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ICT e divario digitale: il caso dell'Italia

Il percorso intrapreso nello studio del “digital divide” parte dalla definizione di società dell'informazione e dell'Information and Communication Technology fino ad approdare al terzo capitolo in cui si approfondisce il caso specifico italiano. Il primo capitolo funge sia da introduzione generale con l'obiettivo di chiarire quali vantaggi possano portare le tecnologie ICT, sia da contesto storico, politico, sociale, economico. Nel secondo capitolo si definisce l'espressione “digital divide”, lo squilibrio nell'accesso e nell’uso delle tecnologie informatiche e di Internet da parte di alcune categorie sociali svantaggiate o di interi paesi. Molti studiosi del tema classificano il fenomeno digital divide in “globale” e “sociale”. Vengono individuate e analizzate le variabili che permettono questa condizione di squilibrio. Infine si parla delle politiche e delle tecnologie, come il Wimax e l'open source, che potrebbero risolvere il gap. Il terzo capitolo invece punta la lente d'ingrandimento sul caso italiano prendendo in considerazione le variabili sociali peculiari della situazione del nostro paese e le possibili soluzioni al digital divide geografico tra le zone metropolitane e quelle rurali. Le conclusioni sono basate sul commento dei dati ISTAT e EUROSTAT.

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5 INTRODUZIONE Ormai gli studiosi sono d accordo nel considerare l ICT (Information and Communication Technology) una rivoluzione, in quanto i cambiamenti apportati sono radicali, e soprattutto non sono limitati al solo campo tecnologico, ma hanno effetti a cascata anche sulla sfera politica, economica, sociale e culturale. La nostra societ attraversa un periodo storico di convergenza al digitale che sta modificando alla base sia l organizzazione produttiva ed economica, sia la gestione del nostro tempo libero, sia i processi politici che le procedure della pubblica amministrazione. Sviluppo economico e sociale nell attuale societ dell informazione significa incrementare la capaci t di elaborare informazioni e produrre dispositivi (hardware, software e infrastrutture di rete) in grado di gestirla. Con l espressione societ dell informazi one , infatti, ci si riferisce a una visione sociale che sostituisce la societ indu striale, ponendo al centro come risorsa strategica l informazione e la conos cenza , anzichØ l energia e la tecnologia meccanica. Il grande sociologo catalano Castells (2002), punto di riferimento importante di molti studiosi per la sua analisi approfondita della societ contemporanea, paragona l ICT all invenzion e madre della prima rivoluzione industriale, la macchina a vapore, e alla comparsa dell energia elettrica nella seconda rivoluzione, giungendo a definirla tecnologia base del nuovo paradigma informazionale. Castells definisce queste innovazioni applicazioni tecnologiche che hanno trasformato re pentinamente e in modo inatteso il processo di produzione e distribuzione creando un infinit di nuovi prodotti e spostando nettamente il centro di ricchezza e potere a portata di mano per i paesi e le elite in grado di controllarle . Infatti, in modo evidente, la storia ci fa capire come lo sviluppo delle tecnologie comunicative sia sempre stato fondamentale per il controllo del potere da parte delle Łlites (Mainardi,1996). Ogni epoca storica ha le proprie forme e strumenti per la comunicazione, la quale Ł alla base del rapporto sociale ed economico tra gli uomini. I nuovi strumenti di espressione, propri di

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Informazioni tesi

  Autore: Diego Calderini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Francesco Dini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 93

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