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Applicazioni del pensiero controfattuale negli esiti post-traumatici

Il pensiero controfattuale è un processo che esprime la capacità di riflettere e modificare gli scenari di situazioni da cui sarebbero potuti conseguire esiti differenti dalla realtà. Nella quotidianità è comune che un sentimento di rammarico – il regret - venga provato a seguito di una discrepanza tra i risultati attesi e la realtà.
La ricerca e l’esperienza condivisa dicono che, rilevare le differenze tra ciò che avremmo voluto e ciò che abbiamo ottenuto, ci aiuta a pianificare azioni più efficaci nel futuro. Tuttavia, in condizioni di elevato stress, come quello provato dopo un evento indesiderato e traumatico, possono fare irruzione nella coscienza pensieri nella forma “Se solo non fossi stato così…”, oppure “Se solo non avessi fatto” o “Se avessi fatto qualcosa per evitare tutto ciò”; nel tentativo di annullare (undoing) idealmente le conseguenze dell’accaduto. Questi pensieri controfattuali possono sortire l’effetto di amplificare emozioni e sentimenti come il biasimo, la rabbia, la vergogna e il senso di colpa. L’attitudine alla generazione automatica, indiscriminata e non finalizzata all’azione, di domande e affermazioni ricorsive, può condensarsi in un particolare stile di pensiero – la ruminazione – che sottende sensazioni di disagio diffuse e invalidanti, come gli stati depressivi, ansiosi ed ossessivi.
La prima parte della tesi è occupato da una rassegna sulle ricerche che, inizialmente, pongono il pensiero controfattuale nel quadro delle più generali abilità di problem-solving; successivamente, la prospettiva funzionale, riesce a farne risaltare il versante adattivo, rilevante ai fini della regolazione degli stati affettivi e, più in generale, del mantenimento della salute mentale.
Nella seconda parte viene discusso il ruolo del pensiero controfattuale, in relazione al suo versante disfunzionale , con particolare riguardo agli esiti post-traumatici.
Nella terza parte vengono analizzati i modelli di elaborazione delle informazioni che riconoscono un ruolo al pensiero controfattuale nella regolazione dell’umore, citando alcuni paradigmi psicoterapeutici, tra cui l’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), ideato da Francine Shapiro.
Per verificare l’applicazione del pensiero controfattuale nel trattamento degli esiti post-traumatici sono stati riportati due esempi: uno tratto dalla letteratura sull’EMDR e un caso di disturbo ansioso-depressivo, in trattamento con psicoterapia a orientamento cognitivo.

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Applicazione del pensiero controfattuale negli esiti post-traumatici 1 1. Introduzione. Il pensiero controfattuale è un processo che esprime la capacità di riflettere e modificare gli scenari di situazioni da cui sarebbero potuti conseguire esiti differenti dalla realtà. Nella quotidianità è comune che un sentimento di rammarico – il regret - venga provato a seguito di una discrepanza tra i risultati attesi e la realtà. La ricerca e l’esperienza condivisa dicono che, rilevare le differenze tra ciò che avremmo voluto e ciò che abbiamo ottenuto, ci aiuta a pianificare azioni più efficaci nel futuro. Tuttavia, in condizioni di elevato stress, come quello provato dopo un evento indesiderato e traumatico, possono fare irruzione nella coscienza pensieri nella forma “Se solo non fossi stato così…”, oppure “Se solo non avessi fatto” o “Se avessi fatto qualcosa per evitare tutto ciò”; nel tentativo di annullare (undoing) idealmente le conseguenze dell’accaduto. Questi pensieri controfattuali possono sortire l’effetto di amplificare emozioni e sentimenti come il biasimo, la rabbia, la vergogna e il senso di colpa. L’attitudine alla generazione automatica, indiscriminata e non finalizzata all’azione, di domande e affermazioni ricorsive, può condensarsi in un particolare stile di pensiero – la ruminazione – che sottende sensazioni di disagio diffuse e invalidanti, come gli stati depressivi, ansiosi ed ossessivi. La prima parte di questo lavoro è occupato da una rassegna sulle ricerche che, inizialmente, pongono il pensiero controfattuale nel quadro delle più generali abilità di problem-solving; successivamente, la prospettiva funzionale, riesce a farne risaltare il versante adattivo, rilevante ai fini della regolazione degli stati affettivi e, più in generale, del mantenimento della salute mentale. Nella seconda parte viene discusso il ruolo del pensiero controfattuale, in relazione al suo versante disfunzionale , con particolare riguardo agli esiti post-traumatici. Nella terza parte vengono analizzati i modelli di elaborazione delle informazioni che riconoscono un ruolo al pensiero controfattuale nella regolazione dell’umore, citando alcuni paradigmi psicoterapeutici, tra cui l’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), ideato da Francine Shapiro. Per verificare l’applicazione del pensiero controfattuale nel trattamento degli esiti post-traumatici sono stati riportati due esempi: uno tratto dalla letteratura sull’EMDR e un caso di disturbo ansioso-depressivo, in trattamento con psicoterapia a orientamento cognitivo.

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Informazioni tesi

  Autore: Natalizia Callipo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze psicologiche
  Relatore: Donatella Ferrante
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

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Parole chiave

ansia
cognizione negativa
cognizione positiva
controfattuale
counterfactual
depressione
emdr
eye movement desentization and reprogramming
psicoterapia
ptsd
trauma

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