queste espressioni così nobili possano trovare effettivamente una concreta realizzazione. E’ proprio questo il nodo cruciale della questione: vi è contraddizione forte tra i principi sanciti e la realtà delle carceri, che sono luoghi di contenimento e non di reinserimento.
Abbiamo una Costituzione altamente democratica ma ancora lontana da una effettiva e concreta attuazione. Le carceri in Italia sono piene, i detenuti sono circa sessantamila, gli extracomunitari superano i diecimila e i tossicodipendenti sono un quarto dei reclusi. Dando uno sguardo a quella che è oggi la situazione generale delle carceri, al loro degrado strutturale, al sovraffollamento, alla carenza di personale specializzato ci si può rendere conto che la struttura carceraria non educa e non allevia i disagi dei reclusi. Il carcere così strutturato è solo ‘criminogeno’, non serve a redimere le persone. I diritti sono tali perché esigibili: ciò richiede da parte dello Stato una attivazione particolare verso i detenuti, dovrebbe trattarsi di un intervento urgente di assoluta priorità.
L’articolo 27 della Costituzione laddove prescrive il carattere delle pene come tendenti alla rieducazione del condannato, impone allo Stato di garantire azioni positive per il reinserimento sociale a vantaggio del singolo e della società.
Basandomi sulle statistiche fornite dall’Unione Europea, dal Ministero della Giustizia e da varie associazioni di volontariato ho messo in risalto gli aspetti quotidiani del ‘vivere’ in stato di detenzione (condizioni igenico-sanitarie, lavoro, strutture). Il carcere è sostanzialmente un contenitore di drammi sociali irrisolti. Lo Stato attraverso il carcere non fa altro che ‘archiviare’, accentuare, il problema criminalità: i casi di recidività, infatti, sono all’ordine del giorno. Il carcere è un mondo fuori dal mondo in cui le regole di vita, i valori dominanti, sono del tutto opposti a quelli della società ‘libera’. E’ un mondo caratterizzato da violenze, prevaricazioni, soprusi. Se a ciò si aggiunge la questione ‘ sovraffollamento ’ si capisce come a risentirne sia l’intera funzione ‘ rieducativa’ che l’istituzione ‘carcere’ dovrebbe perseguire.
Da tempo ha assunto un peso rilevante il fenomeno del suicidio carcerario. Il suicidio è un tema di per se complesso, tanto più se esso si mette in atto nell’ambiente dei reclusi. Infatti in questo caso, a mio avviso, ad incidere in modo significativo su una scelta così ‘forte’ oltre ai fattori psicologici personali incidono i cosiddetti fattori ‘endogeni’. Con tale termine intendo le strutture restrittive, la mancanza di spazi vitali, la costrizione fisica e mentale, cui il carcerato è soggetto. Non tutti i soggetti reagiscono allo stesso modo agli stessi stimoli. Per questo ho tenuto in debito conto gli aspetti psicologici del problema e mi sono voluta soffermare sul crescente aumento delle morti per suicidio nelle carceri italiane negli ultimi anni. Tale aumento va di pari passo con la crescita della popolazione carceraria (sovraffollamento) e con i disagi che essa comporta. L’incremento del numero dei detenuti accentua la carenza del personale carcerario e la carenza di spazi.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Mostra/Nascondi contenuto.
4 INTRODUZIONE Mi è sembrato opportuno tracciare un breve excursus storico sulla funzione che la pena ha svolto nel tempo, approfondendo in maniera particolare quella che oggi vieni definita “funzione rieducativa della pena”. Tale funzione è sancita dalla nostra Costituzione all’articolo 27 ed anche dall’ ONU, dal Consiglio d’Europa e da molte organizzazioni non governative. ‘Rieducazione’, ‘reinserimento’, sono divenute le parole d’ordine del nostro ordinamento e da più parti si sollevano voci perché queste espressioni così nobili possano trovare effettivamente una concreta realizzazione. E’ proprio questo il nodo cruciale della questione: vi è contraddizione forte tra i principi sanciti e la realtà delle carceri, che sono luoghi di contenimento e non di reinserimento. Abbiamo una Costituzione altamente democratica ma ancora lontana da una effettiva e concreta attuazione. Le carceri in Italia sono piene, i detenuti sono circa sessantamila, gli extracomunitari superano i diecimila e i tossicodipendenti sono un quarto dei reclusi. Dando uno sguardo a quella che è oggi la situazione generale delle carceri, al loro degrado strutturale, al sovraffollamento, alla carenza di personale specializzato ci si può rendere conto che la struttura carceraria non educa e non allevia i disagi dei reclusi. Il carcere così strutturato è solo ‘criminogeno’, non serve a redimere le persone. I diritti sono tali perché esigibili: ciò richiede da parte dello Stato una attivazione particolare verso i detenuti, dovrebbe trattarsi di un intervento urgente di assoluta priorità. L’articolo 27 della Costituzione laddove prescrive il carattere delle pene come tendenti alla rieducazione del condannato, impone allo Stato di garantire azioni positive

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Il miglior software antiplagio

L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.

Informazioni tesi

  Autore: Stefania Santacroce
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Danilo Zolo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 73

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

carcere
carceri italiane
disagio conseguente alla carcerazione
funzione rieducativa della pena
rieducazione carceraria
sovraffollamento
statistiche sulla popolazione carceraria
suicidi
suicidi detenuti
suicidi in carcere
suicidio carcerario
testimonianze detenuti

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi