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Scenari di inondazione del litorale Emiliano-Romagnolo nell'ambito dei previsti cambiamenti climatici

Com’è noto il livello del mare è sempre stato protagonista di oscillazioni di varie entità e velocità nella storia della Terra. Queste sono la diretta conseguenza dell’interazione tra elementi antropici e fenomeni di diverso tipo. Recenti studi, tuttavia, segnalano come l’attuale squilibrio energetico indotto dall’uomo stia spingendo verso inquietanti prospettive di cambiamento del livello dei mari. Attualmente gran parte delle piane costiere italiane risulta soggetta al rischio di allagamento per ingressione marina e, nello specifico, per l'area costiera Emiliano-Romagnola non è ipotizzabile che i fenomeni erosivi e/o di arretramento e di trasformazione fisica in atto possono invertirsi; anzi, in molti casi, si potrà assistere ad un loro possibile. Per poter prevenire effetti catastrofici, o anche solo mantenere un livello di benessere e di sussistenza adeguati, diviene perciò strategico poter comprendere quali scenari climatici e morfologici aspettano le nostre coste nel futuro.
Scopo di questo studio è, perciò, quello di contribuire alla valutazione della probabilità di ingressione del mare nel territorio regionale, come diretta conseguenza dei previsti cambiamenti climatici.
Si è valutata perciò la frequenza di allagamento possibile che ci si deve attendere al variare dell'indice di pericolosità, in un arco di tempo di 5 anni, l'estensione dell'area di allagamento, nota l'altimetria, e la velocità di propagazione dell'inondazione.
i deve attendere al variare dell'indice di pericolosità (hazard index) individuato?
Gli strumenti utilizzati sono stati dedotti da studi idrodinamici e probabilistici che hanno permesso di simulare, in riferimento dallo schema idraulico del crollo di diga su letto asciutto, l'inondazione delle aree costiere Emiliano-Romagnole a rischio molto elevato.
Quello che è emerso è che la fascia costiera esaminata ha un elevato grado di vulnerabilità rispetto al fenomeno dell’ingressione marina a causa, non solo di frequenti mareggiate che determinano erosione delle spiagge e allagamento delle aree di retro spiaggia, ma anche per effetto dei cambiamenti climatici. Questo pone, quindi, sul medio-lungo periodo, problemi di pianificazione e gestione del rischio non solo in relazione all’aumento della intensità e della frequenza degli eventi meteorologici estremi, ma anche in relazione a modifiche lente e spesso irreversibili della disponibilità di risorse naturali, degli assetti del territorio e delle coste, degli equilibri ecosistemici naturali e della biodiversità.
In questo scenario, il fenomeno della propagazione del moto ondoso, schematizzato col dam break, ha evidenziato che nell’entroterra del tratto costiero compreso tra Lido degli Estensi e Lido di Spina (R5) e del tratto relativo a Lido delle Nazioni (T2), entrambi risultati ad elevata probabilità d’igressione perché privi di difese, il processo di ingressione marina si presenta, estremamente rapido con tiranti idrici rispettivamente di 13 cm (R5) e 9 cm (T2) ed un'estensione di 20 km e 17,5 km ogni ora. L’analisi, che evidenzia la sensibilità dei modelli di calcolo ha evidenziato, però, esistono una serie di carenze nella conoscenza dei fenomeni relativi all’allagamento marino che si riflettono in ipotesi di calcolo molto restrittive, costituendo i punti deboli del modello. Ciò premesso, le scelte fatte appaiono al momento come le più credibili ed affidabili

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5 INTRODUZIONE Com’è noto il livello del mare è sempre stato protagonista di oscillazioni di varie entità e velocità nella storia della Terra. Queste sono la diretta conseguenza dell’interazione tra elementi antropici e fenomeni di diverso tipo (naturali, climatici, geologici, astronomici, tettonici…) spesso difficilmente discriminabili e quantificabili, caratterizzati da magnitudo e velocità molto diverse tra loro; ricordiamo, per esempio, lo scioglimento delle grandi calotte continentali, la subsidenza, la morfologia e lo stato della linea di costa in termini di processi erosivi, la presenza di aree depresse, le caratteristiche dei fondali antistanti, ecc…. Recenti studi, tuttavia, segnalano come l’attuale squilibrio energetico indotto dall’uomo stia spingendo verso inquietanti prospettive di cambiamento del livello dei mari. Infatti, l’accelerazione dei naturali trand di sollevamento concorre a modificare negativamente l’attuale assetto delle coste (si prevede un arretramento verso terra dell’attuale linea di riva), e dei suoi habitat e quindi, in generale, anche delle attività economiche direttamente connesse alla costa stessa. Attualmente gran parte delle piane costiere italiane risulta soggetta al rischio di allagamento per ingressione marina e, nello specifico, per l'area costiera Emiliano-Romagnola non è ipotizzabile che i fenomeni erosivi e/o di arretramento e di trasformazione fisica in atto possono invertirsi; anzi, in molti casi, si potrà assistere ad un loro possibile aggravamento. Per poter prevenire effetti catastrofici, o anche solo mantenere un livello di benessere e di sussistenza adeguati, diviene perciò strategico

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Informazioni tesi

  Autore: Giovanna Bevilacqua
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Barbara Zanuttig
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 187

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Parole chiave

arretramento linea di riva
cambiamenti climatici
fascia costiera emiliano-romagnola
idraulica marittima
ingressione marina
inondazione
inondazioni
pericolosità
problema di reimann

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