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Origini e struttura della cognitio extra ordinem

È cosa nota che sia divenuta sempre più accesa tra i moderni studiosi la disputa intorno alla trasformazione del diritto romano, dal diritto quiritario al diritto codificato da Giustiniano: dal confronto tra quest’ultimo e il diritto classico emerge una diversità sempre più profonda. S’impone quindi all’attenzione degli studiosi il problema delle cause di questa trasformazione: seppure ebbe qualche antecedente già in epoca repubblicana, la cognitio extra ordinem può ben definirsi una creazione d’età imperiale che si collega all’opera instauratrice di Augusto. Il passaggio dalla forma repubblicana di governo al principato, infatti, non segnò in Roma solo l’epilogo di una vasta crisi costituzionale dello Stato, che attraverso un lungo travaglio raggiungeva il suo assestamento; alla crisi nel campo del diritto pubblico non poté non corrispondere un’eguale crisi del diritto privato. Essa tuttavia, a prima vista, appare meno, perché mentre nel diritto pubblico esteriormente la fase culminante è raggiunta col passaggio al principato, nel diritto privato ha luogo un movimento di trasformazione incessante e progressivo nei secoli. La lenta evoluzione si manifesterà da un lato nella completa paralisi dei principi fondamentali dell’antico ius quiritium che erano contrastanti con le nuove esigenze socio-economiche, dall’altro lato nella creazione di principi direttivi nuovi e di nuovi istituti.

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v    Prefazione      Nella  storia  di  Roma  l’esercizio  della  giurisdizione  offre  un  valido  campo di verifica delle  relazioni possibili  tra  i poteri che creano  le norme e  quelli  che  ne  governano  l’attuazione  nel  caso  concreto.  In  altre  parole,  lo  studio  della  fase  giurisdizionale,  anche  nel  settore  che  con  linguaggio  moderno definiremmo ‘privato’, è in grado di indicare, talvolta con maggiore,  tal  altra  con  minore  approssimazione  quale  sia  la  natura  del  rapporto  istituzionale tra gli organi che pongono l’obbligo di un certo comportamento  e  quelli  che  tale  obbligo  rendono  effettivo.  Ripercorrere  oggi  queste  testimonianze  implica alcune considerazioni:  l’ampio arco di secoli ci dà anzi  tutto  la  possibilità  di  osservare  dinamiche  ricorrenti  delle  connessioni  tra  forme di potere e  forme di amministrazione;  in  secondo  luogo,  l’attitudine  della  scienza  romana  a  conservare  la memoria  del  passato,  e  ciò  vale  in  buona misura anche per  i  codificatori di Giustiniano,  ci  restituisce dottrine,  fatti e soluzioni processuali molti dei quali non sono estranei nella sostanza a  quanto possiamo osservare oggi,  in una  realtà  tanto diversa, ma  che ha  in  comune  con  quella  antica  la  molteplicità  e  la  rivalità  delle  esigenze  e  il  contemporaneo bisogno di ricomporle.   L’esercizio  del  diritto  soggettivo  privato  consisteva  (e  tutt’oggi  consiste)  nella  concreta  soddisfazione  dell’interesse  con  esso  tutelato  mediante la realizzazione dello stato di fatto e di diritto da esso prospettato:  ove la soddisfazione del suddetto interesse trovi ostacolo nella resistenza del  soggetto passivo, sorge in ogni ordinamento giuridico la necessità di superare  l’impedimento  approntando  mezzi  a  favore  di  chi  di  quell’interesse  sia  legittimo titolare  al fine di ottenere coattivamente l’osservanza del vincolo. 

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Informazioni tesi

  Autore: Luisa Paniccia
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Luigi Capogrossi Colognesi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 257

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Parole chiave

augusto
cognitio extra ordinem
cognitiones
diritto romano
extraordinaria cognitio
giustiniano
procedura
processo classico
processo romano

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