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La disciplina delle pratiche commerciali scorrette nel Codice del consumo

Le pratiche commerciali scorrette riguardano fattispecie di rilievo significativo per la vita di tutti i giorni.
Si pensi, a titolo esemplificativo, alle fastidiose ed insistenti telefonate di operatori telefonici che propongono un nuovo piano tariffario, all’uso – specie nei settori cd. regolamentati, quali telecomunicazioni, elettricità, gas, servizi finanziari ed assicurativi – di promozioni solo apparentemente vantaggiose, formulate allo scopo di “agganciare” la scelta del consumatore verso un determinato operatore, al produttore che rende difficoltoso usufruire della garanzia post-vendita o del diritto di riconsegna del bene in seguito all’acquisto di un prodotto/servizio che il consumatore non desideri più, all’immancabile promotore di offerte all’uscita del supermercato, oppure all’etichetta che declama le mirabolanti proprietà di un prodotto alimentare o dell’ultimo ritrovato della cosmesi.
L’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo, a dimostrazione di come molteplici e assai frequenti siano le situazioni comunicative illecite a cui siamo quotidianamente sottoposti e che esercitano influenze indebite sulle nostre scelte di acquisto. Al contrario, le imprese dovrebbero garantire a ciascun consumatore il diritto ad essere informato esaustivamente e correttamente sul bene o servizio offerto, mettendolo in questo modo nelle condizioni di porre in essere una scelta consapevole, priva di forzature della volontà attuabili per mezzo di comportamenti tesi a costringerlo a decisioni affrettate, oppure sospinte da paventate minacce nonché abbagliate da promesse mendaci.
Fino a poco tempo fa le situazioni summenzionate non erano perseguibili (ad eccezione della pubblicità ingannevole). Solo recentemente, infatti, esse sono state oggetto di una revisione normativa che ha condotto ad una consistente riforma del Codice del Consumo ad opera del d. lgs. 146/2007, il quale accoglie ora la disciplina delle pratiche commerciali scorrette. Così facendo, il legislatore ha voluto tutelare il consumatore in ogni momento del rapporto con il professionista, dalla fase precontrattuale fino a quella post-vendita, contro qualsiasi atteggiamento scorretto posto in essere dal professionista, nell’intento di manipolare le decisioni del consumatore in merito all’acquisto del bene o del servizio.
Ciò premesso, il presente lavoro intende proporre un’analisi generale della disciplina delle pratiche commerciali scorrette, a distanza di poco più di due anni dalla sua entrata in vigore. Lo sforzo, in particolare, è quello di mettere in evidenza gli aspetti riconducibili al profilo del diritto dell’informazione e della comunicazione, sottolineando al contempo l’evoluzione normativa rispetto alla previgente disciplina della pubblicità ingannevole e comparativa che ha contribuito ad un significativo innalzamento del grado di tutela conferito ai consumatori.

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8 PREFAZIONE “L’informazione costituisce la materia prima e strategica nell’economia mondiale: le scelte dei soggetti si basano sulle informazioni di cui gli agenti dispongono.” 1 1 Zeno – Zencovich V., La libertà di espressione. Media, mercato, potere nella società dell’informazione, Il Mulino, Bologna, 2004, p. 99. Le pratiche commerciali scorrette riguardano fattispecie di rilievo significativo per la vita di tutti i giorni. Si pensi, a titolo esemplificativo, alle fastidiose ed insistenti telefonate di operatori telefonici che propongono un nuovo piano tariffario, all’uso – specie nei settori cd. regolamentati, quali telecomunicazioni, elettricità, gas, servizi finanziari ed assicurativi – di promozioni solo apparentemente vantaggiose, formulate allo scopo di “agganciare” la scelta del consumatore verso un determinato operatore, al produttore che rende difficoltoso usufruire della garanzia post-vendita o del diritto di riconsegna del bene in seguito all’acquisto di un prodotto/servizio che il consumatore non desideri più, all’immancabile promotore di offerte all’uscita del supermercato, oppure all’etichetta che declama le mirabolanti proprietà di un prodotto alimentare o dell’ultimo ritrovato della cosmesi. L’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo, a dimostrazione di come molteplici e assai frequenti siano le situazioni comunicative illecite a cui siamo quotidianamente sottoposti e che esercitano influenze indebite sulle nostre scelte di acquisto. Al contrario, le imprese dovrebbero garantire a ciascun consumatore il diritto ad essere informato esaustivamente e correttamente sul bene o servizio offerto, mettendolo in questo modo nelle condizioni di porre in essere una scelta consapevole, priva di forzature della volontà attuabili per mezzo di comportamenti tesi a costringerlo a decisioni affrettate, oppure sospinte da paventate minacce nonché abbagliate da promesse mendaci.

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Informazioni tesi

  Autore: Lorena Mora
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
  Relatore: Antonio Bertoldini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 272

FAQ

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Parole chiave

annullabilità del contratto
autorità garante della concorrenza e del mercato
azioni collettive risarcitorie
azioni inibitorie collettive
class action
codice del consumo
d. lgs. 145/2007
d. lgs. 146/2007
direttiva 2005/29/ce
nullità del contratto
pratiche commerciali aggressive
pratiche commerciali ingannevoli
pratiche commerciali scorrette
pubblicità ingannevole e comparativa
tutela del consumatore
vizi del consenso

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