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Accoglienza e integrazione degli alunni stranieri a scuola in Europa - Confronto tra alcune strategie di inserimento scolastico. Il percorso verso l'intercultura. Un'ipotesi di formazione dell’insegnante nella scuola multiculturale

La migrazione è una delle sfide politiche e sociali più importanti del nostro secolo.
L’accoglienza e l’integrazione degli immigrati dipende dalle politiche d’immigrazione effettuate dai singoli paesi. L’ immigrazione verso la Gran Bretagna, la Francia, dalle loro colonie, nel periodo successivo al secondo dopoguerra ha fatto sì, che questi paesi, come altri, abbiano dovuto affrontare gli aspetti dell’emigrazione che riguardano la società in tutti i suoi ambiti e campi; l’accoglienza, la legislazione, il lavoro, la sanità, l’edilizia sociale, la scuola. La presenza degli alunni stranieri nelle scuole di questi paesi è molto più alta rispetto a quella italiana.
La Germania e la Svizzera, a loro volta, hanno avuto e hanno considerevoli presenze di bambini migranti nelle scuole, e molti di questi sono italiani.
Nessun sistema scolastico europeo è senza alunni migranti. Il numero è in continua ascesa.
Ogni paese, fino a un certo momento, ha indirizzato le politiche scolastiche di integrazione, secondo degli indirizzi fortemente caratterizzati, per lo meno nei paesi con maggiore tradizione migratoria. Per quanto riguarda l’inserimento nella scuola si possono distinguere tre modelli principali:

• Modello di separazione, in Germania
• Modello di assimilazione in Francia
• Modello del multiculturalismo in Gran Bretagna

Attraverso l’analisi dei sistemi scolastici, riguardanti l’integrazione dei bambini stranieri a scuola, specialmente nella scuole dell’obbligo, è emersa chiaramente una crisi dei sistemi consolidati, per lo meno quelli più importanti. Dagli anni ’80, in poi, con la sempre maggiore presenza di bambini stranieri, a scuola, tutte le istituzioni scolastiche tentano di intraprendere un percorso che ha come valore fondante l’Intercultura. Il percorso non è semplice, perché implica una nuova visione culturale, che comprende, oltre a innovazioni metodologiche, una presa di coscienza con diverse priorità e atteggiamenti.
Anche a livello di Istituzione europea si sottolinea l’importanza, indicando una scelta di campo, per ciò che riguarda l’approccio interculturale, inteso, a livello di indicazione della commissione europea come “l’insieme dei processi attraverso i quali sono stabilite le relazioni fra le diverse culture”. All’interno dell’ultimo rapporto EURYDICE intitolato “L’integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa”, quando si definisce il significato di intercultura e se ne definiscono gli obiettivi, si sintetizzano tre punti fondamentali.
L’apprendimento delle diversità culturali, teso a sviluppare valori di rispetto e tolleranza, attraverso la lotta contro il razzismo e la xenofobia.
Lo studio dei fenomeni migratori attraverso la loro evoluzione diacronica, le cause, le problematiche economiche e sociali.
L’aspetto europeo incentrato sulla comprensione delle caratteristiche culturali dei popoli europei. La creazione di un cittadino europeo.
In un modo o nell’altro i paesi si devono assicurare ai bambini immigrati il diritto fondamentale dell’istruzione.
La lingua materna deve fungere da ponte tra le due culture. Per ciò che riguarda il sostegno linguistico la commissione europea individua quelle principali.
In ogni caso, appare evidente, che l’indirizzo della scuola europea per l’integrazione dei bambini immigrati è quello dell’intercultura, riferito sia agli immigrati, sia alle “particolarità” dei bambini “locali”.

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INTRODUZIONE La scuola è stata una delle prime istituzioni a gestire l’emergenza dell’arrivo degli alunni immigrati, provvedendo alle necessarie misure per accoglierli. Questo non significa però che una vera e propria educazione interculturale – intesa come costruzione di dialogo e confronto a partire dalle differenze, nella ricerca di un difficile equilibrio tra valori universali e diritti specifici delle minoranze immigrate – sia stata effettivamente messa in atto nella scuola, né che il sistema scolastico nel suo insieme abbia recepito le trasformazioni derivanti da questo cambiamento, definito, oramai epocale, oltre che globale: il passaggio all’intercultura, ovvero a strategie di confronto con la diversità a vari livelli, è tuttora da completare. Non si deve affrontare l’approccio interculturale come solamente limitato alle strategie di accoglienza degli stranieri, con il rischio di non uscire più da questo schema. In ogni caso si può affermare, che sino ad ora, non ha sviluppato, perlomeno fino a questo momento, la forza di imporsi come un modello per l’intero insegnamento. Il nostro paese ha ripercorso, anche se con significative variazioni, le fasi attraversate dall’educazione interculturale nelle scuole europee e occidentali negli ultimi decenni: • fase di assimilazione (inserimento delle culture minoritarie con assente o scarsa attenzione alla cultura d’origine); • multiculturalismo (scoperta del pluralismo, ma anche rischio di relativismo e folklorizzazione delle culture); • nterculturalità (fase ancora in divenire in cui occorre realizzare l’integrazione delle culture nella reciprocità). 5

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Informazioni tesi

  Autore: Maurizio Russo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2006-07
  Università: Libera Università degli Studi di Bolzano
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Primaria
  Relatore: Martin Dodman
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 129

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Parole chiave

alunni stranieri
alunni stranieri scuola
alunni stranieri a scuola in euro
emigrati a scuola
formazione insegnante
intercultura

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