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La negoziazione di titoli azionari in Italia ad un anno dall'entrata in vigore della direttiva MiFID

Nell'ultimo decennio, il contesto finanziario nazionale ed internazionale, in particolar modo europeo, si è visto protagonista di intensi mutamenti di matrice istituzionale ed economica, prima tra tutti, l'introduzione della moneta unica, seguita dall'implementazione di tecnologie sofisticate relative alle procedure di negoziazione e dall'ampliamento della platea di clienti retail che si sono affacciati al mercato azionario.
Tutti questi cambiamenti evolutivi sono stati affiancanti da una costante opera di armonizzazione delle normative indirizzate all'Unione Europea e dall'importante processo di creazione di conglomerati finanziari, di internazionalizzazione del sistema bancario e di integrazione delle borse europee, talune motivate da scelte di business, altre dall'intento di divenire maggiormente competitive, altre ancora, semplicemente per garantirsi una sopravvivenza o maggiori opportunità.
In un contesto quale quello appena descritto, si è presentata sul panorama europeo una riforma volta a porre le basi per la costruzione di un mercato azionario integrato, in linea con le altre dinamiche evolutive del continente; una riforma che ha portato gli intermediari che ne hanno saputo approfittare a riformulare le proprie strategie di gestione e le proprie procedure organizzative; una riforma atta ad accrescere le condizioni di armonizzazione delle normative, dei canali di negoziazione e dell'esecuzione delle transazioni a livello europeo. Tale riforma è stata indicata con la denominazione di "direttiva MiFID", e coinvolge i 27 Paesi dell'Unione Europea (oltre ad altri 3 Paesi non appartenenti all'UE: Islanda, Liechtestein e Norvegia).
Questa normativa prevede una serie di interventi volti a creare un terreno omogeneo a livello europeo sul quale effettuare le operazioni sui titoli, anche con l'obiettivo di contrastare la tendenza, causata dalle disparità relative ai sistemi di regolamento esistenti in Europa nonché dai costi elevati delle operazioni transfrontaliere, di limitare gli investimenti ai rispettivi mercati nazionali.
Per questo motivo, sono state introdotte norme finalizzate a garantire la tutela dell'investitore ed una sua maggiore consapevolezza nelle scelte di investimento in un regime di trasparenza assoluto garantito dagli intermediari; è stato eliminato l'obbligo di concentrazione degli scambi sui Mercati Regolamentati, che aveva costituito un ostacolo alla concorrenza tra le piazze finanziarie, con la conseguente opera di liberalizzazione delle negoziazioni a livello europeo; sono stati infine previsti degli obblighi di efficienza del mercato e di garanzia di esecuzione degli ordini in modo da poter offrire il miglior risultato possibile per i clienti.
In questo processo, un ruolo fondamentale è assunto dalle Autorità di vigilanza, che devono necessariamente riuscire a superare un approccio regolamentare "in house" per permettere un processo di cooperazione comunitario nel senso più esteso del termine e per consentire che gli effetti positivi dell'integrazione sull'economia europea si manifestino pienamente, senza però compromettere i risultati già raggiunti in ambito nazionale.
La MiFID ha inoltre determinato la formazione di una nuova struttura del mercato mobiliare, più frammentata ma anche più competitiva, attraverso l'introduzione di nuovi canali di negoziazione: ai tradizionali Mercati Regolamentati si sono infatti affiancati i Multilateral Trading Facilities (MTFs) e gli intermediari che scelgono di operare in qualità di Internalizzatori Sistematici, entrambe strutture in grado di offrire servizi di negoziazione sotto molti aspetti equiparabili a quelli erogati dalle tradizionali borse.
In questo modo, si pongono le premesse di una regolamentazione volta ad ottimizzare l'efficienza dei mercati azionari europei ed a valorizzare la loro importanza quali fonti di finanziamento per le imprese e quali condizione necessaria per lo sviluppo di altri comparti economici fondamentali.

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10 INTRODUZIONE Nell'ultimo decennio, il contesto finanziario nazionale ed internazionale, in particolar modo europeo, si è visto protagonista di intensi mutamenti di matrice istituzionale ed economica, prima tra tutti, l'introduzione della moneta unica, seguita dall'implementazione di tecnologie sofisticate relative alle procedure di negoziazione e dall'ampliamento della platea di clienti retail che si sono affacciati al mercato azionario. Tutti questi cambiamenti evolutivi sono stati affiancanti da una costante opera di armonizzazione delle normative indirizzate all'Unione Europea e dall'importante processo di creazione di conglomerati finanziari, di internazionalizzazione del sistema bancario e di integrazione delle borse europee, talune motivate da scelte di business, altre dall'intento di divenire maggiormente competitive, altre ancora, semplicemente per garantirsi una sopravvivenza o maggiori opportunità. In un contesto quale quello appena descritto, si è presentata sul panorama europeo una riforma volta a porre le basi per la costruzione di un mercato azionario integrato, in linea con le altre dinamiche evolutive del continente; una riforma che ha portato gli intermediari che ne hanno saputo approfittare a riformulare le proprie strategie di gestione e le proprie procedure organizzative; una riforma atta ad accrescere le condizioni di armonizzazione delle normative, dei canali di negoziazione e dell'esecuzione delle transazioni a livello europeo. Tale riforma è stata indicata con la denominazione di "direttiva MiFID", e coinvolge i 27 Paesi dell'Unione Europea

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Informazioni tesi

  Autore: Greta Orsi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Scienze linguistiche e letterature straniere
  Corso: Management Internazionale
  Relatore: Annalisa Verna
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 180

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