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Micriti calcaree in Appennino Meridionale e Puglia: studio preliminare sulle relazioni fra tessitura, geochimica e porosità

I combustibili fossili (petrolio e gas naturali) costituiscono delle risorse energetiche non rinnovabili; è stato calcolato che nel giro di pochi decenni tali risorse si esauriranno. In questo scenario, attualmente, le compagnie petrolifere puntano non tanto alla ricerca di nuovi giacimenti, ma piuttosto all’ottimizzazione di quelli già noti ed utilizzati, sia con l’ausilio di nuove tecniche di produzione, sia attraverso lo sfruttamento di reservoir a bassa porosità. Sebbene lo sfruttamento di questi ultimi, porti solo ad un piccolo incremento nella produzione del petrolio, risulta un investimento molto più fruttuoso rispetto a quello finalizzato alla ricerca di nuovi giacimenti. I reservoir poco porosi inoltre rivestono una grande importanza come reservoir di gas, poiché, per l’estrazione di quest’ultimo occorre una minore porosità rispetto a quella necessaria per estrarre il petrolio.
Circa il 60% delle riserve mondiali di petrolio si trovano in reservoir carbonatici, e molti dei reservoir a bassa porosità sono costituiti da calcari micritici. Lo studio della microporosità dei calcari micritici riveste quindi un’enorme importanza, a causa delle implicazioni economiche che ne possono risultare. Nonostante ciò, l’argomento della microporosità nei carbonati, rappresenta ad oggi un tema ancora ostico, ed attualmente esistono pochi studi di dettaglio.
In questo lavoro di tesi è stato effettuato un tentativo di studio pilota sulle micriti calcaree di campioni appartenenti a successioni rappresentative di due diversi domini strutturali dell’Appennino meridionale: la piattaforma carbonatica sud-appenninica e l’avanpaese apulo. Sono stati inoltre scelti campioni di età diversa e di presunto precursore mineralogico diverso (aragonitico o calcitico).
I principali obiettivi di questo studio pilota sono i seguenti:
• verificare se esistono differenze tessiturali e se queste sono sistematicamete legate ad età e provenienza dei campioni;
• verificare se alle differenze tessiturali corrispondono differenze di porosità;
• verificare se la mineralogia del sedimento precursore, ipotizzata sulla base della composizione delle microfacies associate, lascia un’impronta sulla composizione geochimica ed isotopica e se rappresenta un fattore di controllo nello sviluppo di microporosità;
• verificare se la diversa storia di seppellimento ha influito sulla creazione e modificazione della microporosità nei carbonati delle diverse successioni di piattaforma.
Le analisi sulle micriti calcaree sono state effettuate attraverso le seguenti metodologie:
• osservazioni della tessitura delle micriti e della morfologia dei pori al microscopio elettronico a scansione (SEM);
• analisi degli isotopi stabili del carbonio e dell’ossigeno;
• analisi geochimiche degli elementi maggiori ed in traccia;
• analisi delle porosità attraverso la picnometria ad elio.

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INTRODUZIONE I combustibili fossili (petrolio e gas naturali) costituiscono delle risorse energetiche non rinnovabili; è stato calcolato che nel giro di pochi decenni tali risorse si esauriranno. In questo scenario, attualmente, le compagnie petrolifere puntano non tanto alla ricerca di nuovi giacimenti, ma piuttosto all’ottimizzazione di quelli già noti ed utilizzati, sia con l’ausilio di nuove tecniche di produzione, sia attraverso lo sfruttamento di reservoir a bassa porosità. Sebbene lo sfruttamento di questi ultimi, porti solo ad un piccolo incremento nella produzione del petrolio, risulta un investimento molto più fruttuoso rispetto a quello finalizzato alla ricerca di nuovi giacimenti. I reservoir poco porosi inoltre rivestono una grande importanza come reservoir di gas, poiché, per l’estrazione di quest’ultimo occorre una minore porosità rispetto a quella necessaria per estrarre il petrolio. Circa il 60% delle riserve mondiali di petrolio si trovano in reservoir carbonatici, e molti dei reservoir a bassa porosità sono costituiti da calcari micritici. Lo studio della microporosità dei calcari micritici riveste quindi un’enorme importanza, a causa delle implicazioni economiche che ne possono risultare. Nonostante ciò, l’argomento della microporosità nei carbonati, rappresenta ad oggi un tema ancora ostico, ed attualmente esistono pochi studi di dettaglio. In questo lavoro di tesi è stato effettuato un tentativo di studio pilota sulle micriti calcaree di campioni appartenenti a successioni rappresentative di due diversi domini strutturali dell’Appennino meridionale: la piattaforma carbonatica sud-appenninica e l’avanpaese apulo. Sono stati inoltre scelti campioni di età diversa e di presunto precursore mineralogico diverso (aragonitico o calcitico). I principali obiettivi di questo studio pilota sono i seguenti: 3

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Informazioni tesi

  Autore: Tatyana Gabellone
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Geologia e Geologia applicata
  Relatore: Mariano Parente
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 75

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Parole chiave

appennino meridionale
micrite
micriti calcaree
microporosità
murge
puglia
sem
tessiture micritiche

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