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Dall'idea di Eurafrica all'integrazione euromediterranea

Le relazioni tra il continente europeo e il continente africano si snodano, ad oggi, nell’ambito di strette interconnessioni, che rappresentano solo una minima parte della fitta rete che, nell’era definita della globalizzazione, caratterizza il globo intero. Le esigenze di ogni paese, così come di ogni continente, sono quelle di non chiudersi entro i propri confini, di non pensarsi come isolato dagli altri, ma di ripensare agli spazi comuni nella maniera più proficua possibile, principalmente, ma non solo, per poter trovare risposte alle difficili questioni emergenti in settori delicati, come la sicurezza ai tempi odierni.
Africa ed Europa si trovano a condividere uno spazio comune dalla fondamentale importanza, il Mediterraneo, il cui ruolo è stato nell’arco dei secoli alternativamente quello di ponte e di cerniera tra le due rive e quello di mare divisorio e di frontiera tra due culture. Ma, come spesso accade, nelle coinvolgenti spirali del dinamismo internazionale, o come forse sarebbe più opportuno definirlo, interglobale si è eccessivamente proiettati nel domani e poco, superficialmente, se non addirittura per nulla si volge lo sguardo alle radici della nostra civiltà, a cosa semplicemente si era. Soffermarsi a pensare a ciò non rappresenta un mero esercizio di memoria storica, ma è piuttosto l’opportunità di avere una chiave di lettura del presente, una lente attraverso cui non solo interpretare l’oggi, ma cominciare a costruire il domani, con una maggiore consapevolezza e una più profonda coscienza.
Del resto, per citare uno dei maggiori storici d’oltralpe, «la fonte è là, nello spazio mediterraneo, la fonte profonda dell’alta cultura di cui mena vanto la nostra civiltà». E ancora con Fernand Braudel ci potremmo chiedere

che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. [I molteplici sforzi degli uomini, ieri come oggi] si comprendono soltanto se considerati complessivamente, e soprattutto [se] posti a raffronto. […] è a partire da quanto si vede oggi che si può giudicare e capire l’ieri e viceversa. Il Mediterraneo è una buona occasione per presentare un “altro” modo di accostarsi alla storia.

Alla luce di queste considerazioni, può essere interessante indagare come siano state percepite le relazioni tra i due continenti a partire dalla fine del XIX secolo fino ai giorni nostri. Ognuna delle nazioni europee può vantare pensatori politici rimasti affascinati dall’argomento, che hanno concepito progetti o costruzioni ideologiche circa la veste da dare ai rapporti eurafricani. Diversi sono stati i progetti elaborati, le finalità individuate, le aspettative nutrite; ma una cosa è sempre rimasta uguale: la consapevolezza che in qualsiasi epoca della storia fosse necessario intessere un dialogo tra le due sponde del Mediterraneo.
Nord e Sud del Mediterraneo non possono pensarsi isolati, come entità individuali, ma devono costantemente rapportarsi l’uno all’altro per innumerevoli ragioni: per conoscersi meglio, per scegliere con maggiore cognizione di causa il cammino da intraprendere, per prevenire fattori di crisi emergenti, per far fronte comune alle minacce globali, per creare un solido legame che travalichi i confini, le diversità culturali e religiose e costituisca una barriera all’insorgere di qualsivoglia elemento di rottura, di discontinuità o di incomprensione.
Il presente elaborato si pone la finalità, senza alcuna ambizione di esaustività e di completezza, di presentare una panoramica delle diverse modalità, attraverso le quali Africa ed Europa hanno prima pensato e poi realizzato la gestione dei loro rapporti. Si intende partire, per realizzare questo viaggio, dalle idee sviluppate intorno agli anni Venti e Trenta del Novecento dai diversi pensatori politici europei circa la creazione di un’entità denominata Eurafrica.

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PREMESSA Le relazioni tra il continente europeo e il continente africano si snodano, ad oggi, nell’ambito di strette interconnessioni, che rappresentano solo una minima parte della fitta rete che, nell’era definita della globalizzazione, caratterizza il globo intero. Le esigenze di ogni paese, così come di ogni continente, sono quelle di non chiudersi entro i propri confini, di non pensarsi come isolato dagli altri, ma di ripensare agli spazi comuni nella maniera più proficua possibile, principalmente, ma non solo, per poter trovare risposte alle difficili questioni emergenti in settori delicati, come la sicurezza ai tempi odierni. Africa ed Europa si trovano a condividere uno spazio comune dalla fondamentale importanza, il Mediterraneo, il cui ruolo è stato nell’arco dei secoli alternativamente quello di ponte e di cerniera tra le due rive e quello di mare divisorio e di frontiera tra due culture. Ma, come spesso accade, nelle coinvolgenti spirali del dinamismo internazionale, o come forse sarebbe più opportuno definirlo, interglobale si è eccessivamente proiettati nel domani e poco, superficialmente, se non addirittura per nulla si volge lo sguardo alle radici della nostra civiltà, a cosa semplicemente si era. Soffermarsi a pensare a ciò non rappresenta un mero esercizio di memoria storica, ma è piuttosto l’opportunità di avere una chiave di lettura del presente, una lente attraverso cui non solo interpretare l’oggi, ma cominciare a costruire il domani, con una maggiore consapevolezza e una più profonda coscienza. Del resto, per citare uno dei maggiori storici d’oltralpe, «la fonte è là, nello spazio mediterraneo, la fonte profonda dell’alta cultura di cui mena vanto la nostra civiltà». 1 E ancora con Fernand Braudel ci potremmo chiedere che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. [I molteplici sforzi degli uomini, ieri come oggi] si comprendono soltanto se considerati complessivamente, e soprattutto [se] posti a raffronto. […] è a partire da quanto si vede oggi che si può giudicare e capire l’ieri e viceversa. Il Mediterraneo è una buona occasione per presentare un “altro” modo di accostarsi alla storia. 2 Alla luce di queste considerazioni, può essere interessante indagare come siano state percepite le relazioni tra i due continenti a partire dalla fine del XIX secolo fino ai giorni nostri. Ognuna delle nazioni europee può vantare pensatori politici rimasti affascinati dall’argomento, che hanno concepito progetti o costruzioni ideologiche circa la veste da dare ai rapporti eurafricani. Diversi sono stati i progetti elaborati, le finalità individuate, le aspettative nutrite; ma 1 G. DUBY, L’eredità citato in F. BRAUDEL, Il Mediterraneo. Lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni, Milano, Tascabili Bompiani, 2007, p. 267. 2 F. BRAUDEL, op. cit., pp. 7-9. 4

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Informazioni tesi

  Autore: Gaia Migliazzo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Studi europei
  Relatore: Eugenio Guccione
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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