Hans Küng, filosofo della religione. La fede in Dio come fiducia di fondo in risposta alla sfida dell'ateismo.

In questo lavoro intendo prendere in considerazione il testo di Hans Küng “Dio esiste?” nel quale l’autore analizza il fenomeno dell’ateismo. In questo testo l’autore, prima di tutto, studia il pensiero dei primi pensatori che hanno dato inizio al movimento ateo detti anche “maestri del sospetto” e cioè Marx, Nietzsche e Freud; quindi compie un percorso storico nel quale mette in evidenza quelli che secondo lui sono le caratteristiche principali della dottrina atea. Küng afferma che l’ateismo è caratterizzato da un totale rifiuto di qualsiasi realtà metafisica, identificabile con il nome di Dio, e dalla centralità dell’uomo all’interno del mondo che, secondo l’ateismo, è descrivibile in tutta la sua totalità in termini umani e sensibili per mezzo delle scienze e delle tecniche. Tutto ciò secondo l’autore porta gli uomini a vivere con una sfiducia di fondo la loro vita in quanto, secondo lui, gli uomini non sono in grado di dare una spiegazione razionale della realtà problematica nella quale è indubbio che tutti noi siamo calati e soprattutto, è impossibile, formulare una dimostrazione accettabile universalmente dell’esistenza di Dio. Hans Küng non pretende di dimostrare l’esistenza di Dio anche perché, secondo lui, se fosse possibile farlo questo non sarebbe un vero Dio, che per definizione è qualcosa di incommensurabile, ma una semplice divinità o feticcio. Quindi, secondo l’autore, ciò che è necessario è avere fede in Dio in quanto così facendo si ha la possibilità di affrontare la realtà con una “fiducia di fondo”, come la definisce Küng stesso. Infine egli afferma che è possibile dimostrare la fede come fiducia per mezzo della “razionalità interna” che ci permette di capirne la fondatezza attraverso la sua messa in pratica nella vita di ogni giorno, quindi non pretende di giustificarla a priori ma bensì solo durante e dopo la sua applicazione nella vita di ogni giorno.